Mls, l’America esclude Toronto, Montreal e Vancouver
Dal 3 aprile prossimo il pallone del soccer comincia a rotolare in giro per l'America, in Canada no.
La 26 stagione della Mls nasce, infatti, con un grosso interrogativo.
Che destino e' riservato alle tre canadesi, Toronto, Montreal e Vancouver?
Il muro virtuale alzato dal Coronavirus ha separato il Canada dagli Usa, commercialmente, turisticamente ed anche sportivamente.
I Raptors sono stati trasferiti in America dove stanno giocando e giocheranno sempre, almeno in questa stagione.
Per l'hockey hanno trovato un escamotage, una soluzione facile e logica: formare una gruppo tutto canadese e far giocare le sette squadre sempre tra di loro, poi per il playoff si vedra'.
Nel calcio le squadre canadesi sono soltanto tre, farle giocare soltanto tra di loro e' illogico.
Trovare una soluzione non e' facile, tanto e vero che la Lega nell'ufficializzare le date della prossima stagione ha detto chiaro e tondo che i tre club canadesi sono nel limbo, devono aspettare per vedere dove e come potranno giocare.
Nel frattempo Toronto Fc, Montreal Impact e Vancouver Whitecaps non figurano nelle due divisioni tutte americane -14 squadre nella Eastern, 13 nella Wester - la cui regular season sara' di 39 partite.
Da notare che il programma espansionistico del soccer continua, quest'anno debutta un'altra squadra, Austin Fc.
Per coloro che non hanno la memoria lunga si sottolinea che una della cause del collasso negli Anni 80 della North American Soccer League di Pele', Beckenbauer, Bettega, Chinaglia, fu il costante aumento delle squadre iscritte al campionato: senza grandi campioni sul viale del tramonto da reclutare e, soprattutto, senza un valido pool di ragazzi locali la qualita' dei team divenne sempre piu' misera, con quattro gatti sugli spalti la tv non era interessata, ergo la fine della NASL.
Oggi la situazione e' diversa, il soccer in tv tira.
Ma attenzione, se il prodotto non e' all'altezza, i fans si diradano, gli spalti si svuotano.
E' quello che sta accadendo, purtroppo, al Toronto Fc.
Negli ultimi tre anni c'e' stato poco da scialare.
Pozuelo non e' Giovinco, Bradley e Altidore sono alla frutta, gli altri sono compimari.
Ci sarebbe da rifare mezza squadra.
Il compito e' stato affidato al nuovo allenatore Chris Armas, ma a tirare le fila del club e' il general manager Ali Curtis, il cui track record in fatto di acquisti lascia a desiderare come dimostra il flop di Pablo Piatti.
Nel recente draft – sorteggio di giocatori provenienti dalle universita' Usa – Curtis ha prima venduto al Minnesota la sua 15.ma scelta per 50.000 dollari, poi ha prelevato da una da un college di Washington, alla 24ma tornata, un cero Matt Di Rosa, terzino sinistro, classe 1998, probabilmente di origine italiana. Con tutti il rispetto per il ragazzo, non era meglio cercare a Toronto, oppure, meglio ancora, far ritornare i ragazzi italiani cresciuti nel loro sistema poi sbolognati all'estero?
Per il Toronto Fc la stagione che sta per iniziare e' zeppa di interrogativi, a prescindere dove e come finiranno per giocare.