La farsa Italiana sulla Cittadinanza

di Odoardo Di Santo

La legge sulla cittadinanza  è un progetto in continua elaborazione, per rispondere alle mutevoli esigenze della societa’.

In Canada è una cosa seria. In Italia la solita farsa.

Sono emigrato in Canada alla fine del 1967 anche sull’onda del successo del celebrazione del suo centenario  .

La cittadinanza canadese allora veniva concessa agli immigrati dopo cinque di residenza legale.

I nuovi immigrati tra cui molte migliaia di italiani contribuirono al forte boom economico del dopoguerra che lanciò il Canada all’apice dei paesi industriali del mondo di cui tuttora fa parte come  partner del gruppo  G7.

Il sogno degli immigrati era migliorare la propria condizione e tra l’altro di acquistare la casa in Canada dove le tasse comunali si basano sul valore degli immobili.

Gli immigrati con regolare visto di residenza  non potevano votare, essendo non cittadini. Erano contribuenti privi del diritto di potersi esprimere sulla conduzione degli affari municipali .

Per non parlare della legislazione sul lavoro ,dell’infortunistica e della politica finanziaria la cui giurisdizione e ‘di  competenza dei parlamenti provinciali e del parlamento federale.

Sulla spinta dell’iniziativa di gruppi comunitari tra cui gli italo canadesi  maturò   la  proposta di dare voce a chi contribuiva all’economia canadese.

Molti pagarono anche un forte   contributo personale non solo economico ma anche  in termini di sofferenze e morti a causa della mancanza di legislazione di protezione  e di sicurezza sul lavoro.

Noi italo canadesi di Toronto abbiamo eretto un memoriale in onore dei lavoratori italiani uccisi sul lavoro.

Finora ha registrato più di 2000 nomi di italiani morti dall’inizio del flusso immigratorio. .

Il parlamento federale recepì le istanze degli immigrati e ridusse da cinque a tre anni il periodo di residenza in Canada per ottenere la cittadinanza.

Alle elezioni dell’Ontario del 1975 con una pattuglia di emigrati italo-canadesi fui eletto al Parlamento dell’Ontario.

Se ipoteticamente fossi emigrato dal Canada in Italia probabilmente starei ancora aspettando di ottenere la cittadinanza italiana.

Premesso che non ho alcuna aspettativa che il branco di politicanti Italiani al potere prendano notizia, propongo un esempio solare.

La Signora  E congolese francofona e cattolica, con l’aiuto delle suore fuggì dalla Repubblica Democratica del Congo dove  allora come oggi le donne sono vittime di inaudita violenza e sbarcò a Roma come rifugiata.

Le suore la aiutarono a frequentare le scuole dove conseguì la laurea mentre guadagnava da vivere  occupata in umili lavori , a salari di fame, come avviene ancora oggi tra i lavoratori immigrati, vittime dello sfruttamento del cosiddetto Caporalato.

Dopo dieci anni senza la prospettiva di ottenere la residenza fu consigliata dalle suore di emigrare in Canada come rifugiata, dove le fu concessa la residenza   senza problemi. Dopo tre anni  ottenne la cittadinanza canadese.

Nel frattempo ha frequentato l’università e conseguita la laurea in scienze sociali ed è ora impiegata dal Consiglio scolastico cattolico francofono.

In Canada ha avuto un bambina cui automaticamente  è stata concessa la cittadinanza canadese.

La legge è semplice.Chi nasce in Canada è cittadino canadese in base al vigente jus soli che è anatema per i politicanti italiani.

Il governo canadese ha gradualmente e progressivamente migliorato la legislazione per estendere il diritto di cittadinanza nella convinzione che i cittadini contribuiscono  allo sviluppo ed al rispetto delle leggi del Canada se sono trattati con rispetto.

La scorsa primavera il 23 maggio il governo federale ha introdotto in Parlamento il disegno di legge BillC-17 che intende estendere la cittadinanza a molti nati fuori del Canada da un genitore di cittadinanza canadese di seconda e successive generazioni.

Se una marziano scendesse sulla terra impallidirebbe allo spettacolo vergognoso offerto dai partiti di governo Italiani. 

