Irpinia 1980 e i “terremotisti”
Terremotisti, ossia terremoto+terroristi. Questo termine lo invento', 40 anni or sono, il compianto Rino Citarella che, dalla pagine di Comunita' Viva denuncio' la presunta sparizione di una grossa somma raccolta a Toronto e Montreal destinata ai terremotati dell'Irpinia.
I soldi raccolti erano centomila dollari, somma ragguardevole 40 anni fa.
Su quella tragedia, che uccise circa 2.500 persone e distrusse interi paesi, ci hanno mangiato in molti, specialmente in Italia, dove parte dei miliardi stanziati per la ricostruzione finirono nella tasche dei farabutti dell'epoca, razza che, come la gramigna, non muore mai e si riproduce ogni volta che un disastro si abbatte sul Bel Paese.
A volte c’e’ anche chi ride delle tragedie, prevedendo di farci palate di soldi.
La terra tremo' alle 7.34 pm
Erano le 19.34 del 23 novembre 1980, domenica 23 novembre 1980 per la precisione, quando la terra cominciò a tremare violentemente. La scossa di terremoto di magnitudo 6.9 durò novanta interminabili secondi che cancellarono interi paesaggi del Mezzogiorno e spazzarono via circa tremila vite.
Quasi novemila feriti e oltre 280 mila sfollati.
Il sisma colpì tre Regioni (Campania, Basilicata e Puglia) e interessò 687 comuni, pari a quasi un decimo di quelli italiani.
I sismografi, impazziti, segnarono una magnitudo momento pari a 6,9 della Scala Richter, con ipocentro a 10 chilometri di profondità. L’epicentro fu individuato nel comune di Castelnuovo di Conza.
Le zone più colpite dal sisma
Il terremoto colpì un’area di 17.000 km2 che si estendeva dall’Irpinia al Vulture, posta a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza. I comuni più duramente colpiti (X grado della scala Mercalli) furono quelli di Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia, Calabritto e Santomenna.