Le tradizioni italiane sono in declino, per fortuna c'e' ancora chi cucina le lumache
Si stanno sbafando i faggiolini e l'insalata dell'orticello dietro casa.
Di questi animaletti cornuti, di nome e di fatto, non ce ne sono mai stati tanti come quest'anno.
Questione di condizioni climatiche, ma non solo.
Le lumanche – ciammaiche in abruzzese, ciammaruca in napoletano, marruzzella e' la lumaca di mare) – si sono moltiplicate perche' e' in via di estinzione chi va a raccoglierle nei loro habitat.
Una volta, di questi tempi, nel parco sotto casa mia c'era sempre una coppia, o due, di sessantini armati di sacchetti di plastica. Il meno agile dei due, o meglio chi aveva la schiena in migliore condizione, raccattava l'animaletto destinato alla padella.
Oggigiorno qualche goloso di ciammaruche campa ancora e scommetto che qualche ex ragazza di paese, oggi nonna, sa ancora trasformarle in deliziose (de gustibus non est disputandum) pietanze.
Ma chi se li pappa questi cornuti e vischiosi animaletti, chi li trova appetitosi?
Per i figli sono, ahime', disgustosi; i nipoti peggio che andar di notte; la moglie poi, la signora manco con binocolo vuole vederli.
Stando cosi' le cose anche le nonne sacerdotesse della cucina italiana lontano dall'Italia, hanno cancellato dai loro menu' casalinghi la pietanza che nel paese era servita in umido, piccante al limite della sopportazione, utilizzando lo stecchino per stanare parte della polpa, stando bene attenti a scartare l'ultima parte dell'animaletto che l'operazione di “spurgo” avrebbe dovuto ripulire, ma meglio non fidarsi.
I compatrioti che hanno avuto la fortuna/sfortuna di nascere nel cosiddetto Bel Paese ricorderanno come ai tempi che furono si pasteggiava a lumanche, la carne dei poveri in canna che gli “altri” trovavano a dir poco disgustosa.
Poi le lumache in umido divennero un piatto chic, come la pasta e fagioli o la trippa.
Oggi pasta e fagioli e trippa, nelle nostre feste italo, le servono come antipasti.
Le lumache, no, quelle vanno ad aumentare il distacco generazionale tra gli italici nati nello stivale, coloro cioe' che hanno due piedi in una scarpa, e chi hanno messo al mondo sotto l'acero.
Dio come passa il tempo, rispondeva Toto' a chi lo informava che Vespasiano (imperatore romano inventore dei bagni pubblici per raccogliere e tassare la pipi' poi usata per la conciatura delle pelli) era morto da duemila anni.
Sic transit gloria mundi, come a dire che il tampo cancella la gloria e anche gli usi e costumi.
Vedere per credere cosa sta accadendo tra di noi sulle rive, ed oltre, del Lago Ontario.
Usanze, riti, cerimonie importate dal Bel Paese, da sempre collante della vita sociale dei “paesani” stanno inesorabilmente scomparendo.
Per esempio, nei club che una volta erano il “paese fuori dal paese”, centro sociale di comuni piccoli e grandi, oggi ci sono soltanto quattro gatti, i sopravvissuti dei bei tempi di una volta; sangue fresco non se ne vede. I giovani hanno ben altro da fare che giocare a scala quaranta o ballare la tarantella.
Cosi' a tenere in vita club e caffe' sono i sopravvissuti dell'onda migratoria partita dal Bel Paese un bel po' di decenni or sono.
A Toronto un ritrovo dove si gioca a carte, si guarda il calcio in tv e si consumano pasti caserecci, e' il Club Fossacesia.
Ed e' stato qui che ho consumato la mia... vendetta.
Le lumache che si erano pappate la mia insalata sono finite in padella (vedere foto) grazie ad Antonio Carlucci, abruzzese di nascita, cuoco part time, amante della buona tavavola, e del buon vino, che per fortuna non ha dimenticano come la buonanima di sua nonna spadellava le ciammaiche.
A capolavoro terminato, gli spaghetti sono scomparsi mentre delle lumache sono restati soltanto i gusci.