Fuffo direbbe di City-Real 4-3: “Cosi' si gioca solo in Paradiso”

Il cucchiaio di Benzema, terzo gol del Real al City

di Nicola Sparano

"Ragazzi, così si gioca solo in Paradiso!".

Questa frase e' di Fulvio Bernardini dopo che il Bologna aveva vinto per 7-1 un derby sulla carta importante con il Modena all'inizio del campionato 1962-63.

Chissa' cosa direbbe oggi la buonanima del Fuffo, come caratterizzerebbe la partita del botta e risposta tra il City di Pep ed i caballeros madridisti di Carletto.

Piu' in alto del Paradiso non si puo', forse su Marte gli alieni hanno una religione, ed un campionato di calcio migliore.

Certo per noi difensivisti italiani di tutto il mondo c'e' da sgranare i fanali nel vedere una squadra che attacca senza calcoli e riserve anche dopo essersi portata sul 2-0, sul 3-1, e sul 4-2.

Tanto di cappello anche per la truppa di Carletto: poteva essere Caporetto, la ritirata con la coda tra le gambe, ma il bomber con la mano fasciata ha colpito due volte lasciando la qualificazione aperta a qualsisi risultato.

A parte il fatto che inglesi e spagnoli secondo il loro solito giocano per vincere, c'e' da segnalare la squisita bellezza delle sette reti, piccoli capolavori sulla tela di una partita senza soste, con pochi fischi e molte corse.

De Bruyne di testa, Juan Jesus di rapina, i fuochi di artificio sono subito serviti. 2-0 in dieci minuti, sembra l'inzio di una goleada.

Benzema, pero', sfrutta l'unico pallone giocabile che arriva dalle sua parti con una girata – tempismo, classe e precisione – che riapre i giochi.

I picciotelli di Pep fanno la partita, creano occasioni a ritmo industriale, la difesa di Carletto traballa, trema ma resiste.

Il periodo migliore del Real e' nei dieci minuti un cui Modric si sveglia, il croato non sara' mai stellare come in altre circostanze.

De Bruyne, come Modric, non gioca all'altezza della sua fama. Il suo gol di testa e' colpo da fuoriclasse, poi qualche lancio ma nell'economia del gioco di attacco fa il comprimario non il leader.

Nell'intervallo Pep e Carletto apportano correttivi alle rispettive difese ma i gol arrivano come la grandine.

Il diavolicchio Folden capoccia in rete un pregevole assist di Fernardinho che un minuto dopo si fa uccellare da Vinicius. Il pie' veloce di Carletto frega la palla al compatriota, accende il turbo e infila il 3-2.

Ora il Real sente odore della remontada, ma continua a lasciare l'iniziativa agli angle'.

Al 73' l'arbitro – un rumeno che sarebbe ottimo per la Serie A – concende la regola del vantaggio dopo un fallo limite dell'area del Real. Sarebbe punzione, ma l'aritro fa proseguire, gli spagnoli sonnecchiano aspettando il fischi, Bernardo Silva non si ferma agguanta la palla e la infila nel sette.

4-2 al 74'.

Finita?

Manco per sogno.

Carletto cambia un paio dei suoi che sono spompati ed il Real riduce le distanze su rigore.

Il penalty e' concesso dopo una palla scodellata in area.

Laporte salta, colpisce di testa mandando il pallone sulla mano sinistra che aveva larga.

Rigore.

Sul dischetto ci va Benzema, i telecronsiti inglesi ricordano che il francese dal dischetto spesso fa cilecca.

Non questa volta,

Il cucchiaio alla Totti, delizioso e imprendibile, chiude una partita di quelle che fanno del calcio lo sport piu' bello del mondo.

Il ritorno a Madrid il 4 maggio e' aperto a qualsiasi risultato. Ma una cosa e' certa fin da oggi: Benzema ha il Pallone d'Oro in tasca.


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