Addio a Franco Marini, alpino forte e gentile
Franco Marini con il cappello da Alpino nella prima pagina de IlCentro
di Odoardo Di Santo
Franco Marini, colpa del Covid, ha avuto un funerale privato, umile, come forse lo avrebbe voluto, se non fosse stato vittima del malefico virus.
Nei giorni scorsi all’annuncio della morte, a 87 anni caso unico in Italia tutti ma proprio tutti gli addetti ai lavori si sono sperticati in lodi che sulla bocca di certi soggetti suonavano stonate.
Anche quelli che, quando lo candidarono alla presidenza della Repubblica, dopo avergli dato una standing ovation nel voto segreto lo pugnalarono.
Franco era un abruzzese di razza.
Non il lupo marsicano del facile cliche' appioppagtogli da cronisti che i suoi numersosi amici ed estimatori definirono “bestiari politici”.
Non era marsicano.
Era nato a San Pio delle Camere, sull’altipiano di Navelli alle falde del Gran Sasso le cui rocce hanno temprato intere generazioni di montaranari definiti “forti ma gentili”.
Figlio di un umile lavoratore costretto ad emigrare a Rieti per trovare lavoro in una fabbrica tessile ,si fece da solo.
Conseguita la laurea in giurisprudenza, svolse il servizio di leva come ufficiale negli alpini che notoriamente venivano arruolati in Abruzzo e nel Veneto.
Il cappello di alpino divenne il suo emblema .
Divenne sindacalista anzi commesso viaggiatore sindacalista perche' veniva inviato nei luoghi dove c’erano problemi da risolvere in tutta l’Italia
Quindi di gradino in gradino divenne segretario generale della CISL, presidente del Senato, ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, segretario del Partito Popolare Italiano e parlamentare europeo.
Avendo scelto di lottare per i lavoratori mostrava un carattere sbrigativo,ma sempre gentile.
Con la pipa spenta, il mezzo toscano in bocca, la coppola da paesano abruzzese, un sorriso aperto sulle labbra conquistava subito l’interlocutore.
Degli alpini, spesso indossava il cappello.
Con il cappello di alpino una volta lancio' una sfida enologica al leader comunista Diliberto, vini abruzzesi contro vini sardi.
Finì pari con loro due abbracciati a cantare Fratelli d’Italia
I paesani di San Pio delle Camere, quando fu eletto presidente del Senato lo accolsero con uno stendardo in rima: “La tua presidenza, vanto e magnificenza”..
Oggi viene ricordato spontaneo solido, genuino, mai narciso, ma soprattutto attaccato ai valori delle antiche, solide virtu' che hanno temprato la sua gente.
Presidente del Senato venne in Canada per ragioni istituzionali.
Non interessato ai flash della ufficialita', espresse il desiderio di incontrare i paesani, ma non solo quelli di San Pio delle Camere ma i paesani abruzzesi.
Nella sala Da Vinci Franco Marini che era stato oratore tutta la vita per ragioni professionali mostro' tutta la sua profonda umanita'.
Si rivolse alla comunita' con affetto, lungi dalla rettorica dei politici che vengono in Canada e vogliono convincerci del grande amore che hanno per noi, amore che dura lo spazio di un mattino.
Espresse tutto il suo piacere di essere con noi.
Una signora mi disse : “E' proprio uno di noi”.
Franco Marini, genuino e vero.
Addio.