Italia e Canada, le due facce della medaglia mondiale
Certo, un mondiale con il Canada ma senza l'Italia e' uno scenario da incubo, inimmaginabile, incredibile, impensabile.
di Nicola Sparano
Puo' sembrare un sacrilegio paragonare il calcio al soccer, nel nostro caso la nazionale italiana e quella canadese.
Da quello che abbiamo visto venerdi' sono stati i ragazzi in rosso che hanno fatto godere, mentre quelli in azzurro hanno scatenato noia e sonno.
Il Canada ha giocato come se avesse fame.
L'Italia no, era sazia, compiacente quasi a miracol mostrare: “Lasciateci fare, noi siamo i campioni d'Europa”.
I rossi si buttavano su ogni palla sempre con il piede a tavoletta.
Gli azzurri si impapocchiavano: cinque o sei in pochi metri con passaggetti avanti indietro in orizzontale mentre gli altri chiudevano gli spazi.
Il Canada aveva un leader, uno che suonava la carica invogliando tutti i colleghi a buttare sangue su ogni palla.
L'Italia non aveva niusciuno, nessuno, che provasse ad alzare il ritmo e le qualita' delle giocate.
Alfonsino Davies in campo macinava palloni: lo abbattevano e lui si rialzava senza potreste; lo provocavano con entrate e maleparole ma lui evitava il trabocchetto della rissa e andava avanti.
Insigne e Chiesa, tanto per non fare nomi, giochicchiavano ben al di sotto della loro stratosferica reputazione senza metterci nulla di extra.
Puo' sembrare un sacrilegio paragonare l'operato dei due Ct, uno che ha vinto ovunque, l'altro uno sconosciuto che dalla panchina delle donne e' passato a quella maschile, salto mai visto prima sulla faccia della terra.
John Herdman non ha sbagliato una mossa, il Canada ha dominato senza concedere nada al costaricani.
Mancio, invece...
Invece non ha tappato il buco sulla fascia sinistra dove l'ex milanista Rodrigues si pappava in velocita' Chiesa e De Lorenzo: da quella parte e' nato infatti il gol del vantaggio elventico.
Mancio, soprattutto, non e' riuscito a sveltire la nanovra dell'arrancate centrocampo dove Barella e Jorginho, tanto per non fare nomi, non avevano ne' idee e energie.
Jorginho, che doveva essere sostituito, poi ha completato la frittata buttando via il rigore delle qualificazione.
Ora per l'Italia c'e' l'incubo della seconda apocalisse mondiale.
In Russia non ci siamo andati, in Qatar potremmo non andarci.
A questo punto la qualificazione non e' del tutto nella mani de noantri.
Anche vincendo domani in Irlanda, se la Svizzera ne fa 4 o 5 alla demotivata Bulgaria per gli azzurri sara' spareggio e ben sappiamo come fini' quattro anni or sono.
Mentre l'Italia piange sulla chance buttata alle stelle, il Canada aspetta fiducioso l'arrivo del Messico (martedi’ a Edmonton, ore 9, diretta Sportsnet).
Il Messico una volta faceva paura, aveva praticamente il visto mondiale assicurato essendo qualtativimente migliore della concorrenza Concacaf.
Ora non piu', e' sempre temibile, ma battibile come ha appena dimostrato gli Usa.
Il Canada, che all'Azteca ha pareggiato (1-1) all'andata, e' cresciuto molto sia livello fisico che mentale.
Oggi Alfonsino e compagni sanno di poter competere alla pari con tutti della zona.
La qualificazione per il mondiale e' giunta a meta' strada, sono state infatti disputate sette delle 14 partite in programma.
Ora come ora il Canada e' decisamente tra le tre aspiranti al visto diretto al tavolo dei grandi.
Certo, un mondiale con il Canada ma senza l'Italia e' uno scenario da incubo, inimmaginabile, incredibile, impensabile.
Incredibile sarebbe anche il possibile arrivo di Lorenzo Insigne a Toronto, ma questa e' un'altra storia.