La parabola del Canada e dell’Italia, avanti tutta verso opposti poli
di Odoardo Di Santo
Le cronache dei nostri giorni che si commentano da se sono l’indicazione della parabola dell’Italia e del Canada e la prefigurazione dei loro diversi destini che vanno maturando..
Dal Toronto Star riportiamo per sommi capi la cronaca di due recenti immigrati in Canada.
“Rashi Kotwal e Ilia Beliakov vengono con background diversi dall’altra parte del mondo. Ambedue sono venuti per lavorare nel corridoio Toronto-Waterloo, il maggior agglomerato tecnologico del Canada.
Hanno lasciato l’Inghilterra perche’ i vecchi genitori di del marito non potevano visitarli per piu’ di sei mesi a causa delle restrizioni del Visa (permesso di soggiorno) messo in atto dal governo inglese dopo Brexit.
Kotal che viene dall’India con background in scienze computersistiche ha trovato subito un lavoro con la societa’ Communitech. Il marito Beliakov lavora per Amazon a New York.
In Canada, dice Kotwal “e’ piu facile. E’ un paese talmente accogliente. I genitori possono visitarci e restare per sette anni .Siamo veramente felici”.
Le politiche immigratorie del Canada sono una delle ragioni per cui il settore tecnologico tra Waterloo e Toronto avra’ presto piu’ lavoratori occupati della Baia di San Francisco.
“Siamo in una fretta terribile” dice Chris Albinsom CEO ( Amministratore delegato) di Communitech.
Il Canada ha ammesso 400 000 nuovi immigrati negli ultimi 12 mesi di cui meta’ con STEM, (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e i relativi corsi di studio .
Durante il 2021 il corridoio Toronto-Waterloo ha creato 88.000 nuovi posti di lavoro aumentando l’occupazione totale nel settore tecnico di 313.700 unita’, un incremento del 350 per cento piu’ veloce della Silicon Valley.
L’agenzia italiana di stampa ANSA riportava qualche giorno fa:
“ Dodici laureati a Napoli lavoreranno come spazzini dopo aver vinto il concorso bandito dall'Asia, l'azienda per la raccolta dei rifiuti urbani a Napoli”.
Oggi il loro ingresso nel mondo del lavoro è stato sancito dalla firma del contratto alla presenza del sindaco, Gaetano Manfredi.
In totale 200 i nuovi assunti, tra i quali 169 hanno il diploma e 19 sono in possesso della sola licenza media.
Il neo assunto più giovane ha appena 18 anni e il primo classificato è stato Francesco Pio Letterese diplomato in Sistemi informatici aziendali.”
La testata giornalistica Fanpage sotto il titolo “Perché è più facile insultare un laureato che trovargli il lavoro per cui ha studiato” riferisce:
La destra smonta il reddito di cittadinanza e umilia quotidianamente i percettori. Nel mirino ora ci sono i laureati, che devono “accettare di fare i camerieri” senza battere ciglio. Ma non esistono mansioni con più o meno dignità. È lo Stato a dover valorizzare le competenze, ma essendone incapace spara su chi è in difficoltà.
"Non fate gli schizzinosi", "dovete accettare lavori umili".
E la parola choosy che riecheggia come un monito. Per scaricare il problema su chi il problema già lo subisce e soluzioni in mano non ne ha.
Per fargliene una colpa e acuire la sua frustrazione. Il governo Meloni ha cominciato la sua guerra – più che annunciata – al reddito di cittadinanza. Oltre a distruggere pezzo per pezzo l'aiuto – l'ultimo step è stata l'eliminazione dell'offerta di lavoro congrua – gli esponenti dell'esecutivo si sfogano quotidianamente contro i percettori.
L'ultimo, in ordine, è stato il sottosegretario Durigon: "L'offerta congrua che abbiamo in mente prevede che qualsiasi persona, anche laureata, se gli offrono un posto anche di cameriere casomai vicino casa è giusto che la accetti, perché se uno prende dei soldi pubblici non credo che possa essere schizzinoso". Ieri ci aveva pensato il ministro Lollobrigida: "Per generazioni i nostri nonni e i nostri padri ci hanno insegnato che si può andare a lavorare, anche accettando lavori umili".
Il punto, però, non è né essere schizzinosi né poco umili.
Questa narrazione portata avanti dal centrodestra è doppiamente discriminatoria: in primis per i lavoratori che svolgono mansioni "umili", che di umile non hanno nulla.
Anzi. Il punto è molto più semplice, ma inaccettabile da ammettere per chi governa: si tratta di qualifiche differenti, e in una società che funziona lo Stato crea le condizioni affinché ognuno possa essere utile a seconda delle proprie competenze.
Questo avviene con un processo lungo e complesso, che è compito di chi governa mettere in piedi. Certo è più facile umiliare chi non ce la fa e accusarlo, in Italia d'altronde funziona così. Ma in un Paese normale sarebbe molto semplice capire che formare capitale umano, a spese del singolo e della collettività, per poi impiegarlo in un lavoro nel quale non ha competenza è uno spreco. E questo non ha nulla a che fare con l'umiltà.
L'Italia è un Paese che forma giovani che insulta puntualmente, sia se vanno all'estero per trovare un'occupazione congrua, sia se restano e rifiutano di svolgere una mansione diversa. Perché alla fine schizzinoso è la versione italianizzata – come tanto piace alla destra italiana – di quel choosy pronunciato anni fa. Nel frattempo però non è stato fatto nulla per valorizzarle quelle competenze. E non ci si rende conto che un Paese che forma laureati e poi li insulta perché non vogliono fare i camerieri è un Paese destinato a morire.”