Elezioni europee, anche chi ha perso dice di aver vinto

di Odoardo Di Santo

Lo scorso weekend sabato e domenica nove e dieci giugno si e’ votato nei 27 paesi che formano l’Unione Europea per eleggere il nuovo parlamento.

In Italia si e’ votato anche in 3700 comuni per rinnovare  i consigli locali.

Dalla serenità di Rocca Pia (272 votanti) immersa nel cuore delle immense verdeggianti distese boschive abbiamo cercato a fatica di chiarirci il senso delle tortuose manovre di quella che a causa della nostra inadeguatezza somigliano ad una incomparabile sceneggiata.

In Canada vige un sistema elettorale semplice.

Per i raffinati critici puo’ anche sembrare primitivo.

Forse non e’ perfetto ma   funziona dal 1867.

Gli elettori hanno il diritto della scelta apponendo una croce accanto al nome del candidato preferito. Chi riceve più voti viene eletto.

Gli eletti al parlamento federale e provinciale durante il mandato non   possono concorrere alle elezioni per l’altro ramo amministrativo . 

Un deputato del parlamento federale non può concorrere per un seggio al parlamento provinciale viceversa.

Cioè tutti sono liberi di concorrere ma devono dimettersi dalla carica cui sono stati eletti.

In Italia con l’aiuto degli esperti viene chiarito che tutti possono concorrere a tutte le elezioni.

Una norma peculiare di democrazia avanzata.

Ancora più avanzata la legge che permette ai leaders dei partiti  di concorrere alle elezioni europee, senza dimettersi dalla carica che occupano attualmente.

Anzi per elevare il quoziente democratico nessuno dei leaders dei partiti di governo e di opposizione  che concorrono  intende andare al parlamento europeo in caso di vittoria.

Giorgia Meloni primo ministro italiano ha fatto il pieno ricevendo oltre 500 mila preferenze.

Non lascerà la poltrona di capo del governo italiano.

Al suo posto sarà eletta-eletto il candidato  che riceve piu’ voti dopo Giorgia ed anche il  candidato più in basso nella lista se rientra nel numero di  seggi cui  ha diritto la lista del Primo ministro.

Ai semplici di spirito questa sceneggiata suscita strani sospetti forse di truffa ma certamente di presa in giro degli elettori.

La seconda osservazione ci porta a considerare che in Canada  i candidati vengono scelti nelle primarie o dagli iscritti delle sezioni dei partiti interessati.

In Italia i candidati vengono imposti dai boss dei partiti.

In Canada se ci sono elezioni in una provincia  non si è mai visto il capo del governo nazionale intervenire  nella campagna elettorale.

In Italia ogni elezione diventa il test della tenuta del sistema del paese che quindi viene sottoposto a continue fibrillazioni.

Alle elezioni europee il partito  guidato dal Primo ministro Meloni Fratelli d’Italia ha ricevuto il 28 % di voti confermandosi primo partito seguito dal Partito Popolare con il 24,08% di voti,  quindi dal Movimento Cinque Stelle decimato  con il 10% ,seguito dal due partiti che fanno parte della coalizione di Governo Forza Italia e la Lega con il 9% . Infine vengono  il partito Verdi Sinistra   con il 6% e da ultimi gli altri partiti che non hanno superato la soglia del 4% per avere diritto a eleggere membri del parlamento.

Fatto straordinario tutti hanno cantato vittoria, non solo la premier Giorgia Meloni che ha confermato il suo  partito al primo posto.

Non solo Elly Sclein leader del partito democratico che ha avuto una solida affermazione portando il Partito al secondo posto, riducendo la distanza da  Fratelli d’Italia da due a un milione di voti.

Per convincere un quarto dell’elettorato Elly Schlein al contrario dei soliti intellettuali di Magnagrecia   che con sussiego la deridevano perché avrebbe ridotto il Partito Democratico ad un centro sociale, ha dimostrato di essere riuscita a portare il partito tra la gente come ha dichiarato, parlando di salari e di diritti, di salute  e di clima, i problemi che assillano i cittadini e cui bisogna dare una risposta.

Per Schlein sono stati incoraggianti i dati delle amministrative, dove è emersa la conferma del Pd come primo partito in tutte le grandi città.

Ma si e’ dichiarato vincitore il leader della Lega l’ineffabile  Matteo Salvini  che alla precedenti elezioni del 2019 aveva ricevuto il 35% . Lo scorso weekend e’ franato al 9%. Beato lui  che si sente vincitore. Se non lo disarcionerà   la base del suo partito prima o poi finirà nell’oblio .

Similmente l’altro Matteo il  Renzi d’Arabia che aveva ricevuto il 41% di voti alle elezioni europee del  2014.

Ora con poco più del 3%% canta vittoria.

Rocca Pia come e forse più del resto dell’Europa ha visto trascorrere la campagna elettorale senza troppe eccitazioni. Ha votato il 31.9% degli aventi diritto riflettendo grosso modo i risultati nazionali.

 Queste le modeste osservazioni del vostro scriba  che nella pace di Rocca Pia si e’  impegnato nell’ardua impresa di   cercare di comprendere e di condividere con voi i misteri della politica italiana seppure inadeguatamente

 

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