Canada alle urna per il dopo Trudeau

 

 

di Odoardo Di Santo

Lunedi’ 29 tutti alle urna.

Siamo alla fase  finale  della strana campagna elettorale  per scegliere il parlamento federale.

Come in una lotteria qualunque la domanda che vien posta e’: “chi vincera’?”

Per comprendere la stranezza Kafkiana   della situazione  bisogna cercare di mettere in ordine i tasselli del puzzle che e’ complesso e difficile da capire da noi comuni mortali.

I liberali sono stati al governo dal 2015.

Nel 2019 e nel 2021  indissero le elezioni nella speranza di ricevere la maggioranza dei seggi che pero’ gli elettori  negarono .

Trudeau, obtorto collo, fu costretto a chiedere l’appoggio parlamentare dell‘NDP con cui fu concluso un accordo   che forzo’ il governo liberale ad adottare riforme sociali perennemente promesse prima delle elezioni e dimenticate subito dopo aver avuto la maggioranza.

L’NDP fu fermo  e l’accordo produsse l’approvazione del sistema  di asili infantili  in tutto il Canada  con quota di $10  per tutti.

Fu introdotto il sistema di “denticare” che inizialmente ha dato assistenza dentistica  ai cittadini fino a 18 anni di eta’ ed agli adulti di oltre  65 anni.

Fu approvata la legge che proibisce di assumere crumiri dai datori di lavoro in caso di sciopero legale ed infine il “Pharmacare” cioe’ l’assistenza farmaceutica  per le donne e per i diabetici  che copre una larga fascia di cittadini, impossibilitati affrontare gli alti costi dei medicinali.

All’inizio del 2025 la situazione politica e’ deteriorata.

Il governo Trudeau  e’ entrato in crisi al punto che i deputati liberali in gran numero come i topi nel mare in tempesta hanno abbandonato la nave  e sono giunti al punto  di dimostrare un coraggio che nessuno avrebbe loro attribuito di chiedere le dimissioni di Trudeau. Molti deputati si sono affrettati ad annunciare di volersi ritirare e di non voler concorrere in vista dai sondaggi  catastrofici che davano il partito conservatore di Pierre Polievere marciare a 25 per cento di voti al di sopra dei liberali.

La nobili, commoventi ragioni  di non voler concorrere variavano da chi aveva scoperto lo struggente desiderio di voler passare piu’ tempo con la famiglia, di cui all’improvviso sentivano  la acuta mancanza .

C’era chi  all’improvviso aveva scoperto la necessita’  di dedicarsi ad un lavoro (produttivo?) e  tornare alla professione, qualunque essa fosse.

  Trudeau si dimise ed i liberali subito scoprirono il salvatore nella persona di Marc Carney ex governatore della Banca centrale canadese nonche’ di quella inglese.

Marc Carney, cosa cui e’ meglio non dare risalto   era anche il consulente economico del governo di Trudeau fino alla fine .

Nel frattempo tra una banca e l’altra era anche presidente della societa’ Brookfield  Asset Management da cui si dimise solo in gennaio di quest’anno per concorrere alla leadership del partito liberale.

Brookfield Asset Management  investe nelle Bermude, un paradiso fiscale .

Secondo il Toronto Star Carney ha aiutato la societa’ ad  evadere di pagare al governo canadese canadese dal 2021 $5,3 miliardi di tasse; l’evasione fiscale e’ un reato.

Secondo CTV la sede della compagnia nelle Bermude risulta nel locale di una negozio di biciclette.

Carney ha rifiutato di dichiarare  cosa contiene il suo pacchetto fiduciario (blind trust) da lui firmato, come si aspettano i cittadini che hanno diritto di sapere se, chi vuole governarli ha conflitti di interesse incompatibili con l’interesse generale del Canada.

La caduta di Trudeau fu anche precipitata  dalle dimissioni del  ministro delle Finanze  Crystia Freeland autrice della carbon tax,  oggetto di una campagna truculenta di Pierre Polievre che aveva fatto precipitare i liberali nei sondaggi di opinione pubblica.

Come niente fosse Carney e Freeland subito hanno annunciato di prendere le distanze da Trudeau e di voler abolire la carbon tax da essi istitutita, e di essere diversi dai liberali di Trudeau.

Nel frattempo Donald Trump, rieletto Presidente degli Stati Uniti ha seminato terrore nel mondo minacciando ed imponendo dazi a tutti i paesi anche a sperdute isole  non abitate dove vivono pacifiche colonie  di pinguini.

Ha minacciato in particolare il Canada ridicolizzando da volgare , rude  e  spregevole gradasso, il Primo ministro Trudeau  minacciando di fare del Canada il 51.mo stato ed imponendo  pesanti dazi  sui prodoti canadesi che hanno creato terrore, incertezza ed ansieta’ in noi tutti   ma al tempo stesso spingendoci ad unirci per difendere il Canada e combattere per i nostri interessi esistenziali.

Trump ha imposto anche una diversa dinamica alla politica canadese falsando le  nostre priorita’.

I canadesi all’improvviso devono far fronte al nemico del sud ed istintivamente  hanno fatto fronte comune cercando il leader  che meglio puo’ difendere il Canada.

Ma i problemi del Canada anche se in secondo piano non sono scomparsi e dovranno essere al centro dei nostri interessi.

(continua)

 

 

 

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