Scopando sul ghiaccio, l’oro che non ti aspetti

Curling all’incirca 1910, quando le scope erano quelle usate in casa

Stefania Constantini, concentrazione, nervi di ferro, occhio di falco e precisione: cosi’ ha vinto l’oro con Amos

Curling, all’incirca anni 30

Rieccoci, dopo un periodo di forzato riposo, causa Omicron, riprendiamo a scrivere nella speranza di strappare un sorriso, o due, a chi ha la pazienza di seguirci

di Nicola Sparano

Una scopa per uno, otto “pietre” col manico in due.

L'Italia che non ti aspetti, il Paese delle esagerazionie e delle improvvisazioni ha vinto l'oro del curling.

Curling? Che roba e'?

E' un passantempo inventato dal popolo che invece dei pantaloni indossa le gonne, bisboccia con lo scotch, dice pesta e corna dei fratellastri angle'.

Gli scozzesi col tempo buono hanno sempre provato a buttare la pallina in buca (golf).

Quando la terra si congela, invece della buca disegnano un cerchio sul ghiaccio.

L'obiettivo e' sempre quello: fare centro.

Il bisogno atavico/erotico della riproduzione travestito da sport.

Il passatempo dalla Scozia nei secoli e' passato urbe et orbi, cioe' dovunque il ghiaccio costa poco, come in Canada, of course.

Nel nostro fu Bel Paese, parte nord, le pietre abbondano ed il ghiaccio pure.

Ma a mettere insieme i due elementi non ci aveva pensato nessuno, per una buona ragione, anzi ottima.

Andare in buca e' piu' comodo, divertemente e soddisfacente se si molleggia sul morbido.

Il Bel Paese, pero', ha un problema, la voglia matta di imitare, copiare quello che viene da fuori.

L'italiase si e' radicato nella cultura italiana, e dire che un poco di anni or sono ci sfottevano per la lingue inventata dalla necessita' di soprovavvivere in una terra straniera, fredda e complicata.

Oggi l'italiase e' un vezzo, una pratica, una moda cui fa ricorso, per distinguersi, anche le persone acculturate o presunte tali.

E dunque, ben venga il Curling anche a Pietrabbondante ( simpatico paesino del Molise) e dintorni.

Tanto per chiarire, riassumo per chi di curling ne mastica poco, o niente.

Si gioca su un rettangolo, piu' o meno grande come un campo di bocce che termina con un grande cerchio all'esterno ed altri piu' piccoli all'interno, l'ultimo sarebbe il pallino che ti regala il punto.

Si puo' giocare uno, contro uno, a squadre dello stesso sesso, oppure di sessi diversi, come nel nostro caso che ha visto Stefania e Amos imitare l'Italia dell'82, quella che vinse il Mondiale.

Nel Curling gli attrezzi del mestriere sono una scopa, personalizzata, ed otto pietroni di circa 20 kili, che hanno il manico in funzione di sterzo.

Si procede uno alla volta, prima io, poi tu e viceversa.

Un po' come le bocce, ma stavolta sono telecomandate, a seconda di come si scopa fanno dolci curve verso il pallino.

Naturalmente le scope del Curling sono scope moderne, di plastica usa e getta.

Quelle delle nostre nonne erano fatte di paglia tosta come un sacramento, a volte di ginestre.

Non si consumavamo, ma lasciavano il segno sulle gambe lasciate scoperte dai pantaloncini corti, o sulla schiena per biricchinate piu' serie.

E dunque, il popolo italiaco orginariamente era fatto di santi, navigatori e poeti.

I santi ci sono ancora, anzi di piu' visto il numero dei beati che la chiesa sforna a ritmo industriale.

Navigatori? Quelli sono scomparsi da quando la terra non ha piu' segreti.

Poeti? Roba da ridere, o da piangere se preferite basta vedere come l'arte di oggi sia diventata una discarica di maleparole.

Meno male che nel Culring non si parla, non si dialoga, si urla a pieni polmoni: dai, scopa forte, piano, a destra...

Ordini dati ed eseguiti con la freddezza e la precisione tipica dei popoli cresciuti nel ghiaccio.

Stefania e Amos sorprendono tutti, sono novellini ma fanno pelo e contropelo a coloro che sul ghiaccio si sono nati e cresciuti.

A dimostrazione che nel Bel Paese continua ad esserci gente di cui andare giustamente orogogliosi.

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