I diritti umani degli Inuit ignorati dal governo di Ottawa, deputatessa Inuit continua la battaglia fuori dal Parlamento
di Odoardo di Santo
Numilaaq Qaqqaq deputato al parlamento federale per Nunavut dal 1919 ha annunciato giovedi che non concorrera’ alle prossime elezioni in segno di protesta verso l’indegna assurda indifferenza del governo di Ottawa verso gli annosi gravissimi problemi degli indigeni che lei sperava di poter aiutare a risolvere in Parlamento.
Mumilaaq Qaqqaq esce dal Parlamento perche’ preferisce portare la sua battaglia laddove puo’ ottenere maggiori e migliori risultati.
Nunavut e’ il collegio elettorale piu’ grande del Mondo che copre l’ Arcipelago Artico con una superficie di 2 milioni e 93 mila chilometri quadrati (quasi dieci volte la superficie dell'Italia) nell’estremo nord del Canada con una popolazione di circa 39.000 abitanti sparsi in remoti villaggi accessibili solo con aerei o con imbarcazioni.
MUMILAAQ il cui nome gentile datole dal padre, vuol dire “la piccola che danza” e’ nata il 4 novembre 1993 e dopo l’impegno giovanile nella sua comunita' lavorando per il governo del territorio come funzionario nel settore dell’occupazione e come facilitatrice e volontaria, venne di colpo alla ribalta nel 2017.
In occasione dell’International Women’s day al Parlamento in sessione parlo' della sua visione del Canada e della sua comunita’ e rivelo’ l’alto numero di suicidi nella sua comunita’.
Ebbe una standing ovation.
All’eta’ di 25 anni – eta’ media della sua comunita’- fu eletta al Parlamento Federale come membro dell’NDP, animata dalla speranza di poter contribuire a sanare le storiche ingiustizie sofferte dalle comunita’ indigene del Canada.
Dopo due anni i suoi sogni sono svaniti di fronte al muro di indifferenza e al cinismo del sistema di potere imperante ad Ottawa.
Con tristezza e delusione ha buttato la spugna convinta dell’impossibilita’ di convincere il potere a cambiare una situazione che si tramanda da centinaia di anni ma ha messo in chiaro che non smettera’ di battersi per i diritti umani fondamentali del suo popolo.
Il suo annuncio non e’ stato un atto di ribellione o di sfida ma una grido di dolore ed una implorazione ai canadesi che lei considera alleati per fare pressione su chi ha potere.
In un discorso appassionato ed in un articolo sul Toronto Star ha chiarito il senso della sua decisione con parole eloquenti e strazianti che riassumiamo perche’ non hanno bisogno di commento.
“ Ero venuta ad Ottawa- scrive- cercando aiuto per il mio popolo ma nessuno si cura di agire.
Noi abbiamo il piu’ alto tasso di suicidi del mondo. Il costo degli alloggi e’ al di la delle possibilita’ ior parte degli Inuit.
Muffa e sovraffollamento negli alloggi pubblici e’ la norma.
Molti non hanno acqua potabile tutto l’anno.
Gli alimenti non sono sicuri.
Nella capitale Iqualuit un gallone di latte costa $20.
In aggiunta il razzismo , sessimo e la discriminazione generazionale che ho incontrato a Ottawa come giovane Inuk come pure le strutture delle istituzioni federali creano una enorme barriera per un deputato che rappresenta Nunavut, indipendemente dal partito.
Per il piu’ grande collegio elettorale del mondo non posso dare servizio ai miei elettori perche’ mi danno un budget minore di certi collegi urbani del sud dove gli elettori possono accedere ai loro deputati con subway o trasporto pubblico.
Dover affrontare questi problemi e’ gia insormontabile ma devo sentire la rettorica dei deputati,dei ministri liberali e dello stesso primo Ministro sulla ”riconciliazione” e sui “cambiamenti trasformativi” mentre non vedo cambiamenti reali.
La scorsa estate, dopo un viaggio nel collegio di Nunavut per documentare i costi umani sulle persone causati dalla crisi degli alloggi, rilasciai il rapporto “Sick of waiting”, nemmeno letto dal Ministro degli affari indigeni Marc Miller, come mi disse in persona.
Prima dell’ultimo bilancio federale le organizzazioni Inuit che hanno il mandato di rappresentare ufficialmente i nostri interessi fecero una richiesta di $ 500 milioni come misura di emergenza per affrontare la crisi degli alloggi. Nunavut ebbe $ 25 milioni.
Insolubili anche piccole poposte con minime spese che sono respinte dal governo liberale.
Ho proposto un emendamento alla legge C19 di usare la lingua indigena sulle schede elettorali per proteggere la democrazia pensando che per liberali e consevatori sarebbe stata una sciocchezza. Lo respinsero.
Ogni volta che ho fatto proposte di cambiamenti sono stata bloccata dai liberali ( e dai conservatori) che mi sorridono e paternalisicamente fanno complimenti al mio coraggio e poi mi sbattono la porta in faccia.
A volte il mio lavoro sembra senza senso quando quelli che hanno il potere seguitano a ripetere che ho ragione ma continuano a fare le cose storte.
Cosi io chiedo a tutti i miei alleati non indigeni di fare pressione sul governo federale e i politici che lo controllano. Non lasciateli liberi di farla franca piu’ a lungo.
Non ho piu’ fiducia in queste istituzioni fino a quando non avvengono cambiamenti.
Non potrei curarmi meno dei “ pensieri e preghiere” che ci ripetono quando avviene una tragedia Essi feriscono quando mascherano la piu’ “colonial” mancanza di azione”.
Mumilaaq fa una richiesta semplice ma da sempre inattesa: “Dateci i fondamentali diritti umani che ci avete promesso”.