Clima, tutti a casa con un accordo imperfetto
Una caricatura di Greta che tira un trenino carico di leader del bla bla bla
“La Cop26 è finita. Ecco un breve riassunto: Bla, bla, bla. Ma il vero lavoro continua fuori da questi saloni. E noi non ci arrenderemo mai, mai”, ha scritto su Twitter l’attivista svedese Greta Thunberg.
di Odoardo di Santo
Dove ci sono troppi galli non fa mai giorno diceva l’antico proverbio, perche' tutti i galli vogliono cantare allo stesso tempo.
Per due settimane alla conferenza sui cambiamenti climatici di Glasgow COP 26, hanno partecipato oltre 2000 delegati tra cui rappresentanti ufficiali di 200 paesi oltre a delegati di organizzazioni dedicate alla lotta per frenare il riscaldamento del pianeta e giovani idealisti attivisti ispirati da Greta Thunberg, preoccupati del loro futuro.
Ma non erano tutti galli.
Tra i presenti c’erano pero' anche molti lupi della genia dei supericchi di solito restii a mischiarsi con i comuni mortali.
Sono piombati a Glasgow con 400 (quattrocento) jet privati.
C’erano rapprentanti delle grandi istituzioni finanziarie interessati a investire nella transizione ecologica verso energie pulite.
C’erano poi 500 rappresentanti delle lobby delle indusrrie petrolifere per i quali qualunque azione per controllare il clima entro l’aumento del’1,5% fissato nel 2015 a Parigi al di sopra del livello di riscaldamento anteriore alla rivoluzione industriale, e' anatema.
Sono in gioco non solo gli enormi profitti delle loro compagnie ma anche il malloppo dei sussidi di fondi pubblici che li rendono ricchi e superricchi.
Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale confermati dal boss dell’ambiente degli USA John Kerry, nel 2020 le industrie fossili hanno ricevuto da vari governi $5,9 triliardi, ripetiamo triliardi, di sussidi quasi il 7% del GDP globale.
Il Canadafiero sostenitore, a parole, della riduzione del riscaldamento climatico, nel 2020 ha concesso alle industrie fossili $ 18 miliardi di sussiidi di cui $3,28 miliardi per spese dirette e $13,6 miliardi in finanziamenti pubblici in gran parte attraverso la Export Development Canada.
I 500 possono dirsi soddisfatti dei risultati della Conferenza perche`hanno ottenuto di convincere i delegati a prendere impegni limitati solo ai sussidi “inefficaci” ai combustibili fossili e alle estrazioni che non hanno un «sistema di cattura di Co2».
La menzione esplicita dei combustibili fossili avviene la prima volta in una decisione della Cop 26 ma corre il rischio di diventare solo simbolica se non viene attuata.
I delegati politici non si sono messi d’accordo per aprire un fondo speciale che l’ONU aveva stabilito ai $ 100 miliardi per ripagare e «compensare» le «perdite e danni» che subiscono i paesi poveri non responsabili delle emissioni a effetto serra per molti ormai una questione di vita e di morte.
C’è solo l’impegno generico dei paesi ricchi di «considerare un raddoppio» dei finanziamenti e supporto per una “giusta transizione”. Tutto qui.
Il co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli ha commentato amaramente che “si spendono nel mondo 2mila miliardi di dollari all’anno in armamenti ma non trovano 100 miliardi di dollari promessi ai paesi poveri negl' inquinante del globo terrestre.
Era stato proposto di eliminarne l’uso nel 2050.
Nonnostante le denunce i delegati hanno dovuto accettare il veto dell’India e della Cina i due maggiori utenti del carbone.
Il comunicato finale ora stabilisce che l’uso del carbone non sara’ “ eliminato” come era stato proposto ma l’uso sara' “ridotto”.
E cio avviene nel giorno in cui a Delhi in India l’inquinamento atmosferico rende l’aria irrespirabile.
Le persone sono scoraggiate dall’uscire di casa. Il governo ha deciso di chiudere le scuole per una settimana e i cantieri edili per 4 giorni e sta considerando il lockdown totale .
La semplice verita' lapalissiana e' che costa sacrifici ridurre le emissioni di ossido di carbonio e frenare il riscaldamento del globo terestre, sempre che sia possibile.
Ma governanti e politici che devono essere eletti o rieletti hanno priorita' domestiche politiche ed economiche.
Sono restii a prendere impegni immediati e seri necessari secondo gli scienziati per tenere il riscaldamento al disotto di livelli pericolosi che producono effetti disatrosi come innalzamenti dei mari che possono cancellare intere isole.
Come hanno constatato i delegati delle Isole Marshall e delle Isole Fiji .
La conferenza COP 26, ha prodotto alcuni risultati .
C’è stata la dichiarazione congiunta Usa-Cina sull’importanza dell’obiettivi di 1,5 gradi (lunedì’ di sarà un video-vertice Biden-Xi Jinping); 100 paesi si sono impegnati a mettere fine alla deforestazione per il 2030; altrettanti affermano di tagliare il metano del 30%; 40 stati promettono lo stop al carbone (ma non ci sono né Usa né Cina); c’è l’impegno di un gruppo di non finanziare investimenti nei combustibili fossili all’estero; c’è l’alleanza Boga (Beyond oil and gas) che fa balenare l’uscita dai carburanti fossili. 450 istituzioni finanziarie, che gestiscono centinaia di miliardi di capitale, hanno promesso di investire in energie pulite.
Le emissioni globali del 2030 dovrebbero essere del 13,7% in più rispetto al 2010, mentre dovrebbero essere ridotte di almeno il 45% per avere a portata di mano l’obiettivo di 1,5°C entro la fine del secolo.
Ma secondo Climate Action Tracker, se venissero attuati gli impegni presi , nel 2030 saranno il doppio di quanto necessario per restare entro il limite di 1,5 gradi di riscaldamento medio.
L’aumento delle temperature nel 2100 sarà di 2,4 gradi,nonostante i nuovi impegni di decarbonizzazione presi dagli Stati alla Cop26 di Glasgow
I paesi ricchi eccedono del 30°% le emissioni del resto del globo.
La meta’ piu` povera del mondo anche con le decisioni prese a Glasgow sara' ancora molto al disotto dell’1,5% nel 2030.
Il compromesso laboriosamente raggiunto a Glasgow presenta promesse, ma non è vincolante, perché non è un trattato internazionale. Ne' sono previste sanzioni per chi non lo rispetta.
Chiudendo , la conferenza , il Presidente Alok Sharma ha avuto una reazione emotiva inaspettata .
Con i groppo alla gola ha chiesto scusa per come si è svolto il processo: “Sono profondamente dispiaciuto” ha concluso.
Le ong sono insoddisfatte, «non è sufficiente» per Oxfam, Greenpeace lo definisce «debole e compromissorio».
Greta Thunberg twitta: «Attenzione allo tsunami di greenwashing e alla propaganda dei media».
Per la Federazione luterana mondiale «deve essere fatto di più per raggiungere la giustizia climatica».
Per il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, «è un passo avanti, ma non abbastanza perche' stiamo bussando alla porta della catastrofe climatica”. Papa Francesco ha ammonito “Ascoltate i poveri e la terra” e chi ha orecchie per intendere intenda.