Gigio merita 11 in pagella, Chiellini diventa Re Giorgio

L'Europeo slittato per “kitemmuort kovid” e' partito con il dramma umano di Eriksen e si e' concluso con l'incredibile comportamento dell'Inghilterra che ha battuto tutti i record di incivilta' sociale e sportiva indignando tutto nel mondo calcistico e non.

Giorgio Chiellini e’ diventato Re nel cortile della regina

Giorgio Chiellini e’ diventato Re nel cortile della regina

di Nicola Sparano

Belle partite, quasi tutte tirate ed emozionanti.

Quest'Europeo ha fatto godere gli amanti delle pelota al contrario dei saporifici mondiali di Mosca.

Ai mondiali con 32 squadre ci sono troppe nazionali materasso ed il torneo va avanti tra sbadigli e pennichelle.

Figuriamoci che avverra' tra un anno, quando a giocarsi la coppa del mondo saranno adddirittura in 54...

L'Europeo slittato per “kitemmuort kovid” e' partito con il dramma umano di Eriksen e si e' concluso con l'incredibile comportamento dell'Inghilterra, giocatori e fans, che, nella circostanza, ha battuto tutti i record di incivilta' sociale e sportiva indignando tutto nel mondo calcistico e non.

I trangugiatori di birra prima della finale hanno calpestato una bandiera italiana e fischiato l’inno di Mameli.

Alla fine del match, che hanno abbandonato prima delle premiazioni, hanno attaccato e picchiato i tifosi italiani.

Il tutto mentre i giocatori di Southgate sfogavano la rabbia togliendosi la medaglia d’argento del secondo posto, con un gesto tutt’altro che sportivo.

A Berlino quel grande xtronzo di Blatter non consegno' la coppa del mondo agli Azzurri.

Fino a quel momento non si conosceva la porta della xnofobia che il corrotto ex boss della Fifa nutriva verso l'Italia come paese per come giocava al calcio.

Il francesi, pero', accettarono sportivamente la sconfitta.

Gli inglesi, invece, hanno sputato (metaforicamente) sulla medaglia che non hanno vinto per due ragioni: 1) non hanno saputo sfruttare il regalo del primo gol; 2) non hanno avuto la freddezza, e le palle, per segnare dal dischetto.

Sui social gli spalatori di cacca se la sono presa con i tre poveracci ipnotizzati da Gigio, colpevoloi di avere la pelle nera.

Convinzione errata di avere la Coppa già in bacheca, violenza verbale e fisica contro i supporters azzurri, insulti razzisti vomitati sui propri giocatori solo per aver sbagliato un calcio di rigore.

Signore e signori, questo e' lo stile inglese.

L'inghilterra di solito predica bene, razzola male ed invoca a convenienza il Fair Play.

Anche sul razzismo nella cortile dei madama Elisabetta regna sovrana l'ipocrisia.

Mentre oltremanica continuano a rosicare di brutto, nel resto della terra si inneggia all'Italia e in molti si sbizzarriscono a stilare la pagella degli Azzurri.

In pagella i voti vanno da 1 a 10, ma trattandosi di caso speciale ci azzardiamo a superare il limite, dando un bell'11 a Gigio.

DONNARUMMA 11. La ragione dell'11 al Gigio eletto miglio giovatore del torneo? Gli sceicchi di Parigi gli daranno 11 milioni netti a stagione. Non male per un “guaglione” di 22 anni che ha pensato a se stesso e non al Milan. Gigio e' il simbolo dell'Italia che vince. Guantoni d'oro. L'erede di Buffon e Zoff.  Arrivato a Euro 2020 tra mille critiche, con l’abbandono al Milan e la storpiatura “Dollarumma” da parte dei tifosi rossoneri (e non solo), lo lascia con una coppa in tasca e il titolo di miglior giocatore del torneo. E dire che alcuni avevano pronosticato tempi durissimi per la porta azzurra, dopo il ventennio dominato da Buffon. Invece non potevamo capitare in mani migliori di queste: chiedere a spagnoli e inglesi per avere conferme. E il PSG, che l’ha preso a parametro zero, già si sfrega le mani.

MANCINI 10 e lode: partito dal niente ha creato un capolavoro. Tre anni di duro lavoro a creare automatismi, ad alimentare certezze e speranze, a restituire entusiasmo a una nazione intera, senza perdere mai per 34 partite. Da quello che abbiamo visto da lontano il Mancio e' andato avanti come un treno, senza badare a suggerimenti di schierare o sostituire quello o quest'altro. Il tutto all'insegna di tenere palla, rimambire gli avversari con girandole di passaggi.

Cosi in tre ani siamo passati dal mancato approdo in Russia alla scalata sul tetto d’Europa. Bravo Mancio, anzi bravissimo.

