Boniperti, intervista col trucco a Toronto

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TORONTO, 5 luglio – Una volta intervistai Giampiero Boniperti usando due registratori.

Quello che avevo in mano me lo fece spegnere, ma quello nella tasca delle giacca resto' acceso e registro' tutte le parole del presidente.

Questo simpatico episodio di quasi 50 anni or sono mi e' venuto in mente ieri, il giorno del 93mo compleanno del personaggio che ha fatto la storia della Juve dagli Anni 50.

Per chi non lo sapesse Boniperti, oltre ad aver vinto cinque scudetti e due coppe Italia con la Juve, a fine carriera e' stato prima consigliere di Gianni Agnelli e poi presidente del club bianconero.

Negli anni in cui fu presidente della Juve Boniperti aveva due regole: 1) mai far registrare le sue interviste, perche' poi, eventualmente, poteva smentire qualcosa di controverso che gli era scappato; 2) “fuggiva” dalla tribuna alla fine del primo tempo per rifugiarsi in auto dove ascoltare, in compagnia dell’autista, il resto della partita sulle frequenze di “Tutto il calcio….”. 

Quella volta si era nella tribuna stampa del vecchio e decrepito stadio CNE.

Prima della partita acconsenti' all'intervista...”a viva voce, disse, senza registratore”.

Ben sapendo di questa sua avversione, io ne avevo due, uno lo spensi, l'altro, che nella tasca interna della giacca, no.

Non ricordo esattamente cosa mi disse, ma certamente parlammo della sua Juve e della sua presenza a Toronto.

Sapevo che era diventato dirigente del Toronto Blizzard, cui aveva “prestato” lo stopper Francesco Morini, e si diceva che la Juve pensava di “assorbire” il Blizzard per avere un caposaldo nel calcio americano.

Si seppe in seguito che Boniperti stava esplorando anche la possibilita' di stabilire un fabbrica Fiat a Toronto dove Gianni Agnelli tarscorreva regolarmente per periodi di R&R al Royal York Hotel.

Il rapporto Boniperti-Juve-Blizzard rimase saldo negli anni: nel club di Toronto arrivo' infatti Roberto Bettega e la Juve venne al Varsity per alcune amichevoli.

Nell'intervallo di quella famosa gara, di cui non ricordo, purtroppo il risultato e il nome dell'avversario, Boniperti fece per andaresene.

Io gli ricordai che a fine partita nessuno lo avrebbe importunato (stampa e pubblico non sapevano della sua presenza) e, soprattutto, la partita non era radiotrasmessa.

Il giorno dopo, con mia grande sopresa, mi telefono' in redazione per complimentarsi dell'intervista e per come non avessi “travistate” le sue parole, riportandole fedelmente.

“Signor presidente, io ho una memoria di ferro”, gli dissi bugiardamente senza accennare al registratore nascosto.

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