La triste sorte degli ucraini tra fuochi incrociati: dopo 3 mesi di guerra nessuna soluzione in vista
Da sinistra, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francesee Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky, il primo ministro italiano Prime Draghi e il presidente della Romania.
di Odoardo Di Santo
L’invasione dell’Ucraina ha superato il terzo mese e all’orizzonte non si vede la fine della guerra, tanto meno la pace e neppure un cessate il fuoco.
La follia di Putin convinto di entrare trionfalmente a Kiev tra l’applauso del popolo felice di essere liberato ha prodotto migliaia di morti ucraini ma anche russi ed ha prodotto la distruzione di intere citta’.
Milioni di innocenti sono stati costretti a fuggire gli orrori della guerra che sembra avere per principale bersaglio le popolazioni civili.
A questo punto e’ utile fare una riflessione spassionata perche’ i danni sono mostruosi e le ripercussioni orribili anche su popoli che non c’entrano nulla con le vicende della Russia , dell’America, della Nato e dell’Ucraina.
I russi bloccano l’esportazione di grano dall’Ucraina.
Ci sono popoli dell’Africa come Egitto,Somalia Etiopia che sopravvivono con le importazioni di grano Ucraino.
Se non arriva il grano rischiano la fame, senza colpa .
Ieri proseguendo la processione dei leaders occidentali , il Presidente Francese Macron, il Primo Ministro Italiano Draghi ed il Cancelliere Tedesco Scholz hanno visitato il Presidente dell’Ucraina Zelensky
per cercare una via di uscita.
Il presidente Draghi ha messo in chiaro che bisogna cercare la pace ma che la pace deve essere fatta dall’Ucraina.
Il presidente Zelensky ha dato messaggi per una pace possibile , benche’ Kiev tiene fermo il principio della sovranità e intangibilità delle frontiere.
Ma ha chiesto piu’ armi per combatterere gli invasori.
Gli interessi in campo sono vari ed enormente disparati.
Nel campo occidentale sono emerse crepe tra chi vorrebbe la vittoria dell’Ucraina e l’umiliazione di Putin, e chi teme che il conflitto può causare il disastro per le economie dell’Europa.
Il presidente francese, Macron, pur riaffermando la solidarietà e il sostegno all’Ucraina, ha affermato che “non siamo in guerra con la Russia” e, soprattutto, che “non dovremo mai cedere alla tentazione dell’umiliazione o allo spirito di vendetta”.
Per gli Americani l’Ucraina e’ la prova di una specie di guerra per procura per dimostrare che l’America e’ ancora la potenza mondiale dominante e Putin farebbe bene a rendersene conto.
Basta sentire i messaggi che vengono da Washington.
Il Presidente Biden insuperabile gaffeur, in visita a Varsavia lo scorso mese proclamo’ platealmente: “Putin non puo’ rimanere al potere”, facendo sussultare il segretario di stato Antony Blinken che, imbarazzato cerco’ di correreggere il tiro dicendo che l’America non ha in programma il cambiamento di regime in Russia.
Ma il segretatrio americano alla difesa Lloyd Austin ha insistito , regime o non , gli Stati Uniti vogliono indeboliore la Russia.
Putin a sua volta, a parte le minacce di poter usare anche le atomiche se necessario, pur essendo copito dalle sanzioni severe imposte dagli Americani e dagli alleati della Nato, facendo il gradasso ci fa sapere dal forum economico di San Pietroburgo che le sanzioni non funzionano.
Anche se valutazioni indipendenti riferiscono che hanno messo in ginocchio l’economia russa, ma anche quella ucraina che si è quasi dimezzata.
La guerra ha scatenato l’inflazione in tutto il mondo a ridosso del disastro del Covid 19.
L’Unione europea quindi si trova a dover fare una difficile scelta tra la spinta verso un’intesa e la solidarietà nord-atlantica cioe’ in parole povere l’America.
Il dilemma e’ chiaro.
Se l’Occidente non dara’ armi prima o poi l’Ucraina sara’ sconfitta con le conseguenze che l’America in primis non puo’ accettare perche’ significa riconoscere che “e' finito il mondo dominato dagli Usa” come ha appena proclamato Putin al forum di San Pieroburgo .
Se l’Occidente continuerà a sostenere l’Ucraina con armi e soldi Kiev potrebbe resistere e non arrendersi , e Mosca non desistere, a prezzo di perdere soldati e mezzi. Si potrebbe profilare la prospettiva di una lunga instabilità .
La tanto conclamata unita’ mostrata finora dall’Europa potrebbe subirne i contracopli con nazioni su posizioni di resistenza a oltranza ed il il resto dell’Unione, la Francia in testa e la Germania per il compromesso nonostante l’invio di armi all’Ucraina.
Come in tutte le guerre c’e’ poi l’incognita della pubblica opinione che in Russia e’ per ora succube della stampa di regime, mentre in Occidente e’ a favore dell’Ucraina ,vittima dei russi.
Con l’inflazione che non sembra arrestarsi, con il gas che non arriva e con lo spauracchio della recessione non c’e’ da scommettere sulla resistenza ad oltranza dello spirito di solidarieta’ verso l’Ucraina.
Si aggiunga anche tra i fautori della fine delle ostilità la Cina, che ha ribadito l’alleanza con la Russia ma che sta perdendo miliardi a causa del crollo dei traffici con l’Occidente.
Le spinte contradittorie sono molteplici e scoraggianti ed e’strenuo essere ottimisti .
In un articolo su “The Atlantic” Ann Applebaum scrive che l’Occidente non ha interesse a offrire una via d’uscita a Putin.
Tuttavia, la coalizione occidentale «può franare, l’ondata di adrenalina che ha spinto esercito e leadership ucraini andare in frantumi, e l’economia ucraina peggiorare ancora».
Per Ann Applebaum nulla fa pensare che Mosca «voglia la fine della guerra o abbia bisogno di una via d’uscita».
Per Putin «distruggere l’Ucraina è un obiettivo essenziale… esistenziale. Dov’è la prova che abbia abbandonato questa idea?».
E Biden, ha rinunciato a quella di umiliare lo Zar?
La stessa posizione e’ presa dall’Intelligence Unite dell’Economist, che prevede che «la guerra si protrarrà, le questioni in gioco sono esistenziali e non soggette a compromesso».