Italia, nuovo Ct solita mentalita’

Luciamno Spallett in giacca e cravatta, nel napoli aveva sempre la tuta

Poveri noi. Non e’  questione di uomini. Non e’ questione di schemi. Non e’ questione di allenatore. E’ questione di mentalita’ . Trovato il golletto, tutti indietro. Nel primo tempo avevamo sette uomini nella loro meta’ campo, nella ripresa eravamo in 11 nella nostra. Era la Macedonia, perbacco, mica l’Argentina di Maradona o la Francia di Mbappe’. Difendevano il golletto  trotterellavano pensando chi ce lo fa  fare a spolmonarci. Spalletti ha lasciato il Napoli per il troppo stress. In nazionale lo stress sara’ doppio, o triplo. Per che’ qui non ha una squadra ma un branco di cani sciolti, superstar  senza cojones scesi in campo credendo che per vincere bastasse giocherellare.

E’ stato un debutto deprimente per tutti, in primis per  il Ct nuovo di zecca pescato dall’anno sabatical.

Spalletti ha debuttato in giacca e cravatta, lui che era abitato alla tuta.

Per risollevare quest’Italia dovra’ buttare il vestito da signore e indossare il camice bianco dello psicanalista per cercare di cambiare la mentalita’ del massimo risultato con il minimo sforzo. Nel calcio vince chi corre di piu’, o no?

In questa  prima partita di Spalletti gli azzurri hanno provato con il gioco corto e con i lanci lunghi. Insomma sono stati ne’ carne ne’ pesce. Chi ha meriatto la sufficienza tra gli azzurri? C’e’ chi dira’ Immobile, chi Barella. Nessuno si azzardi a dire Donnarumma. Gigio gioca con la prosopopea di essere il figlio del Padreterno, e commette  errori di rilancio da metterlo in galera. E sul gol   era piazzato male, o no?

Ora la qualificazione passa per  Milano dove arriva la nazionale di una nazione in guerra da piu’ di un anno. Come i macedoni  gli ucraini avranno qualcosa da dimostrare.

Gli azzurri, invece….

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