L'Italia che vince fa rosicare (di nuovo) gli angle'; Canada-Usa versione femminile di Davide e Golia

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di Nicola Sparano

Prima la doppietta d'oro degli azzurri, poi nei tempi supplementari della domenica (4 am) si e' ripetuta le leggenda del Davide (Canada) che abbatte Golia (Stati Uniti) con una sassata lanciata dal dischetto.

Sono state una trentina di ore di goduria immensa, stratosferica, olimpica, culminate con l'abbraccio tra l'uomo-jet italiano di El Paso ed il grillo saltatore delle Marche “sporche” e con le americane in lacrime ai piedi delle canadesi esultanti.

Mai un cittadino del bel Paese aveva messo le scarpette chiodate nel rettilineo della corsa regina di ogni Olimpiadi, i 100 metri.

Erano 20 anni che le giovanotte del soccer biancorosso le prendevano dalle vicine di casa a stelle e strisce.

L'oro dei cento li ha vinti un omone, Marcell Jacobs, cresciuto sulle rive del Po che manco ricorda la citta' del Far West americano (El Paso) e spiccica a stento soltanto qualche parola di americano.

Il nostro “marcellino” e' partito come un fulmine lasciando nella polvere la grande speranza canadese De Grasse (terzo).

A questa finale non ha partecipato l'angle’ Hughes.

Era nella corsia di fianco a a Jacobs.

Forse la prossimita' con la maglia azzurra gli ha frantumato la nervatura.

Forse, anzi certamente, ha provato a fare il furbo.

E' scattato prima del tempo e si e' beccato il cartellino rosso del ritorno immediato a casa, bye bye, a con le orecchie rasoterra.

In Inghilterra, of course, hanno mal digerito il successo dell'italiano perche' la loro storica avversione a tutto quello che e' Made in Italy ha raggiunto i massimi livelli co nseguenza della trombata senza vaeselina subita nella finale Euro.

Dopo la delirante petizione per rigiocare la finale di Euro 2020, la lettera con insulti alla nostra ambasciata a Londra, il boicottaggio dei ristornati italiani e la cancellazione delle vacanze, ora se la prendono con il nostro velocista.

"Con tutto il rispetto per Jacobs, questa è stata la finale di Google", hanno scritto nel cortile di Madama Betta.

Quindi, secondo il giornalaccio angle' era necessario andare su Google per sapere chi fossero i finalisti, a suo dire perfetti sconosciuti. 

Sul Daily Mirror: "L'Italiano ha vinto per gentile concessione della falsa partenza di Hughes e dall'assenza di un certo Usain Bolt”. 

Mentre gli angle' continuano a rosicare il resto del mondo celebra l'Italia che vince con il sorriso in bocca.

Gianmarco Tamberi prima di questo storico oro aveva vinto, e pianto, molto.

Alle Olimpiadi di 5 anni fa non era andato perche' aveva una caviglia ingessata.

A Tokyo ha portato quel gesso sul podio che ha diviso con il qatariota Mutaz Essa Barshim.

Entrambi avevano saltato piu' degli altri, 2.37, poi hanno deciso di non andare allo spareggio e le regole hanno permesso loro di diventare campioni a pari merito dando un esempio di quella sana sportivita’ che nella Brexit non masticano.

Tamberi e' stato sempre un “grillo saltante” speciale, nel senso che ha spirito goliardico, il gusto della trasgressione, la ricerca dell'ironia, il piacere della compagnia e dell'avventura. Un esmpio? per anni e' andato in giro con mezza barba, si radeva a destra e lasciava intatta la guancia sinistra.

“E' l'anno dell'Italia”.

Lo hanno correttamente scritto in Spagna dopo il doppio oro di domenica.

Il 2021 passera' giustamente in cima all'albo d'oro dello sport azzurro avendo vinto l'Europeo di calcio e stupito il mondo nella gara regina delle Olimpiadi, i cento metri.

In precedenza era stato il 1982 a primeggiare.

Quell'anno, infatti, oltre al mondiale di calcio, imprevisto ma giustamente vinto battendo gente come Maradona, Zico, Lato e Rummenigge, l'Italia aveva trionfato anche nel ciclismo con Giuseppe Saronni. Quell'iride Saronni se la prese nel paese dei rosicatori che non accettano le sconfitte, l'Inghilterra.

La diretta dell'abbattimento delle gigantesse a stelle strisce e' avvenuto nel mezzo del cammin di nostra vita, pardon della notte.

Il primo tempo e' stato da sbadigli, tanti sbadigli al posto dei tiri in porta.

Nella ripresa le amerikane ci hanno dato dentro, mica tanto ma ci hanno provato, trovando sulla loro strada la versione femminile di Gigio, Stephanie Labbe.

La “portiera” canadese non ha dovuto effettuare grandissimi interventi perche' Megan Rapinoe e le sue sorelle sono fisicamente alla frutta, il loro ciclo e’ finito.

Cosi' ci scappa la sorpresa.

Al 72' l'episodio chiave, Deanne Rose si accartoccia in un contrasto, non e' un fallo chiarissimo.

L'arbitro ricorre al Var ed offre al David canadese il sasso per abbattere il Golia americano.

Sul dischetto si presenta una minorenne, Jessie Fleming, che, cool as a cucumber, insacca.

Tre note a piede pagina: 1) sembrava che il rigore lo devesse calciare Christine Sinclair, ma il capitano dopo aver raccolto il pallone e lo ha offerto alla Fleming in un gesto che santifica il passaggio delle consegne. Ora il Canada per l'oro se la dovra' vedere con la Svezia, che ha battuto l'Australia per 1-0. 2) Nella rosa titolari del Canada femminile e' presente Quinn, primo atleta trasngender della storia del calcio che fara' storia con una medaglia olimpica. 3) Spiace per De Grasse, ma i teleparlatori della Cbc davano come il nuovo Bolt hanno fatto una figura barbina. Occorre piu’ moderazione una maggiore conoscenza degli avversari.

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