Grandiosa esagerata americanata

(Tyson-Paul e’ stata una pacchianata seguita gratis in tutto il mondo. Michelone ha perso dimostrando comunque di avere cojones di ferro)

  Jake Paul omaggia con un inchino il suo anziano avversario Mike Tyson   verso la fine dell’ultima ripresa

di Nicola Sparano

E’ stata una americanata, non poteva essere diversamente. Ma ci siamo cascati in molti, io personalmente di persona incluso. Lo stadio texano era strapieno - 72.300 spettatori per un incasso record di 18 milioni – ed in giro per la terra la maggioranza dei 280 milioni di persone abbonate a Netflix avra’ avuto la tv accesa, visto che lo stravagante evento era aggratis, incluso cioe’ nel palintesto normale.

Dato il grande successo in termine di audience si puo’ ragionevolmente prevedere che il futuro della boxe sara’ sui canali tipo Netflix, Amazon, Prime, eccetera.

 E’ stato un match tra passato remoto e fresco presente. Tyson aveva smesso di salire sul ring prima ma ancora che il suo avversario – passato da poco alla boxe - nascesse.

Il vecchietto ha perso, ma e’ restato in piedi per 16 minuti (8 riprese da due minuti ciascuna) benche’ avesse le gambe da gallina sotto un torso da culturista, gonfio di muscoli e steroidi. Nonostante la ginocchiera sulla gamba destra Michelone Mangiaorecchie (ricordate Holyfield?) ha anche provato qualche passo di danza ed a lanciare qualche bomba di destro. Zoppicava quando tornava all’angolo tra una ripresa e l’altra, respirava  a stento mentre il paradenti non si staccava. Ma non ha mollato, comunque, guadagnandosi i 20 milioni  di pezze americane che sembra sia stata la sua borsa.

Anche l’altro, Giacomino (Jake), aveva  muscoli da vendere ma nei guantoni mancava la tanto decantata potenza. Cosi’ e’ finita in un balletto alla “Mamma, Ciccio mi tocca, toccami Ciccio” senza che nessuno finisse giu’, neanche per un momento. Il gia’ citato Michelone ha comunque dimostrato di avere strangugliones di ferro nel mettere la sua faccia di sessantenne (anno piu’, anno meno) sulle traettorie dei cazzottoni del suo avversario piu’ giovane di un trettennio.

Alla fine Giacomino si e’ inchinato a Michelone, in segno di rispetto certamente ma anche per ringraziarlo di averlo arricchito di altri 40 milioni in contanti.

Michelone e Giacomino ci hanno guadagnato, il pubblico presente non tanto.

I 72.300 allocchi presenti nell’impianto di Arlington (Texas) credevano che i due si menassero davvero, che il match non fosse una specie di esibizione: alla fine non hanno proprio fischiato i due interpreti del balletto, ma quasi.

Per quanto riguarda gli altri, coloro che hanno seguito l’evento in tv, posso solo parlare per me stesso: non sono rimasto ne’ deluso, e neppure contento. Mi aspettavo che Michelone andasse giu’ perche’ – come detto – aveva le gambe che facevano giacomo-giacomo e l’altro indietreggiava costringendolo a spingere sul ginocchio malandato.

Il verdetto ai punti contro Michelone era gia’ scritto, previsto, scontato.

Personalmente me ne sono andato a cucca’ (a letto) appena terminata l’ottava ripresa.

PS: nel sottoclou c’e’ stato un incredibilmente feroce match tra due donne. Kate Taylor e Amanda Serrano se la sono date di santissima ragione. Kate, che poi ha vinto ai punti,  ha usato anche  la testa per spaccare l’arcata sopraccigliare di Amanda. Non e’ stato un match di boxe, una volta denominata “noble art”. Tra le due non c’e’ stato nulla di nobile ma una battaglia continua, una giraldola di colpi a due mani, una vera e propria rissa da strada  senza esclusioni di colpi.

Mi ha fatto sensazione vedere due donne scendere a livello che definirei sub-umano.

Va be’ che  le linee di demarcazione tra i sessi sono ormai confuse, che le donne possono  e debbono poter fare tutto quello che fanno gli uomini.

Ma il troppo e’ troppo, almeno sul ring.

 

 

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