Qatargate: una sporca partita a Bruxelles, corrotti la greca Kaili e l'italiano Panzeri
Il Qatar avrebbe agito per “influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento Europeo…
di Nicola Sparano
Prima si sono “comprati” il Mondiale.
Poi hanno spostato il tiro sul Parlamento Europeo.
Ora impazza il “Qatargate”, sapete cos'e'?
No, non si tratta specificamente del mondiale.
Qui siamo in politica, uno “sport” piu' corrotto e corruttibile del pallone.
Qatargate e' la sporca partita a due tra gli Sceicchi e Europarlamentari.
Fino ad ora a perdere sono alcuni politici pescati con le mani nella marmellata.
Quattro persone sono state accusate di corruzione e riciclaggio di denaro, tra questi un deputato italiano, Antonio Panzeri e
Eva Kaili, deputata greca e vicepresidente del Parlamento europeo.
Panzeri ha beneficiato , insieme a moglie e figlia coinvolte nei traffici illeciti, dei “doni” ricevuti, concedendosi una vacanza da 100 mila euro.
In casa della deputata greca la polizia ha sequestrato almeno 750.000 euro, inclusa una valigia piena di banconote da 50euro.
L'autorità antiriciclaggio della Grecia ha ordinato il congelamento di tutti i beni personali di Kaili, come proprietà, conti bancari e altro, così come quelli di suo marito e della sua famiglia, secondo una persona a conoscenza della questione.
Tanti sapevano, tacevano e intascavano contanti; qualcuno non si è accorto di nulla.
Qargate e' destinato ad allargarsi.
Lo scandalo scuote i palazzi dell’Euro Parlamento, un euro-scandalo che fatalmente avrà riflessi ed effetti che a cerchi concentrici, da Bruxelles si allargheranno nei vari Paesi dell’Unione Europea, Italia compresa.
Le rivelazioni del quotidiano belga ‘Le Soir’ e della rivista ‘Knack’, sono precise e circostanziate: Antonio Panzeri, segretario della Camera del lavoro di Milano dal 1995 al 2003 e poi europarlamentare per tre legislature dal 2004 al 2019, prima nel Partito Democratico e poi in Articolo uno, tra i suoi incarichi a Bruxelles ricopriva anche quello di capo della delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e del sud-est asiatico.
Altro personaggio coinvolto Luca Visentini, punto di riferimento dei sindacati europei: inizio nella UIL del Friuli Venezia Giulia; da lì segretario generale della ETUC (European Trade Union Confederation); infine, dal 2019, capo della ITUC (International Trade Union Confederation), la più grande confederazione sindacale del mondo.
Il ‘pesce’ più grosso finito nella rete degli investigatori è tuttavia la Vice-presidente del Parlamento Europeo, la socialista greca Eva Kaili. Arrestata, come il regolamento del Parlamento Europeo consente, in flagranza di reato: nella sua abitazione sono stati trovati sacchi di banconote. L’accusa parla di corruzione da parte di un Paese del Golfo, il Qatar, da sempre al centro di polemiche per le violazioni dei diritti umani nella fase di realizzazione degli stadi dei mondiali di calcio (si parla di migliaia di operai-schiavi morti). Secondo i magistrati, il Qatar avrebbe agito per “influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento Europeo…attraverso il versamento di ingenti somme di denaro o l’offerta di cospicui doni a terzi aventi una significativa posizione politica e/o strategica all’interno del Parlamento europeo”. Obiettivo: difendere i Mondiali di calcio e i presunti progressi dell’emirato sui diritti umani o sulle condizioni di lavoro dei migranti.
"Se confermato, significherebbe che eurodeputati e attivisti hanno ricevuto denaro per chiudere un occhio sulle condizioni dei lavoratori in Qatar", ha detto domenica il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni alla TV italiana, riferendosi ai membri del parlamento. "È imbarazzante ed è inaccettabile".
Qatargate finira' a tarallucci e vino?
Probabilmente.
I politicanti corrotti ci rimetteranno i soldi che non sono riusciti a nascondere ma non la poltrona.
Nessuna conseguenza invece per gli emissari degli Sceicchi corruttori.
Anche se ce fossero non lo saprebbe nessuno.
In Qatar rendono noto solo quello che va bene a loro.
Il resto lo spazzano sotto il tappeto, incluse le vittime cadute sui cantieri.