Manuale Italiano per l’uso dei responsabili

di Odoardo di Santo

Manuale Italiano per l’uso dei responsabili

In America il senato  e' in stallo  con 50 senatori Democratici e 50 Repubblicani .

Il Presidente del Senato  che e' la Vice Presidente Kamala Harris  in caso di parita' vota, dando la maggioranza ai democratici.

Il nuovo leader del senato e' divenuto Cuck Shumer democratico.

Nessuno ha gridato allo scandalo, perche il sistema e' accettato da tutti.

In Italia i governi devono avere maggiornze  numerose , ma anche in tal caso  hanno problemi.

Conte ha ottenuto   il voto di fiducia dopo la defezione di Renzi.

Tutto chiaro? Macche'. La storia si ripete.

Dal Blog del giornalista Luca d’Alessandro riteniamo utile  riassumere i  fatti  quando nel 2010 scattò l’operazione “responsabili” per salvare dal colpo di mano di Gianfranco Fini il governo  Berlusconi eletto con la piu' ampia maggioranza parlamentare nella storia della Repubblica.

Fatti che si ripetono puntualmente oggi. 

“Ero capo ufficio di Forza Italia (partito di Berlusconi) e il coordinatore, Denis Verdini,( 6 anni di carcere per frode ndr.) si era assunto l’onere e l’impegno non solo di tenere la contabilità di quanti avrebbero deciso di fare da stampella al governo, ma a quali condizioni politiche.
In un registro c’erano tabelle di nomi, dove in verde erano indicati i sicuri e in nero i trattabili, con più o meno possibilità di successo.

Un materiale umano eterogeneo e bizzarro. 

I responsabili  sono deputati o senatori, ai margini, anonimi e destinati a una sicura non rielezione, che di colpo si trovano a essere determinanti, che all’improvviso vivono quel momento di celebrità e onnipotenza che mette loro in condizioni di chiedere qualsiasi cosa, perché in questi casi anche da uno solo di essi possono dipendere le sorti del governo.

E non sono solo i Razzi e gli Scilipoti.

 Quando un deputato veniva finalmente convinto ad accettare di far parte dei responsabili, lo schema era sempre lo stesso.

Verdini, l’interessato e ogni tanto il sottoscritto, si ritrovavano nell’ufficio del presidente Berlusconi, dove veniva celebrato il rito.

Su carta intestata, Berlusconi vergava di suo pugno l’impegno solenne a candidare in uno dei primi tre posti del collegio per le prossime elezioni il nuovo arrivato, suggellando il tutto con la sua autorevole firma.

Infine, il parlamentare si precipitava a una conferenza stampa per annunciare la sua sofferta e meditata decisione, “per alto senso dello Stato”.

In un’occasione, la storica segretaria di Berlusconi ci fermò all’ascensore e mi chiese se avesse potuto riavere il documento firmato per poterlo fotocopiare, scannerizzare e archiviare.

Quindi ce lo restituì.Il deputato in questione, non sapendo cosa significasse la parola “scannerizzare”, credette che quel passaggio di mano del documento altro non fosse che il modo per sottrargli una firma autentica e rifilargliene una falsa. Si placò soltanto quando per autenticare la firma di Berlusconi, lo stesso Verdini e un altro deputato, controfirmarono a loro volta il documento.

Il sottobosco di coloro che di colpo si sono trovati in mano il biglietto vincente della lotteria che permetteva loro di chiedere qualsiasi cosa pur di non far finire la legislatura è fitto di creature mitologiche.

Come quel deputato che prima chiese di essere nominato sottosegretario  assicurando di aver bisogno solo della proposta, che lui avrebbe prontamente rifiutato, ma che invece accettò, garantendo che il giorno dopo si sarebbe dimesso (gli serviva per dare lustro al suo piccolo movimento politico), salvo poi rimanere in carica fino alla caduta del governo Berlusconi (novembre 2011).

E ancora, gentili deputate semplici che avevano in tasca la solenne promessa di diventare addirittura viceministre e che mollarono la maggioranza perché offese dal fatto di aver ricevuto un semplice sottosegretariato.

La storia si è ripetuta di lì a qualche anno (legislatura 2013-2018) dopo la rottura del patto del Nazareno e la nascita della formazione Ala (formata da Verdini) .  Anche in questo caso, per tenere insieme i senatori, si fecero e disfecero capigruppo, si inventarono ruoli dirigenziali, per conferire galloni e bastoni di comando, senza alcun esercito alle spalle”.

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