Boskov, ironia in panchina

Con lui commenti spassosi ma veritieri, oggi soltanto caxxate

Boskov con Pagliuca, Viali e Mancini: con la Sam vinsero uno scudetto e un paio di coppe

Boskov con Pagliuca, Viali e Mancini: con la Sam vinsero uno scudetto e un paio di coppe

di Nicola Sparano

Arridateci Boskov e Trapattoni, please.

Tutti, o quasi, gli allenatori di oggi hanno ben poca di quella intelligente ironia di questi due tecnici, grandi non solo in panchina ma anche in sala stampa.

I Mister di oggi dopo le partite sparano sempre le solite caxxate per giustificare il risultato, senza mai scendere nello specifico e dire chiaramente perche' hanno perso o perche' hanno vinto, chi ha sbagliato, ma aggiungendo, qui e la', schizzi di veleno, a volta contro gli arbitri, i giornalisti, il terreno di gico, il tempo, il calendario.

Vujadin Boskov - del quale e' recentemente ricorso il settimo anniversario della morte – e' stato il Pele' delle dichiarazioni ironiche, frasi belle come i dribblig della perla Nera, con le quali descriveva il calcio, ed i suoi protagonisti, “bacchettando” chi lo meritasse con tre o quattro parole.

Oltre alla carriera a allenatore, con un bel po’ di successi – fra cui anche uno scudetto in Italia sulla panchina della Sampdoria, con la quale ha vinto anche una Coppa delle Coppe, due volte la Coppa Italia e una Supercoppa italiana – Boskov è divenuto celebre per una serie di aforismi che hanno caratterizzato il calcio di una volta, quando era piu' genuino e meno velenoso in tutti i sensi.

Gli aforismi sono frasi che esprimono in forma sintetica un qualcosa: il calcio nel caso del tecnico serbo che, detto per inciso, fece debuttare Francesco Totti quando aveva appena 16 anni.

Tutte le frasi di Boskov sono famose ma il top e' “Rigore essere quando arbitro fischia”.

Vujadin non poteva sapere che questa massima oggi non sarebbe valida, perche' c'e' quella benedetta Var che cambia le carte in tavola.

Nella mia classifica personale delle frasi celebri al primo posto, a pari merito, ci sono:

“Un grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri”.

“Io penso che per segnare bisogna tirare in porta”.

“Loro come noi, due gambe e undici giocatori in campo. Più di noi hanno solo le Fiat”.

Ecco, infine, molte delle sue altre frasui celebre, andate fino in fondo e vi scappera' un sorriso, o due.

“L’allenatore deve essere al tempo stesso maestro, amico e poliziotto”.

“Nel calcio c’è una legge contro gli allenatori: giocatori vincono, allenatori perdono”.

“Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla scala di Milano” .

“Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le metti nell’armadio”.

“Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili” .

“Più bravi di Boskov sono quelli che stanno sopra di lui in classifica".

“Se mettessi in fila tutte le panchine che ho occupato, potrei camminare chilometri senza toccare terra” .

“Un grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri”.

“Ci sono allenatori che pretendono di far mangiare ai loro giocatori prosciutto di San Daniele e formaggio Bel Paese. Poveri noi e poveri lor”.

“Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0”.

“Meglio un amico con difetto che niente amici: meglio campioni con difetto che niente campioni”.

“Non si possono prendere quattro gol contro aversari che superano tre volte nostra metà campo”.

“Se uomo ama donna più di birra gelata davanti a tv con finale forse vero amore, ma non vero uomo”.
“Se io slego il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo [giocatore all'epoca del Genoa]”.
“Palla a noi, giochiamo noi, palla a loro, giocano loro”.
“[Quando arrivò alla Sampdoria] Gullit è come cervo che esce di foresta”.

“[Quando andò al Milan] Gullit è cervo ritornato in foresta”.
“Questa partita la possiamo vincere, perdere o pareggiare”.
“Benny Carbone con sue finte disorienta avversari ma pure compagni”.
“In campo sembravamo turisti. Con la differenza che per entrare allo stadio non abbiamo pagato il biglietto”.

(Ad un giornalista che prevede la retrocessione del Napol): Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello”.
“Pallone entra quando Dio vuole”.
“Grandi squadre fanno grandi giocatori. Grandi giocatori fanno spettacolo e migliore calci”.
“Se vuoi fare una brutta figura, parla con gli arbitri, scoprirai le tue debolezze di carattere”.
“La mia grossa preoccupazione è prendere un gol meno dell'avversario”.
“Quando segnano gli avversari c'è sempre qualche distrazione dei difensori”.
“Chi non tira in porta non segna”.
“No serve essere 15 in squadra se tutti in propria area”
*Domani le frasi celebri di colui che disse: “Mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco”.

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