“La pecora al cotturo”, il pranzo della trasumanza e' la sagra di Rocca Pia

“Paese” , poesia di di Giuliana Di Bartolomeo, e’ un atto di amore verso Rocca Pia, un atto di affetto genuino e sincero verso il paese che l’ ha fatta sentire parte come e piu’ che se fosse una nativa.

Rocca Pia pittoresco borgo della Maiella, oggi ha cento residenti stabili, d’estate si moltiplicano

di Odoardo Di Santo

Le Sagre sono feste   popolari a cadenza   annuale che ricorrono nei mesi estivi,   originate da celebrazioni religiose di solito associate ad un prodotto tipico locale   

Per chi vive in un piccolo paese, Sagra e’ sinonimo di estate! .

Ogni paese ha la sua sagra da quella del pane, del carciofo,  della patata , dell’aglio, delle lumache e tante altre prodotte dalla fantasia che notoriamente non ha limiti.

Le sagre hanno carattere popolare e affondano le radici in tradizioni multisecolari come  le Atellane, che erano rappresentazioni popolaresche   importate a Roma dai Volsci sin dai primordi   della citta’. 

Le sagre per chi vive nei piccoli paesi riconducono all’infanzia e sono una tradizione, che riunisce tutti in piazza al ritmo di musica folkroristica, gusto e allegria!

Per anni immemorabili l’evento clou dell’estate di Rocca Pia e’ stato “La pecora al cotturo”.

Il cotturo nella volgata dialettale e’ un pentolone e l’evento merita una spiegazione.

Rocca Pia e’ un piccolo paese di montagna situato su un vasto territorio ricco di boschi e di pascoli dove le fresche erbe d’estate per secoli ospitano le greggi che in passato ripartivano a settembre lungo i “tratturi” per svernare nell’agro romano e nelle Puglie.

I pastori  che attendevano le greggi erano gli “ ultimi “ sulla terra,  umili lavoratori  impiegati in una economia di sopravvivenza.

Potevano godere dei frutti del loro lavoro ironicamente solo in caso di una disgrazia, cioe’ quando una pecora o un agnello erano vittime di un incidente e dovevano essere eliminati,   perche’ era impossibile trasportali giu’ nei borghi dalle alture montane dei pascoli.

Una volta macellate si mettevano interamente nel cotturo per essere cucinate a fuoco lento con le erbe profumate di montagna.

I pastori partivano per i pascoli con le greggi mentre la pecora si cucinava nel cotturo,pronta per essere consumata al ritorno dal pascolo.

Nel paese ogni anno il 14 agosto l’antico semplice ma gustoso piatto richiamava innumerevoli persone dai paesi limitrofi    .

Purtroppo la pecora al cotturo e’ stata innocente vitttima del covid 19. Temporaneamente si spera.

Le manifestazioni popolari a Rocca Pia, nel mese di agosto, sono sorprendentemente numerose   specie perche’ e’ un paesino di poco piu’ di cento residenti permanenti che si moltiplicano  d’estate.

Le manifestazioni sono di varia natura, come presentazione di libri, animazioni per bambini, serate danzanti sotto le stelle, musica classica, manifestazioni teatrali e l’immancabile karaoke.

Spicca annualmente il Premio letterario “Vincenzo De Meis” un roccolano,educatore e poeta dialettale autore di una imponente produzione letteraria dialettale come pure in lingua.

Quest’anno ci ha colpito una delicata poesia di Giuliana Di Bartolomeo.

Giuliana e’ una residente di lunga data , approdata al paese dopo il matrimonio dalla natia Sulmona .

La composizione intitolata con modestia “Paese” e’ un atto di amore verso Rocca Pia, un atto di affetto genuino e sincero verso il paese che l’ ha fatta sentire parte come e piu’ che se fosse una nativa.

Scrive “ti vivo, ti respiro, ti assaporo.

Sei un incanto”

Giuliana si sente parte del panorama dove “tutto e’ pace, tutto e’ calma” tra  “ persone semplici genuine e schiette”,di cui ”ha assorbito come linfa ogni usanza,ogni pregio,ogni difetto”.

Fortunata Rocca Pia  di avere Giuliana che l’ha arricchita  di  umanita’, gentilezza e di genuino  talento poetico.

                                               

PAESE

Non fosti per me culla,

il fato che dell’uomo ha piu’ fantasia 

e quell’amor che acceca e tutto fa lasciar,

mi condussero a te.

Sentii il tuo caldo abbraccio,

madre amorevole adottiva!

Ti insinuasti nel cor e nelle vene,

a te sento di appartener.

Ti vivo,ti respiro,ti assaporo……

Sei un incanto,

lontana da frenesie tossiche e fugaci.

Qui tutto e’ pace,tutto e’ calma!

Il tempo ha un senso,

scandito dai rintocchi,

cocchieri delle nostre giornate.

Persone semplici,genuine e schiette

Con orgoglio posso dir che son una di lor.

Fiore piantato in questa terra ombrosa,

ricca di minerali,

ho assorbito come linfa

ogni usanza,ogni pregio,ogni difetto…

Sei la mia inestimabile ricchezza,

gioiello che stringo ogn’or tra i mie pensieri.

E qui sogno di restar…

In questi giorni terreni

E ancor in quelli eterni.

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