Il partito Forza Italia, epigono del defunto Silvio Berlusconi , per iniziativa dello scialbo leader Antonio Tajani che ricopre anche le cariche  di ministro degli esteri e di vice presidente del consiglio  ha avuto la brillante idea di risolvere “definitivamente” la questione  della cittadinanza.

  Fermamente deciso a negare il jus soli , la mente dell’esimio ministro aveva inizialmente partorito un’idea originale.

E cioè ,bontà sua, aveva presentato  una proposta che  prevedeva di concedere la cittadinanza  a chi avesse frequentato le scuole italiane per 10 anni.

Con grande sollievo delle migliaia di immigrati manuali che hanno attraversato il mediterraneo nel quale muoiono ogni giorno tanti poveretti   che non ce la fanno.

  Defini’ la proposta di legge “ Jus culturae “ in latino, per dargli una vernice   di rispettabilità.

Senonché la proposta di legge di Forza Italia ha fatto saltare i nervi al Leader del partito La Lega Matteo Salvini notoriamente allergico a tutto ciò che puzza di cultura che subito bocciò l’idea..

Il ministro Tajani non si è perso di coraggio .

Per sopire l’ira del Ministro Salvini e per ridurre anche maggiormente l’accesso alla cittadinanza ha deciso di modificare la proposta di legge.

Usando di nuovo il latino l’ha definita “Jus Italiae” con il duplice scopo di accontentare i suoi colleghi/nemici di governo della Lega e di dare alla legge un’impronta patriottica , nozione in voga con il governo di destra , oggi al potere in Italia .

Presto detto. Né Jus Soli, né Ius Culturae  ma  "Ius Italiae" che prevede, si legge nel testo, che «lo straniero nato in Italia o lo straniero che arriva in Italia entro il compimento del quinto anno di età, che risiede ininterrottamente per dieci anni in Italia e frequenta e supera le classi della scuola dell'obbligo, 5 anni elementari, 3 anni di medie, 2 di superiori, può ottenere la cittadinanza italiana, a 16 anni”.

  Quindi la prima grande modifica apportata dal Ius Italiae sarebbe il riconoscimento della cittadinanza a 16 anni al ragazzo straniero che risiede in Italia e supera qui tutta la scuola dell'obbligo.

A Tajani ovviamente non piace  la nuova legge canadese Bill C-17 che estende la cittadinanza a figli e nipoti di cittadini canadesi residenti all’estero.  

Infatti la nuova proposta di Tajani prevede che lo straniero con sangue italiano non potrà più avere la cittadinanza se i genitori, i nonni e i bisnonni sono nati all'estero . Lo stesso vale per chi viene adottato all'estero da oriundi. Si tratta, di fatto, di ridurre la possibilità di trasmissione della cittadinanza tramite lo ius sanguinis. «Il principio è valido fino al bisnonno e poi basta, non fino al 1861 come in precedenza - ha spiegato Tajani - vogliamo evitare le truffe sulla cittadinanza, non deve diventare un business o una barzelletta, perché è una cosa seria».

Viene da pensare al caos che regnerebbe in Canada se il governo ed il parlamento adottassero una simile astrusa idea.
Mio padre emigrò in Canada ne1923.Tajani toglierebbe la cittadinanza ai mie figli perché` mio padre era tornato a vivere in Italia?

 Tajani vuole evitare le truffe sulla cittadinanza per sopire l’ira della Lega che considera gli immigrati gente da espellere, al pari del suo ispiratore Trump per i il quale i potenziali emigrati dai paesi del sud sono tutti delinquenti da espellere immediatamente.

Tajani sulla cittadinanza non ha avuto la comprensione del popolo leghista radunato a Pontida.

Anzi,  alcuni militanti del Carroccio hanno attaccato   il ministro degli Esteri con striscioni e cori in cui è stato definito «scafista».

Per Salvini  : «La legge sulla cittadinanza va bene così   e non è una priorità,” il problema  e’” “Togliere cittadinanza a chi delinque. “

In parole povere ampliare l'accesso alla cittadinanza non è mai stato nel programma di governo e non rappresenta un'urgenza.

Fine della pagliacciata.

 

 

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