Calcio teatro, diamo i voti agli atti…impuri delle partite

Un tuffo in area alla ricerca del rigore, quello di Milik e’ da Oscar

Un tuffo in area alla ricerca del rigore, quello di Milik e’ da Oscar

Visto che in qualche modo queste giornate di cacca vanno riempite, vi propongo di dare dare i voti (da 1 a 10), oppur gli Oscar, a quanto accade durante le partite di calcio della Serie A. Premetto che ogni mondo e' paese, che i calciatori sono, ovunque e in in gran parte, attori mancati e che il campo di gioco diventa spesso il palcoscenico di un teatro. Sottolineo, comunque, che in nessuna parte del mondo il calcio vede tante sceneggiate quante se ne vedono nel Bel Paese.

Ecco la mia lista degli atti “impuri” perpetrati in partita, aggiornatelo liberamente.


L'urlo piu' forte, aiutooooooo mi ha staccato il piede, caccialo.

Il morso del drago: tacchetti sullo scarpino, sopra e di fianco che sia, fermati please.

Il morso del cobra: tacchetti a martello sulla gamba, progetto viaggio in ospedale.

Il tuffo piu' teatrale, come ti imito la Cagnotto dal trampolino dei tre metri, per racimolare il penalty.

La caduta col vento, basta un soffio per abbattere un marcantonio di ottanta chili

La caduta con maglia tirata, danno minimo, ruzzolone esagerata per far scattare il giallo sul semaforo dell'arbitro

La caduta con spinta vera alla schiena, please chiamate il chiroratico.

La rotolata record, dopo una spinta il corpo diventa un pallone che rotola, rotola e continua a rotolare (il record ruzzoloni, 9, e' di Neymar).

La gamba di rimorchio sull'avversario, rigore fasullo cercasi.

Continuare la corsa sull'evversario, o sul portiere, seconda versione rigore fasullo cercasi.

Dopo un fallo vero e tosto, qui ci scappa l'urlo di Tarzan quando chiamava gli elefanti.

Gomitata vera, qui gridare non conta, il danno e' visibile: occhio nero o “coccia” insaguinata.

Gomitata sfiorata, la reazione e' da teatro, anzi da cinema e a volte vale l'Oscar.

Manata in faccia, se vera i segni si vedono e l'abitro fischia.

Manata fasulla, viso sfiorato sceneggiata garantita.

Toccatina sulla sulla spalla, crollo come colpito da lupara, picchiata sull'erba alla ricerca cerca della punizione o del rigore illegittimo.

Proclamazione di innocenza davanti al referee con braccia allargante o mani congiute come in preghiera:

Non ho fatto niente, non l'ho toccato.

Vai a cagare, che c..re, che rigore hai fischiato?

Innocente sono, il fallo e' suo.

Non hai visto bene, dovevi cartellinarlo.

Ma che rigore e rigore, il braccio ce lo avevo attaccato al corpo.

La reazione al fuori gioco fischiato e' un qualcosa di incredibilmente dolce in un contesto duro, pieno di bugie e maleparole: fa tenerezza quel dito medio che palleggia da destra a sinistra, e viceversa, nel segno universale nel “no”.


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