All’inferno e ritorno Italian Style, la nazionale ci fa soffrire piu’ volte che godere
di Nicola Sparano
Un gol oltre il 90mo, non il bar-ritrovo ma dopo un’altra partita di sofferenza, e’ bastato a scatenare la festa.
Qualcosa in piu’ si e’ visto, e gia’ si parla di arrivare alla finale.
Contro la Croazia gli Azzurri hanno pescato il jolly - con una magnifica botta di chiappe - nella mano decisiva del terzo turno, superato quando a sperarci erano solo in pochi.
Il minimo e’ stato raggiunto soffrendo come accade puntualmente ogni volta che gli Azzurri scendono in campo a prescindere da chi sia il Ct.
Personalmente vorrei veder vincere l’Italia senza soffrire ma dominando.
In mezzo secolo da reporter le volte che gli Azzurri mi hanno esaltato con il loro gioco si possono contare con la dita della mano destra.
La prima volta fu in Messico 1970, anche in quella circostanza il turno fu superato con tre stiracchiati 0-0. Poi si arrivo’ alla semifinale con la Germania Ovest, passata alla storia per la girandola di gol culminata con il piattone decisivo del Golden Boy Gianni Rivera.
In Germania 1974 ci fu solo da piangere, Rivera e Mazzola erano alla frutta, Valcareggi si prese una ombrellata da Giorgione Chinaglia, i polacchi signoreggiano e Auf Wiedersehen.
La seconda volta fu in Argentina, nel mondiale del 1978.
Dopo la stiracchiata vittoria contro la Francia (2-1), l’Italia affronto’ l’Ungheria.
Che partita fu quella partita.
Niente tatticismi, attacchi a ripetizione e dominio completo. Mai avevo visto gli Azzurri cosi’ padroni del campo. Fini’ 3-1, con gol di Pablito Rossi, Benetti e Bettega che stabili’ una specie di record colpendo tre traverse.
In Spagna 82 fu goduria dopo tre squallidi pareggi.
Contro Argentina e Brasile inizio’ il filotto di felicita’, Diego Maradona fu imbavagliato e Pablito rifilo’ tripletta ai favoritissimi brasileri.
Ma anche quelle furono vittoria sofferte, in bilico fino all’ultimo.
Poi venne la Polonia e fu goduria, 2-0 senza alcuna palpitazione.
La finale contro i tedeschi mi tenne in apprensione sino alla ripresa. Nel primo tempo Cabrini falli’ dagli undici metri ed il mio alluce del piede destro non e’ piu’ lo stesso conseguenza del calcio sferrato alla scrivania.
Nella ripresa il compianto Pablito ci mise la testa, Schizzo emise l’urlo piu’ famoso del mondiale dopo il suo gollazzo e Spillo completo’ l’opera con una precisa rasoiata. L’immagine del Presidente Pertini in piedi sulla sedia fu la ciliegina sulla torta di quel memorabile mondiale.
Nel mondiale casalingo le notti magiche scattarono con l’ingresso in campo di Schillaci. Il duo Toto’-Baggio sembrava destinato a farci ottenere il quarto mondiale, ma a sgambettarci fu Maradona.
Negli Stati Uniti (1994) il primo turno fu superato soltanto grazie al ripescaggio. Contro la Nigeria Baggio fece come ieri Zaccagni, eravamo sull’aereo di ritorno quando il Divin Codino ci fece scendere portandoci alla finale. Ma prima ci fu la semifinale con la Bulgaria e fu goduria cortesia del divin Codino. Baggi realizzo’ due reti, poi si infortuno’ nella ripresa perche’ Sacchi non ritenne opportuno risparmiarlo in vista della finale che ci fece santiare dagli undici metri.
Nel 1998 in Francia c’e’ poco da scialare.
Quattro anni dopo, la Corea del Sud si compro’ l’arbitro Moreno ci rubarono la qualificazione.
Ed eccoci all’anno di grazia 2006.
L’Italia supera il primo turno senza esaltare e nel primo match da dentro/fuori ci scappa un generoso rigore che condanna l’Australia.
La prossima partita – 3-0 all’Ucraina – e’ un match vinto in bellezza senza soffrire.
Poi ritroviamo i soliti tedeschi, stavolti uniti e non divisi East/Ovest.
Tatticamente e’ la partita capolavoro di Lippi, Grosso la sblocca su assist al bacio di Pirlo, poi Del Piero chiude i conti.
In finale contro i francesi si soffre, Zidane prima fa il fenomeno poi fa il caprone sul petto di Materazzi che aveva segnato il pari. Con i francesi senza Zizou si va ai rigori. E qui la goduria e’ lunga 11 metri moltiplicata per 5. Tutti i tiratori azzurri gonfiano la porta, Pirlo, De Rossi, Materazzi, Del Piero, Grosso e l’Italia vince il suo quarto mondiale.
Da quella volta al mondiale ci andiamo due volte (sempre usciti dopo il primo turno) e due volte non ci qualifichiamo.
Il nostro calcio rialza la testa a Euro 2020, che vinciamo senza esaltare ma anche senza soffrire troppo. La goduria anche stavolta e’ lunga 11 metri ed i rigori fanno piangere l’Inghilterra.
Per concludere, certamente non tutti saranno d’accordo sull’accuratezza di questo flash/back, ma resta il fatto che la Nazionale ci ha fatto gioire poche volte.
Forse e’ per questo che le rare vittorie scatenano colossali entusiasmi.
*Nella foto, Woodbridge in festa dopo l’1-1 con la Croazia.