Elkan: “Sergio Marchionne era un vero patriota, ha salvaguardato l'industria italiana”
TORINO - Sergio Marchionne «era un patriota nel senso più alto della parola» e «le nostre battaglie sono sempre state battaglie per l’Italia mai battaglie contro l’Italia». Lo ha detto John Elkann, presidente di Stellantis, in una conversazione sull’eredità lasciata dal manager, scomparso cinque anni fa, contenuta nell’edizione aggiornata della biografia curata da Tommaso Ebhardt. «L’emigrante, figlio di un carabiniere, impegnato nella comunità italiana in Canada, insieme al giovane leader degli Agnelli, ha voluto fortemente salvaguardare l’industria nel nostro Paese. Avrebbero potuto fare scelte diverse se non avessero avuto a cuore la parte italiana.
Sarebbe potuta finire diversamente questa storia, con uno spezzatino di marchi e la perdita della base industriale del Paese», ha detto Elkann. « Stellantis non sarebbe stata possibile senza Sergio», che «ha realizzato una rivoluzione che solo un vero outsider come lui poteva portare avanti», dice ancora Elkann, sottolineando che «senza Stellantis, la mole di investimenti italiani, da Torino alla gigafactory di Termoli, non sarebbero possibili». Il riferimento è anche alla nuova Mirafiori, alla promessa di non chiudere alcuno stabilimento in Italia, dando a ognuno la propria ragion d’essere, all’obiettivo di mantenere in vita tutti i quattordici marchi del gruppo, compresi quelli italiani: Fiat, Alfa, Maserati e anche Lancia, che era invece destinata a scomparire. «Tutti obiettivi che solo la creazione di Stellantis permette di perseguire», si legge nel libro.