Euro 2024, padre e figlio a Berlino

Odoardo e Willam Di Santo davanti allo stadio di Berlino prima di Olanda-Turchia

di Odoardo Di Santo

Assistere al campionato di calcio europeo  e’ stata una esperienza esilarante.

A parte la perfetta organizzazione e alcune esibizioni poco sportive coincise con l’eliminazione di Albania e Croazia, il campionato si e’ svolto in un clima festoso ,anche se le squadre perdenti hanno sofferto sconsolati con molti  in lacrime per ferita lealtà verso i propri eroi  sconfitti. Essendo l’Italia fuori gioco dopo la disastrosa sconfitta, ognuno di noi si e’ raggruppato verso  la seconda squadra.

Abbiamo visto la Germania perdere dopo aver disputato una delle migliori partite del torneo.

I tifosi tedeschi  hanno offerto  una prova di maturità’.

I grandi stadi hanno registrato un esempio  di cosmopolitismo.

 La partita di Berlino tra Turchia ed Olanda – che alla quale ho assistito di persona con mio figlio William - e’ stata esemplare. Secondo le regole UEFA le squadre in competizione hanno diritto ad un numero rilevante di posti riservati.

In Germania vivono tre milioni di turchi. 

Quindi oltre ai posti riservati alla squadra i turchi residenti e cittadini tedeschi hanno potuto acquistare i posti riservati al pubblico. Dei settantamila spettatori presenti la stragrande maggioranza sventolava la bandiera turca con la Mezzaluna e la stella in un mare di rosso offrendo uno spettacolo folkloristico rumoroso ma pacifico specialmente dopo il goal iniziale della Turchia. La scena si e’ ripetuta nella semifinale tra Spagna e Francia, con gli spagnoli    che sono stati ammutoliti all’inizio della partita quando la Francia e’ passata in vantaggio con un clamoroso goal di Lolo Muani che purtroppo non ha portato la  Francia alla vittoria nonostante un buona performance  che ha deluso non solo i Francesi ma anche gli italiani  con cui abbiamo parlato che speravano nella sconfitta della Spagna per ripagarla della batosta inflitta all’Italia.

Previous
Previous

Canada scippato, Suarez azzanna il terzo posto

Next
Next

Italia e Inghilterra: due governi, due storie