Il mercato delle armi ristagna, la crisi in Ucraina cade a fagiolo

di Nicola Sparano

Semplificando, senza paroloni e teorie complicate.

Perche' Russia e America sono di nuovo ai ferri corti?

Per rilanciare il mercato delle armi, of course.

Il mondo, oggi, e' piu' o meno calmo, senza grossi conflitti.

In Afghanistan non hanno piu' le forze di occupazione nel mirino.

In Siria e dintorni le ostilita' ristagnano da quando l'Isis e' sparita.

Il Palestina si fanno soltanto ammazzatine sporadiche.

In Africa i signori della guerra usano piu' il machete che il mitra.

L'Arabia Saudita ha gia' fatto il pieno di armamenti di tutti i generi.

Israele ha di tutto e di piu', anche tante testate atomiche.

Insomma, per chi produce armi – piccole o di distruzione di massa – le riserve invendute si accatastano, il mercato ristagna, le fabbriche girano a vuoto e i conti in banca piangono.

Ergo, si deve accendere il fuoco da qualche parte.

Quello che sta accadendo in Ucraina cade a fagiolo per i mercanti della morte di occidente, di oriente e di ogni dove.

L'occidente in generale e l'America in particolare sono convinti che la Russia vuole riprendersi l'Ucraina perche' dalla Crimea sarebbe meglio posizionata per invadare l'Europa.

Invadere l'Europa?

Perche' dovrebbero farlo con le armi quando basterebbe chiudere il rubinetto del gas naturale e far morire di freddo, e di fame (le cucine senza gas non funzionano), tutto il vecchio continente?

Fermare il pericolo rosso?

Ci hanno provato in Vietnam, in sud America, in Africa e ognidove, geralmente lasciando morte e miseria (chiedere per credere a Venzuela e Cile in particolare).

Da quasi 60 anni se la stanno prendendo con Cuba, strozzandola con sanzioni verogonose.

Nel 1962 si rischio' la terza guerra mondiale, che sarebbe stata combattuta con le bombe atomiche, perche' la Russia voleva installare  basi di missili nucleari a Cuba, cioe' a poche miglia dall'a Florida.

Fortunatamente si raggiunse un compromesso.

Via i missili russi da Cuba, via i missili americani dalla Turchia al  confine con l'allora USSR.

Forse anche in Ucraina finira' con un compromesso, “tu dai una cosa a me e io do una cosa a te”, perche' la situazione conviene a tutti e due.

Nel frattempo si campa con ansia - come se la pandemia non bastasse – anche da noi in Canada visto che mister Trudeau ha detto che “la Russia sta cerando una scusa per invadere l'Ucraina e noi (il Canada) stiamo vagliando tutte le opzioni”.

L'opzioni numero 1 sarebbe inviare armi, che anche il Canada produce a bizzeffe ed ora non sa chi venderle.

L'invio di forze armate canadesi e' la seconda opzione: “magari – e' stato detto ad Ottawa – I nostri andrebbero come consiglieri ed istruttori degli ucraini”.

Ma al governo sono scemi o lo fanno?

Non comincio' cosi' anche in Iran e Afghanistan?

Nel frattempo il nostro Parlamento torna a funzionare, finalmente, il 31 di questo mese.

Era ora, non vi sembra?

Vista la “moria” di cittadini e lo scatafascio dell'economia, sarebbe stato aupicabile che il governo annullasse la pausa e lavorasse dal vivo e ininterrottamente alla soluzione dei nostri problemi attuali.

Senza andare a cer carne altri dall'altra parte del mondo, a meno che non si voglia appoggiare l'America e vedere un po' di armi made in Canada.

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