CHIELLINI 9,5: Nel paese della Regina e' diventato Re Giorgio. Gigantesco, commovente e intramontabile. Tra pochi giorni compirà 37 anni. Capitano e alfiere azzurro nella migliore tradizione del calcio italiano e nel solco dei suoi più grandi predecessori: da Facchetti a Paolo Maldini, passando per Gentile e Fabio Cannavaro. Il manuale del difensore centrale. Usa lo strapotere fisico con lealtà, giocando d’anticipo e d’astuzia, cancellando le leggi di gravità e la carta anagrafica. Ha soffocato Lukaku prima di ripetersi con Kane e, quando e' stato necessario, ha anche messo la sua esperienza in quella trattenuta su Sterling che poteva costargli il rosso se ci avesse messo malizia e cattiveria. Trascinante in campo, un esempio di leadership solare nello spogliatoio.

BONUCCI 9,5: Leo di nome di fatto. Sempre in campo, inappuntabile, insuperabile. Suo il gol pesantissimo di Wembley per riacciuffare l’Inghilterra e prendersi la Coppa. Regista arretrato, non ha sbagliato un passaggio, determinante anche esercitando il vero mestiere di difensore. E’ capitato solo una volta (Morata per l’1-1 della Spagna) che un attaccante si presentasse solo davanti alla porta. Chiusure, senso del gioco. Con una differenza: ha trasmesso serenità, mentalità vincente, motivazioni. E una feroce voglia di vincere, tutta juventina. Il valore aggiunto di Leo.

CHIESA 9: Il suo scatto sempvra quello di una molla compressa e poi libarata. Scatto di personalità e di prepotenza fisica, capacità di scavare la differenza con l’Italia, si è realizzato chiudendo l’anno della sua consacrazione a Wembley. Ci voleva Fede per superare l’ostacolo dell’Austria e per raggiungere il sogno quando sembrava impossibile. Berardi gli aveva sfilato il posto. Se l’è ripreso di cattiveria, lottando su ogni pallone. Ha messo la firma anche in semifinale segnando alla Spagna. «Un gol come quelli di mio padre Enrico». Ex Samp, portato alla Lazio da Mancini. Un altro segno del destino. Ci voleva una Chiesa al centro del villaggio azzuro.

JORGINHO 9: Il piccolo Giorgio” e' candidato al Pallone d’Oro, campione d’Europa con il Chelsea e con l’Italia. Una doppietta riuscita soltanto ad altri 9 giocatori nella storia del calcio. Play raffinato, lo guardi e ti chiedi se abbia la calamita al piede per attirare il pallone. Ne ha intercettati più di tutti (ben 25) all’Europeo. Serve impostare con un tocco o bisogna interdire, Jorginho c’è sempre.

 INSIGNE 8,5: Facendo le dovute differenz e' il Bruno Conti, in versione offensiva, dei tempi moderni. Un vero e proprio regista offensivo, utilizzato dal ct per legare il gioco tra le linee. Libero di svariare e di inventare. La perla all’Allian Arena di Monaco di Baviera per inchiodare il Belgio all’incrocio dei pali. Si chiama tiro a giro, una volta si diceva “alla Del Piero”, ma anche questo e' il segno dei tempi.

VERRATTI 7,5: In molti lo vedevano come una specie di palla al piede di un centrocampo a volte troppo lezioso. Mancini no, per il Ct e' stato sempre un elelento determinante. partito in sordina, con le scorie di un infortunio che lo hanno tenuto fuori dai primi due impegni di Euro 2020, ben presto ha mostrato una crescita esaltante diventando un punto di riferimento nella mediana azzurra. La forma fisica non era massimale, e si è visto: nelle partite chiuse a ridosso dei supplementari, Mancini è stato quasi sempre costretto a sostituirlo. Ma anche in debito di ossigeno, le sue doti in fase di palleggio sono state fondamentali: il dato sui palloni toccati è impressionante, e propizia, nella finale, anche l’importantissimo pareggio con un colpo di testa (non propriamente la specialità della casa). 

IMMOBILE 7: Ciro due gol e tante corse a vuoto. Ciro va premiato per la generosità e la capacità di mettersi al servizio dell’Italia: non godeva del gioco ideale e dei rifornimenti giusti per esprimersi, si è aggiunta la tensione emotiva per le critiche sopportate. Ha risposto con personalità e umiltà, lottando e sgobbando sul campo, meritando la stima dello spogliatoio. C’è anche la sua firma sull’Europeo cominciato alla grande a Roma, nel suo stadio.

BARELLA 7: Arrivato forse un po’ spremuto a questa manifestazione, dopo la trionfale cavalcata scudettata con l’ Inter, è riuscito comunque a offrire un contributo determinante in entrambe le fasi. Fondamentale il gol che ha aperto le danze nel quarto di finale, quando con una micidiale serpentina ha fulminato i legnosi difensori belgi. 

BERARDI 6: Parabola opposta a quella di Chiesa: si è spento velocemente, retrocedendo al ruolo di arma da usare a gara in corso. Chiude il suo Europeo con zero reti, qualche gol divorato ma anche un contributo a tratti prezioso. E, soprattutto, con la coppa dei campioni d’Europa. 

