In campo the best, fuori ha fatto male soltanto a se stesso

Maradona mostra i muscoli dopo una seduta ai pesi

Maradona mostra i muscoli dopo una seduta ai pesi

TORONTO, 26 novembre 2020 – Si fece fare “u mazz tanto” da Ben Johnson per andare tirato e lucido al mondiale americano. Ho visto giocare parecchie volte Maradona, ma il ricordo piu' vivo che ho di lui e' il viso stravolto dalla fatica, le gocce di sudore che sembrano lacrime, e forse lo sono, e che lui raccoglie con la punta della lingua per annullare l'aridita' della bocca, mentre continua ad alzare i pesi.

Una, due, tre volte, su e giu', su e giu'. Chissa quanti quintali di ferro alzava in quelle sedute nella palestra di un'universita' di Toronto. Prima e dopo correva, tanto quanto non aveva mai fatto in vita sua. Su e giu', su e giu' per gli scaloni dello stadietto, sempre concentrato, sul volto una determinazione feroce di vincere anche questa partita.

La stava anche vincendo quella partita, prima che i grandi burattinai della Fifa, per servilismo verso gli Stati Uniti, lo fermarono con la ridicola accusa di essersi drogato con un cocktail dimagrante legale per tutto il mondo, eccetto negli Usa.

Quel famoso gol su punizione alla Juve (1985) me lo gustai di persona, ero sulla tribuna centrale del San Paolo, ed ero direttamente sopra il punto di battuta.

Un altro gol che ricordo fu contro la Samp quando Maradiego, come lo chiamo da sempre, segbno' di testa, evento raro per lui reso ancora piu' rarodal fatto che si era tuffato a fil di palo.

C'ero anche a Puebla (1986) quando Maradiego si libro' in area, torcendosi come un ballerino del Bolshoi, e trafisse il suo compagno del Napoli, Giovanni Galli.

Su Maradona - geniale in campo, irresponsabile nella vita – si sta scrivedo di tutto e di piu'.

Il titolo che mi ha colpito di piu' e' satto quello di un giornale francese: Dieu est mort, Dio e' morto.

Ecco, infine, come alcune estrapolazioni di articoli riguardanti Maradona.

Correva senza guardare la palla

Veloce ed estroso, senza mai guardare la palla. La forza di Maradona era questa, riuscire a tenere la palla incollata tenendo lo sguardo alto, cosa che lo rendeva elegantissimo.

Indisciplinato vovunque, eccetto in campo
Maradona, che era indisciplinato ovunque, in campo era disciplinatissimo. Maradona rispettò sempre il gioco del calcio, e quindi gli avversari. Giocava sempre, non cercava l'infortunio, non cercava di fuggire dalla partita, non cercava lo scontro.


Per un bambino sfido' Ferlainoe i Lloyds di Londra

Corse a giocare in un campo di patate ad Acerra in uno dei suoi continui gesti di generosità. Nell'85 il padre di un ragazzino che ha bisogno di un'operazione per salvarsi la vita chiede a Maradona di poter giocare per raccogliere soldi ad Acerra. Ferlaino, il presidente, non acconsente alla richiesta e Maradona paga una clausola di 12 milioni di lire e gioca in questo campo di patate, fangoso, dicendo: "Si fottessero i Lloyd di Londra, io gioco lo stesso". Diego era un immortale e come chi è immortale è costretto a vivere sistematicamente di espedienti.

La coca non lo miglioro', anzi

 Il doping, il vizio in cui lui cade, non gli servì a migliorare le prestazioni, anzi la coca fu un tormento e una dannazione. Diventa immediatamente un dio, un dio perché vince contro le squadre che impedivano sempre la vittoria, un dio perché non diventa lo sponsor delle aziende che in quel momento hanno tutti i più grandi marchi. Lui rappresenterà la Puma mentre tutti gli altri erano Adidas e Nike.

Schiacciato dal vizio e dalla camorra

E' impossibile raccontare cosa è stato Maradona. Maradona era il calcio e Maradona trascendeva il calcio, come tutto ciò che diventa simbolo; schiacciato completamente da una vita in cui era assediato, dove tutti chiedevano cose, cose, cose... A quel punto lui entra nel vortice. La Camorra ne comprende le debolezze, gli fornisce il veleno, la coca, le escort, lo tiene sotto estorsione. Il gossip vuole qualsiasi informazione su di lui e però c'è qualcosa che lo salva sempre: la voglia di giocare a calcio, un corpo incomprensibilmente unico, che nonostante i vizi, il poco allenamento, quando entra in campo non cade mai, non si ferma.

Maradona nacque piccolo, divenne grande
Maradona non ha nulla a che fare con i calciatori del presente, fragili, che come vengono toccati vanno giù, che cercano la punizione; diverso anche dalla fisicità da body builder che ormai costruisce i calciatori. Maradona non era un calciatore moderno, aveva la fisicità dei grandi calciatori del passato, del connazionale Sivori. Maradona giovane poteva assomigliare più a Garrincha che a Van Basten o Gullit.

La mano de Dios

Sì, la mano di Dio: la mano di Dio vista come una grande scorrettezza sportiva... La grande provocazione di Diego alla guerra inglese delle Falkland, ma soprattutto il dileggio. “Non potevo certo perdermi quel gol per qualche centimetro che Dio non mi ha dato”. Nella stessa partita, la furberia del gol fatto con la mano e il genio assoluto del secondo gol magnifico, unico.

Italia 90, il San Paolo alla fine lo esalta

La partita andò come tutti sanno. Gol di Schillaci e pareggio di Caniggia per un’uscita un po’ avventata di Zenga. Poi supplementari e calci di rigore con l’ultimo, quello fondamentale, messo a segno proprio da quello che i napoletani chiamavano ormai ‘Isso’, cioè Lui, il Dio del pallone. L’atmosfera rifletteva un grande disagio. Maradona, per la seconda volta in quattro anni, aveva riportato un’Argentina peggiore di quella del Messico, alla finale di un Mondiale che la Germania, qualche giorno dopo, gli avrebbe sottratto per un rigore regalato dall’arbitro messicano Codesal, genero del vicepresidente della Fifa Guillermo Cañedo, sodale di Havelange, il presidente brasiliano del massimo ente calcistico, che non avrebbe sopportato due vittorie di seguito dell’Argentina.

A Toronto il canto del cigno

Nel 1996 fu a Toronto per una partita esibizione, una delle sue ultime, gioco' un tempo con la maglia della Toronto Italia (allenatore Pinizzotto, presidente Fioccola), l'altro con la selezione della Nls. Era un Maradona con il fisico agli sgoccioli, pesante, senza fiato, stanco fisicamente e nella testa.

Eppure nel sinistro aveva ancora quella magia che incantato tuto il mondo, segno’ direttamente dalla bandierina del corner.

Sulla sua tomba dovrebbero scrivere:

Sul campo e' stato il piu' grande, nella vita non ha fatto male a nessuno, soltanto a se stesso.


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