L'Abruzzo ha perso un suo grande figlio, Antonio Falconio era molto noto anche a Toronto
Antonio Falconio durante una campagna elettorale di alcuni anni fa
Roma, anni 60: Antonio Falconio, a destra, Odoardo Di Santo, al centro, e Gaetano Manzione al matrimonio di un amico
di Odoardo Di Santo
Ogni anno d’estate nel carnet delle mie vancanze in Italia, fino all’arrivo di covid-19, c’era l’appuntamento in Abruzzo per un incontro con Antonio Falconio amico di una vita,dai tempi del Liceo Ovidio a Sulmona.
Non piu'.
Questa mattina ho ricevuto una e-mail orrenda nella sua semplicita': Papa' ieri si e' spento”.
Antonio era nato a Navelli (L'Aquila) 83 anni fa.
Dopo lo sbalordimento che segue ogni volta che si riceve una notizia inattesa, non avendo ragioni per spiegare quella che per me e' una morte inaspettata, anche perche' a causa del covid non avevamo notizie recenti, ho cercato informazioni per darmene una ragione .
Ho letto sulla stampa locale che l’Abruzzo e' in lutto per la scomparsa dell'ex governatore Antonio Falconio che fu Presidente della Regione dal 1995 al 2000.
In segno di lutto, le bandiere della Regione Abruzzo sono a mezz’asta per ricordarlo.
Antonio era giornalista Rai, direttore responsabile del settimanale “La Discussione” ed uomo politico.
Ci eravamo conosciuti a Sulmona durante gli anni scolastici.
Antonio era di qualche anno piu' giovane ma facemmo subito stretta amicizia.
Il padre un vedovo medico condotto di Navelli era molto affezionato al figlio unico.
In una visita a Sulmona,salutandoci disse affetuosamente a me un po' sorpreso: “Ti raccomando Antonio”.
Nel 1956 a Sulmona ci fu una rivolta a seguito della chiusura del distretto militare.
Oggi sarebbe una minuzia ma negli anni della terribile poverta' del dopoguerra il distretto militare era una importante fonte di impiego e di reddito per la cittadina.
La rivolta fu descritta dai media come rivoluzione borghese.
Gli studenti eravano in prima fila nella protesta e facemmo conoscenza con i gas lacrimogeni lanciati dalla polizia, causa di costernazione delle nostre povere mamme che pensavano sempre al peggio memori dei disastrosi bombardamenti della guerra.
Antonio emerse come uno dei portavoci piu' efficaci della protesta, per le sue eccellenti qualita' comunicative.
Ci trasferimmo a Roma dove , dopo gli studi, intraprendemmo la professione di giornalisti.
La nostra amicizia fu solida e rinsaldata dalle nostre frequentazioni quotidiane non scalfite dai nostri orientamenti politici diversi.
Antonio era democristiano di sinistra come allora si diceva e quindi avevamo comunanza di vedute sui problemi della giustizia sociale anche per la nostra comune esperienza nell’Abruzzo allora regione povera.
Entrato in politica con la Democrazia Cristiana fu capogruppo alla Provincia dell'Aquila, al Comune dell'Aquila e nel Consiglio regionale dell'Abruzzo.
Successivamente fu vicesindaco al comune di L’Aquila e fu eletto deputato dal 1979 al 1983 .
Fu responsabile della Comunicazione e per i problemi dell'editoria. Nella DC fu Responsabile dell'ufficio per i problemi sociali.
Nel 1995 fu eletto presidente della Regione Abruzzo per il centrosinistra fino al 2000 .
Antonio era sensibile ai problemi degli emigrati e come presidente della regione si adopero' per migliorare i rapporti con la comunita' abruzzese del Canada, stabilendo rapporti duraturi.
Nel 2000 la comunita' abruzzese di Toronto si impegno' a sostenere la sua campagna elettorale con generosita' e sincera ammirazione.
Antonio era innamorato dell’Abruzzo e quando entro' in politica come importante amministratore dedico' le sue energie per sviluppare e valorizzare la regione con passione e vigore .
Aveva un carattere mite.
Non alzava mai la voce.
Uomo colto e modesto rendeva piacevole la conversazione anche per la sua disponibilita' ad accettare il dialogo ed il confronto con idee diverse dalle sue.
La sua scomparsa ha destato commozione e cordoglio anche nella comunità di Navelli, suo paese natale.
“Antonio - ha detto il sindaco di Navelli Paolo Federico - era una persona speciale, un amico e un navellese che ha portato in alto l'orgoglio di appartenere a questa terra, un uomo che ha sempre mantenuto alti i valori di democrazia e di libertà, rispettando sempre anche chi non la pensava come lui. Sono convinto che i suoi insegnamenti, il suo impegno nel portare avanti tante battaglie politiche e le sue capacità professionali, non saranno dimenticate a partire dalla nostra comunità”
Il cordoglio per la sua scomparsa in Abruzzo e' stato unanime: “Se ne è andato un grande abruzzese, una persona per bene, un intellettuale politico della prima Repubblica, quella migliore” ha chiosato Gianni Melilla ex parlamentare, interpretando il sentimento comune degli abruzzesi.