BERNARDESCHI 6,5: Si e' messo il luce alla fine quando ha dato all'Italia tanto sacrificio, pressing, corsa, e poi quelle esecuzioni dal dischetto, pressoché impeccabili. 

 LOCATELLI 6,5:  La doppietta rifilata alla Svizzera, con tanto di apertura volante a Berardi di 60 metri, è stata la sua consacrazione in azzurro. Poi

PESSINA 6,5: L’altra rivelazione azzurra a Euro 2020, e dire che lui non avrebbe neanche dovuto esserci: Mancini gli aveva preferito Sensi, poi rimasto a casa per via dell’ennesimo infortunio. E lui si è riscoperto subito fondamentale con la sua spregiudicata lucidità, stendendo prima il Galles e poi l’Austria.

CRISTANTE 6,5: Per caratteristiche era forse l’unico in grado di sopperire ai cali di Barella, vista la sua fisicità prorompente. Non a caso Mancini lo sguinzaglia anche nella finalissima, quando serve stagliare più intensità contro il centrocampo inglese. A suo modo, missione compiuta. 

SPINAZZOLA 9: Grande e sfortunato. I Mancini lo ha definito il miglior esterno difensivo dell’Europeo. Leonardo, sino alla lesione del tendine d’Achille (minuto 75 dei quarti con il Belgio), è stato l’uomo in più degli azzurri. Unafreccia a sinistra, progressioni e slalom irresistibili, combinando con Insigne: non bastavano i raddoppi di marcatura per fermarlo come è successo con la Turchia, con la Svizzera e infine con l’Austria. Un assist a Chiesa e il raddoppio nato da una sua discesa. Bravo anche in difesa.

DI LORENZO 6,5 : Arrivato a Euro 2020 nel ballottaggio vinto contro Lazzari, alla fine si è preso la titolarità anche a causa dell’infortunio di Florenzi. Qualche incertezza (il rigore concesso al Belgio, la mancata marcatura su Shaw in finale), ma complessivamente un apporto di grande solidità. 

EMERSON PALMIERI 6,5: Chiamato in causa dopo il crack di Spinazzola ha anzi offerto una serie di prestazioni di lucidità serafica: attento, pulito nelle giocate, perfetto nell’intesa coi compagni. Anche per lui un’annata da sogno: diventare per due volte campione d’Europa nel giro di poche settimane non è da tutti. 

FLORENZI 6: Ha finito in campo, come aveva iniziato. In mezzo, lo sciagurato infortunio che lo ha giocoforza tenuto fuori per quasi tutto l’Europeo. Alla fine però festeggia pure lui. VOTO: 6


ACERBI 6: Non appena è servito, si è fatto trovare subito pronto: al netto di qualche piccola sbavatura, è stato solido e attento. E buona parte del merito gol di Pessina, negli ottavi di finale contro l’Austria, va a lui: in piena area avversaria solo un attaccante di grande livello riesce a proteggere il pallone in quel modo. 

BELOTTI 6: Perde il ballottaggio con l’amico/rivale Immobile per manifesta inferiorità, e questo è tutto dire circa l’inconsistenza del nostro reparto offensivo negli impegni più probanti. In realtà è anche un giocatore capace di giocare spalle alla porta, bravo a difendere la sfera e a riciclare palloni puliti, ma forse la permanenza al Torino ha compromesso il suo naturale percorso di crescita. Il suo lavoro più prezioso è stato anche quello più oscuro, con le azioni di disturbo alle prime costruzioni avversarie. 

ITALIA 10

La vittoria ad Euro 2020 è solo la firma su un dipinto eccezionale ad opera di Roberto Mancini. Il ct azzurro, che ha preso l'Italia dalle macerie del 2018, ha realizzato un vero e proprio capolavoro, plasmando un gruppo composto da veterani esperti e giovani stelle pronte a brillare. Che la vittoria della Nazionale si da esempio per tutto il movimento calcistico nostrano.

Italia-Bulgaria il 2 settembre, qualIficazione mondiali

L'Italia riparte con le qualificazioni ai Mondiali 2022: giovedì 2 settembre è in programma la sfida casalinga contro la Bulgaria, avversario sulla carta relativamente comodo; tre giorni dopo (domenica 5 settembre) è in calendario l’ostica trasferta in Svizzera, mentre mercoledì 8 settembre è previsto l’incontro con la Lituania.

Si tratta di tre incroci determinanti per le sorti del gruppo C, dove l’Italia è al momento in testa a punteggio pieno con 9 punti all’attivo, inseguita a tre distanze dalla Svizzera (che ha giocato una partita in meno). Soltanto la prima classificata si qualifica ai Mondiali, la seconda deve invece passare dai playoff: il confronto diretto con gli elvetici, sconfitti dagli azzurri agli Europei con un secco 3-0 ma poi giustizieri della Francia, sarà dunque decisivo.

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“Juventini sempre zoccolo duro della Nazionale”John Groe: “L'Italia ci ha fatto godere, ora spetta alla Juve”

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L’Italia ha meritato, lo scrive un giornale (serio) di Londra