A San Gennaro non piace la Pandemia

San Gennaro, il popolo spera che spazzi via la pandemia come fece secoli fa

San Gennaro, il popolo spera che spazzi via la pandemia come fece secoli fa

di Odoardo Di Santo

Il filosofo napoletano Giambattista Vico nel 1727 pubblico', con scarso succeso, il libro La Scienza Nuova  che fece importanti considerazioni, come al solito comprese dopo che se ne era andato.

 Tra l’altro scrisse che la storia offre corsi e ricorsi cioe' e’ una specie di montagne russe che vanno in alto ed in basso per poi ricominciare il giro.

La proposizione fu ripresa anche da grandi filosofi come Hegel.

In prigionia domiciliare, a causa della pandemia, dono del coronavirus, abbiamo trovato un raffronto storico in un delizioso libro di Marcello D’Orta che si chiama Nero naPoletano con la n minusacola e la P maiuscola.

Su Napoli naturalmente.

Ci dice l’autore che nel 1656 a Napoli arrivo' la peste che aveva colpito gia'  Spagna , Algeria e Marocco.

Scrive lo storico C. Celano “nell’anno infaustissimo 1656 la nostra povera citta' fu assassinata da una fierissima peste che in soli sei mesi  miete'.. quattrocentocinquantamila  vittime per il computo che in quel tempo si poteva fare alla grossa.

Si moriva improvvisamente per strada o per soffocazione o starnutendo o presi dal delirio che in ogni caso conduceva al suicidio o stramazzando nella stretta di un pallone di morte.

Le strade  non erano piu' movimentate da esseri umani presi nel dinamismo quotidiano ma disseminate da fantasmi”

Il numero dei morti era cosi alto che non sapendo piu' dove seppellire i corpi molti furono stipati in grotte e caverne, altri sotterrati in chiese, in orti, sulle spiaggge quando non gettati in chiaviche o in mare”.

Il governo a corto di necrofori per seppelire i cadaveri suppli' facendo uscire i galeotti dalle carceri.

A causare la pestilenza fu il topo e , per la precisione la pulce del topo infetto che anche nel 1629 aveva causato la peste bubbonica che aveva decimato l’Italia come racconta Manzoni nei Promessi Sposi.

A Milano se la presero con gli untori che avrebbero unto di sostanze malefiche i muri della citta' e le porte delle case per propagare il contagio.

Sospetti forono i forestierei che venivano denunciati come untori.

A Napoli invece si rivolsero a San Gennaro in persona con processioni, canti , preghiere e flagellamenti . 

San Gennaro il 14 agosto li esaudi e fece cadere su Napoli una pioggia torrenziale che spazzo' via  il morbo. 

Tornando a Gianmabttista Vico, i corsi e ricorsi saranno pur veri pero' ci sono le varianti. E non solo quella inglese o del Sud Africa.

Innanzitutto la nostra pandemia non e’ stata causata dal topo, il solito sospetto, bensi dai pipistrelli di Wuhan.

A Napoli i morti furono quattrocentomila all’ingrosso con il computo di quei tempi . Oggi con tutta la tecnologia che spacca il millimetro pero'  i numeri veri non li conosciamo  perche' ogni tanto scopriamo che i governi nascondono la verita', non sappiamo se per proteggersi dalla pandemia o dalla nostra ira.

Oggi sarebbe inimmaghinabile seppellire o gettare addirittura i corpi dei morti come allora.

Purtuttavia abbiamo visto i macabri  camion dell’esercito portare le bare fuori di Bergamo perche' il cimitero era esaurito.

Di sottecchi abiamo notato con sconcerto che nell’America imperiale molti corpi di morti, di sotterfugio sono stati messi in carri frigoriferi o seppelliti in fosse comuni a New York.

Ci ha stupito pero' maggiormante il trattamento di favore riservato alla peste del 1626 e alla nostra pandemia.

Quest’anno, nonostate le preghiere e le implorazioni San Gennaro non si e' mosso e per punizione certamente non meritata,  ci ha lasciato nelle mani dei governi che non riescono a darci i vaccini che ci vengono promessi ogni giorno e che per molti arriverano tropo tardi, se arriveranno.


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