Green Belt, le bugie di Ford

Il premier si rimangia la promessa fatta:“Il popolo ha parlato e noi non toccheremo la Green Belt”. Parte della zona protetta acquistata sottoprezzo da developers ammanigliati al PC

di Odoardo Di Santo

Lo scorso giugno alle elezioni provinciali Doug Ford e’ stato rieletto  con una larga maggioranza in parlamento di 83 deputati .

Hanno votato  solo il 43% di elettori aventi diritto.

Peggio ancora alle elezioni municipali di ottobre a Toronto hanno votato  il 29% degli elettori , la percentuale piu’ bassa nella storia della citta’.

E’ ovviamente indice di un  stato di declino e di disaffezione verso le istituzioni ed i partiti  che deve preoccupare noi cittadini  perche’ ne vanno di mezzo i  valori della nostra societa’ come pure lo stile di vita.

Dovrebbe preoccupare anche  gli eletti alla cariche pubbliche nei comuni, nelle province e nel parlamento federale.

Al contrario in Ontario assistiamo  al susseguirsi di annunci,decisioni, leggi  che nella loro intemperanza rappresentano una incalcolabile perdita per la democrazia e per il nostro sistema sociale.

Nella tradizione canadese  le decisioni pubbliche tradizionalmente sono prese in base ad un approccio consultivo con lo scopo di produrre consenso.

Il Premier Doug Ford invece  prende ripetutamente decisioni e opta autoritariamente per l’approvazione delle leggi  di sua convenienza, anche se rappresentano il ripudio di suoi impegni passati.

Prima di essere eletto nel 2018  Ford fu costretto a reagire ad un video fatto circolare dai liberali in cui  annunciava  ad un gruppo di immobiliaristi (developers) potenziali finanziatori  che avrebbe  rilasciato  un “big chunk”  cioe’ una gossa fetta della Green Belt per sviluppo edificativo.

La Green Belt e’ una fascia di 800mila ettari di terreni agricoli che va da Niagara a Port Hope.

Nel 2005 il Governo di Mc Guinty la istitui  per  proteggere l’ambiente in zone delicate sucettibili di danni ambientali e per contenere l’espansione urbana indiscriminata nelle aree della Great Toronto  e Hamilton.

La Green Belt contiene aree agricole soggette a vincolo e pertanto di limitato interesse economico, al contrario delle aree edificabili.

Da cio’ l’interesse a svincolare pezzi di Green Belt rendeno i terreni edificabili.

Reagendo al  video Ford annuncio': ': “Molte voci hanno  detto che non vogliono che  tocchiamo la Green Belt. Noi governiamo per il popolo. Il popolo ha parlato e noi non toccheremo la Green Belt.”

Il Ministro degli affari Municipali Steve Clark presentando la legge per favorire   la costruzione rapida di fattorie e ufffici reitero': “Noi restiamo  fermi nel nostro impegno di proteggere la Green Belt per le generazioni future”.

Di nuovo nel 2020 in Parlamento Steve Clark disse chiaramente : ': “Se le comunita’ ci chiedono di sviluppare per fini edilizi parti della Green Belt la nostra rsposta e’: NO”.

Appena un anno fa Ford disse che aveva promesso  che “ non avrenmmo toccato la Green Belt”e “abbiano mantenuto la promessa”.

Con completo voltafaccia Ford ha annunciato la settimana scorsa  di aprire allo sviluppo edilizio 15 zone della Green Belt per complessivi 7400 acri da essere rimpiazzati altrove.

Ford ha difeso al scelletrata decisione con il bisogno di costruire case anche se e’ stato fatto notare l’ovvio e cioe’ che il bisogno di costruire case esisteva anche quando  Ford ed il Ministro farisaicamente promettevano di proggere la Green Belt.

Allora  quale puo’ essere la recondita spiegazione dell’urgente desiderio di costruire svincolando 7400 acri di Green Belt ?
Da una ricerca investigativa del Toronto Star/Narwhal e’ venuto fuori che dietro la santimoniosa decisione di Doug Ford, non ci sono solo nobili intenti di costruire abitazioni.

La ricerca di  Star/Narwhal ha rivelato che  otto delle quindici zone  svincolate  sono state comperate  nei quattro anni di governo di Ford.

Inoltre nove  degli immobiliaristi potenziali beneficiari hanno donato $572 mila dal 2014   al partito conservatore.

In un caso  una compagnia associata con il developer Michael Rice miracolosamente, due mesi prima dell’annuncio del governo, con intuito sorprendente ha acquistato  circa 700 acri di terre  nella GreenBelt  nella  Township di  King per un totale di $80 milioni.

L’opposizione a Queens Park ha chiesto all’Auditor General un investigazione sui guadagni e sui potenziali conflitti di interessi .

In particoloare la deputata Marit Stiles chiede di far luce (un audit) sui benefici per le casse pubbliche .

Inoltre nota  i “ sospetti tempi di acquisto recent e di terre nella Green Belt da proprietari di terre con legami con il Partito conservatori”.

Il Toronto Star  ricorda che la parola  C per conservazione non ricorre spesso negli annunci  .

Ma si puo’ trovare una possibile spiegazione andando  ad un episodio, secondo lo Star  significativo.

Lo Star scrive che nel 2010  Doug Ford fu inervistato con il Fratello Rob, sindaco di Toronto, dal Toronto Sun.

Rob Ford parlo’ di una azienda cui  era stato dato un contratto  senza asta (sole source) contrariamente alle procedure del Comune.

Il contratto sarebbe stato dato dopo una donazione  ad un politico.

Rob Ford disse allora: ': “E’ marcio fino all’osso ( It stiks to high heaven)”.

Doug  attualmente Premier allora disse: “E poi si scopre che ha contribuito alle persone che votano per lui”.

Rob  Ford descrisse la faccenda : “Corruzione e loschi traffici (sludgery)”.

Doug fu d’accordo e dichiaro: “C’e’ una cultura di corruzione alla quale  noi metteremo fine ”.


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