L'Aquila: «13 anni dopo la colpa e' dei morti»: 

Campo di Fossa dopo il terremoto del 2009

Sgomento e rabbia di fronte ad una sentenza scellerata avulsa da ogni minimo  senso di umanita’ e di buon senso.

di Odoardo Di Santo


Alla gara del campionato regionale di Eccellenza della quinta divisione dilettanti , lo scorso sabato la squadra Aquila Calcio  in campo a Sulmona ha suscitato interesse tra il pubblico  indossando la T-shirt con  scritto “I morti non meritano percentuali”.

Negli anni recenti i campi sportivi  hanno visto i giocatori di vari sport prendere posizioni su fatti ed avvenmenti sociali.

Emblematica la posizione presa contro il razzismo  con “black lives matter”

 L’iniziativa della  squadra dell’Aquila Calcio, ha raccolto la solidarieta’ di altre squadre e di un crescente numero di cittadini e di associazioni che hanno voluto dare una risposta  alla sentenza shock dello scorso 11 ottobre del Tribunale dell'Aquila che , incredibile ma vero, ha riconosciuto un concorso di colpa, pari al 30%, delle vittime del crollo di una palazzina a via Campo di Fossa, dove morirono 24 persone nel terremoto  del 2009.

La lega nazionale dilettanti aveva proibito l’uso delle magliette ma di fronte al crescente risentimento ed alla rabbia contro l’insulsa sentenza ha dovuto riconoscere  in un comunicato che" quando in campo scende L'Aquila, scende in campo la squadra della gente. La sua gente.Quella che il 6 aprile 2009 stava dormendo in casa propria.

Siamo dunque consapevoli di dover rappresentare in ambito calcistico una intera comunità, ancora attonita e indignata per la sentenza di cui trattasi.

E sentiamo nostro, perciò, l'onere di difendere e far valere, come e dove possiamo - si prosegue nel messaggio - la dignità di una intera popolazione.

Per questo motivo, con tutto il rispetto per le istituzioni che regolano il gioco del calcio, abbiamo preso la decisione di non esimerci dal dimostrare la nostra vicinanza ai familiari delle vittime e di scendere comunque in campo con la maglietta che stiamo preparando. Perché i morti non meritano percentuali e la nostra gente merita rispetto". 

  I tifosi aquilani presenti  hanno invece esposto uno striscione con la scritta “11.10.2022 Condotta incauta quella di trattenersi a dormine. Vergogna”'.

  Per il calcio pescarese ,incredulita’«13 anni di nodi irrisolti, ora la colpa di essere morti»: 

Cresce intanto all’Aquila l’interesse a partecipare alla manifestazione di protesta di domenica 23  oltre a familiari delle vittime e ad attivisti dei comitati civici, anche consiglieri comunali.

E’ comprensibile e normale per ogni mente sana il perche’ di tanto sgomento e tanta rabbia di fronte ad una sentenza scellerata avulsa da ogni minimo  senso di umanita’ e di buon senso.

Secondo il giudice le vittime hanno colpa “ obiettivamente  per la condotta incauta di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile.

Secondo la sentenza del Giudice i proprietari dell’immobile sono condannati a risarcire i danni richiesti dall’Avvocatura dello stato, ignorando le perizie  presentate dai familiari   delle vittime   che attestavano irregolarità in fase di realizzazione dell'immobile e una "grave negligenza del Genio civile nello svolgimento del proprio compito di vigilanza “ 

In particolare il tribunale, ha riconosciuto una corresponsabilità dei ragazzi morti pari al 30% perché ha ritenuto siano stati imprudenti a non uscire dopo la seconda scossa”.  

L'inchiesta penale era stata archiviata quasi all'avvio della maxi inchiesta sui crolli (220 quelli definiti), perche’ i presunti responsabili all'epoca identificati quali indagati, erano deceduti nel corso degli anni.

La sentenza del tribunale civile dell'Aquila che ha riconosciuto una corresponsabilità dei ragazzi morti nel terremoto pari al 30% perché incauti a non lasciare la casa dopo la seconda scossa come era prevedibile ha causato forti reazioni “

Le famiglie delle vittime  si sono dette " esterrefatte perché è assurdo imputare una concausa alle vittime rimaste in casa quando una sentenza passata in giudicato ha acclarato che ci fu una tranquillizzazione della popolazione, con la condanna dell'allora vice capo Dipartimento della Protezione civile".

​"È assurdo, scandaloso", ha continuato Vittorini che nel sisma dell'Aquila ha perso moglie e figlia, sottolineando che "le vicende giudiziarie su quanto accaduto prima del terremoto non hanno portato né verità né giustizia e questo offende tutti".

"Si tratta di ragazzi - continua  riferendosi alle vittime nel crollo  - che avevano scelto L'Aquila come sede per il loro futuro e questa è una beffa atroce".​​

Ogni commento sull’insensatezza del  giudice e’ superfluo.

 


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