Antisemitismo od antiisraelismo ? (Una seria riflessione su motivi e conseguenze della guerra in Palestina)
Toronto 2001, foto ricordo del 50.mo anniversario di sacerdozio di monsignor Ridolfi. Riconoscibli nella foto padre Guglielmo Corbo, monsignor Inverici, Odoardo di Santo e Maria Augimeri
Pubblichiamo con piacere il contributo di Monsignor Silvano Ridolfi al dibattito sull’antisemitismo che viene invocato da parte ebrea ogni volta che vengono avanzate critiche alla politica di Israele a seguito alla guerra di Gaza soggetta all’incessante quotidiano attacco esteso ora anche al Libano con un numero crescente di morti in gran parte bambini e donne.
Mons. Silvano Ridolfi (nato a Cesena nel 1929), e’ stato per anni impegnato nella pastorale con i migranti ed in particolare con gli emigrati italiani in Germania, oltre che direttore generale della Fondazione Migrantes organismo della CEI commissione pastorale italiana. E’ stato membro della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel mondo. Da anni dedito al tema dell'emigrazione italiana nel mondo, e’ stato responsabile della stampa Ucei/Migrantes. Ha compiuto 73 anni di ordinazione sacerdotale;
Dal 1955 al 1989 e’ stato impegnato alla missione “Pro Migrantibus” in Germania (Francoforte) per 16 anni, e poi a Roma. Dal 1990 al 2006 è stato arciprete di Cesenatico dove attualemente risiede. E’ cittadino onorario di Cesenatico
Monsignor Ridolfi nella sua lunghissima missione pastorale a favore degli emigrati che ebbe inizio in Germania lo porto’ in tutti i paesi dove ci sono emmigrati italiani. Per molti anni ha visitato assiduamente la numerosa comunita’ italiana del Canada creando un rapporto di amicizia e di durevoli rapporti umani. Nel 2001 a Toronto fu celebrato il suo 50.mo anniversario di sacerdozio .
di Mons. Silvano Ridolfi
Antisemitismo è un termine coniato nel 1879 dal giornalista tedesco Wlhelm Marr ed indica un atteggiamento di rifiuto dell’ebraismo fino alla sua eliminazione. E’ un atteggiamento evidentemente da rifiutare decisamente perché ingiusto ed indegno.
Gli ebrei sono un popolo che ha una sua storia ben nota ed una cultura degni di attenzione e rispetto. Religiosamente sono il popolo della promessa che Jahweh-Dio fece al capostipite Abramo scegliendolo come depositario privilegiato dei suoi progetti verso l’umanità fino a dichiararlo “ suo popolo“.
Da una vergine di questo suo popolo, la benedetta Maria, è nato ed in esso ha vissuto fino alla morte Gesù di Nazaret, il Figlio di Do fatto uomo che ha salvato l’umanità dalla condanna per il peccato ed avviato il processo di recupero di tutti i popoli della terra nella Nuova Alleanza del Regno di Dio, Regno di giustizia, di pace e di amore, annunciato appunto e confermato da Gesù il Cristo ed affidato alla sua Chiesa o comunità dei credenti , dei figli adottivi del Padre suo , Dio l’eterno.
Altra cosa è invece l’antiisraelismo, ossia la non concordanza o rifiuto di qualche atteggiamento assunto dal governo democratico di Israele specialmente negli ultimi tempi.
Infatti ad una orribile ed ingiustificabile, subita aggressione su giovani inermi e su una popolazione pacifica il 7 ottobre dello scorso anno da parte di terroristi di Hamas il governo in carica di Benimano Netanyhau ha reagito con una spirale di rivendicazioni prima a Gaza e tutta la striscia di Gaza ed ora anche in libano, bombardando a tappeto , se pur in modo mirato, e colpendo anche ospedali, scuole, sinagoga, asili ed obbligando migliaia di persone, donne e bambini e masserizie , a spostarsi prima al nord e poi al sud ed infine ancora al nord del paese.
Molte centinaia di persone sono morte di cui molti bambini e donne, colonne di sfollati, mancanza di cibo e di cure mediche essenziali anche impedendo l’entrata in Gaza di aiuti economici dell’ONU e di altre organizzazioni umanitarie.
Un ufficiale israeliano commentò l’orrenda invasione del 7 ottobre dicendo: Hamas ha aperto le porte dell’inferno.
Ed è vero come si vede dalle diavolerie che ne sono succedute.
Recentemente l’esercito israeliano, evidentemente per ordini superiori, ha anche colpito la missione di pace UNIFILO ed avviato in Libano una pulizia di forze antiisraele.
Molte le proteste in Europa ed in America specialmente di giovani studenti per la fine di questa carneficina e per la libertà dei popoli.
E purtroppo questa azione ha suscitato anche un ingiusto rigurgito di
antisemitismo.
Sono intervenute anche le istituzioni. Il Tribunale Penale Internazionale dell’ Aja il 23 maggio1924 aveva confermato il mandato del 2014 ad indagare sul presunto genocidio a Gaza e stava valutando la possibilità di emettere mandati di arresto per Netanyahau e per tre alti leaders di Hamas .
Successivamente ha anche specificato: “Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che Beniamino Netananyhau e Gallant (rispettivamente primo ministro e Ministro della Difesa) siano responsabili di presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza”.
Gli Stati Uniti di America sono sempre stati sostenitori di Israele. Ma Netanyhau non ha seguito tanti consigli del presidente USA Biden, prima di non invadere Gaza e poi di avere moderazione nei suoi interventi. Anche papa Francesco ha osservato che occorre correlazione nella risposta ad una offesa ricevuta. Infine le non poche decisioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sono cadute nel vuoto, anzi con accusa di atteggiamento antisemita dell’Onu
Il solito equivoco tra rifiuto del popolo ebraico e dissenso dalle decisioni del governo israelita. Bisogna fare discernimento ed impedire che antisemiti si facciano scudo con l’antiisraelismo.
Sembra che Netanyahau approfitti del momento con un esercito ben preparato ed equipaggiato non soltanto per annientare Hamas ed anche Hezbollah, ma anche per creare le condizioni dir annessione della striscia di Gaza e per includere la Cisgiordania e tenersi definitivamente le colline del Golan.
E’ urgente che le diplomazie, sovranazionale e nazionali insieme, prendano il sopravvento ed istituiscano un tavolo generale della pace, discutendo, chiarendo, definendo ed imponendo una soluzione sulla base del diritto internazionale e della eguaglianza nel diritto di tutti i popoli alla integrità territoriale ed alla libertà di azione.
Ma sarà possibile, con l’ONU ove vige ancora il “diritto di voto” di 5 paesi e con le nazioni tutte che vanno dicendo “prima la mia nazione”?