Morto Boniperti bandiera della Juve, una volta lo registrai di nascosto
di Nicola Sparano
TORONTO - “Nel calcio vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”.
Il concetto parola d’ordine della Juve me lo confido’ di persona, una sera di luglio del 1980, il gigantesco personaggio che ha dedicato tutta la sua via alla Juve, prima da calciatore, poi da presidente, Giampiero Boniperti.
Boniperti era venuto a Toronto per il debutto nel Toronto Blizzard di Francesco Morini, lo stopper della Juve che avrebbe preceduto due altri juventini, Roberto Bettega e Seba Giovinco, nella scoperta del soccer nordamericano.
Mi disse che sarebbe stato disponibile per una intervista prima del match che si sarebbe giocato nello stadio, ora demolito, della CNE.
Titolai il pezzo “Intervista col trucco”.
- Una volta intervistai Giampiero Boniperti usando due registratori.
Quello che avevo in mano me lo fece spegnere, ma quello nella tasca interna della giacca resto' acceso e registro' tutte le parole del presidente.
Questo simpatico episodio, che risale esattamente a 41 anni or sono,mi e' tornatoin mente il giorno del suo 91.mo compleanno, il 4 luglio 2020.
Per chi non lo sapesse Boniperti, oltre ad aver vinto cinque scudetti e due coppe Italia con la Juve, a fine carriera e' stato prima consigliere di Gianni Agnelli e poi presidente del club bianconero.
Negli anni in cui fu presidente della Juve Boniperti aveva due regole: 1) mai far registrare le sue interviste, perche' poi, eventualmente, poteva smentire qualcosa di controverso che gli era scappato; 2) “fuggiva” dalla tribuna alla fine del primo tempo per rifugiarsi in auto dove ascoltare, in compagnia dell’autista, il resto della partita sulle frequenze di “Tutto il calcio….”.
Quella volta si era nella tribuna stampa del vecchio e decrepito stadio CNE.
Prima della partita acconsenti' all'intervista...“a viva voce, disse, senza registratore”.
Ben sapendo di questa sua abitudine, io me ne portai due, uno lo spensi, l'altro, che nella tasca interna della giacca, no.
Non ricordo esattamente cosa mi disse, ma certamente parlammo della sua Juve e della sua presenza a Toronto.
Sapevo che era diventato dirigente del Toronto Blizzard, cui aveva “prestato” lo stopper Francesco Morini, e si diceva che la Juve pensava di “assorbire” il Blizzard per avere un caposaldo nel calcio americano.
Si seppe in seguito che Boniperti stava esplorando anche la possibilita' di stabilire un fabbrica Fiat a Toronto dove Gianni Agnelli tarscorreva regolarmente per periodi di R&R al Royal York Hotel.
Il rapporto Boniperti-Juve-Blizzard rimase saldo negli anni: nel club di Toronto arrivo' infatti Roberto Bettega e la Juve venne al Varsity per alcune amichevoli.
Nell'intervallo di quella famosa gara, di cui non ricordo, purtroppo il risultato e il nome dell'avversario, Boniperti fece per andaresene.
Io gli ricordai che a fine partita nessuno lo avrebbe importunato (stampa e pubblico non sapevano della sua presenza) e, soprattutto, la partita non era radiotrasmessa.
Il giorno dopo, con mia grande sorpresa, mi telefono' in redazione per complimentarsi dell'intervista e per come non avessi “travistate” le sue parole, riportandole fedelmente.
“Signor presidente, io ho una memoria di ferro”, gli dissi bugiardamente senza accennare al registratore nascosto.
Siparietto al ristorante: Gabriele, Boniperti e la...pulce
Gabriele Pedano, il compianto grandissimo tifoso della Juve, di mestiere faceva il cameriere, prima al san Marco di St. Clair, poi al Boccaccio di Columbus centre. Una sera, dopo Blizzard-Juve (0-0), la cena si tenne al ristorante Casauria su Steeles. Gabriele volle esserci. Mentre serviva il presidente Boniperti gli sussurro': “La Juve e' come il pulce”. Boniperti, inorridito, stava per soffocare avendo in bocca un bel pezzo di bistecca. Come riusci' a inghiottire si alzo' urlando: “Ma come si permette?”.
Gabriele, con quella faccia da schiaffi che era il suo marchio di fabbrica, rispose: “La Juve e' come la pulce perche' e' sempre in testa”.
Tutta la sala scoppio' a ridere, Boniperti si sedette scuotendo la testa poco convinto.