Modica era Covid free, poi vi ha “lavorato” una lucciola straniera
TORONTO, 17 agosto - Parafrasando Giulio Cesare di una “signora” peruviana si potrebbe dire: veni, vidi, copulo e infetto.
La signora in questione e' una escort, termine politicamente corretto in concomitanza con l’altra espressione di largo uso di lavoratrice del sesso per correggere le degradanti vecchie espressioni da taverna di prostituta e puttana, a Roma le chiamavano mignotte, poi c’e’ un termine piu’ elegante: lucciole.
Il suo blitz nel Bel Paese e' partito da Barcellona (come l'abbiano fatta entrare non si sa, e non si sa nemmeno se abbia fatto la quarantena) e terminato, per ora, in un ospedale di Perugia dove e' arrivata gonfia di Covid 19.
Dalla citta' spagnola la prostituta e' sbarcata a Ciampino, poi via treno ha raggiunto la Sicilia, precisamente a Modica, cittadina del ragusano, ricca di monumenti barocchi e famosa per il cioccolato dove pero' la “signora” ha esercitato la professione piu' antica del mondo per una quindicina di giorni.
Fin qui tutto ok, kosher come direbbero i compari con lo zucchetto, a Modica tutti tranquilli e spensierati visto che il paese e' Covid free, libero dalla pestilenza.
Poi arriva la bomba sotto forma della notizia della positivita' della zoccola itinerante.
E qui cominciano a tremare tre quarti dei carusi locali di tutte le eta'.
Non si sa esattamente quanti abbiano approfittato della disponibilita' della forestiera.
Un calcolo approssimativo lo ha fatto il sindaco Ignazio Abbate: 72 almeno.
Il primo cittadino ha calcolato che nell'appartamento dove la signora esercitava si recassero, per il quid pro quo, almeno cinque clienti al giorno: 5x15 fa 72, appunto.
E qui il sindaco ha lanciato un accorato appello a coloro che hanno copulato con la escort infettata.
“Andate a fare il test anche a rischio di farvi mettere alla porta da vostra moglie”.
Il pericolo, infatti, e' che il contagio raggiunga le famiglie prima, poi tutta la cittadina.
Non e' dato di sapere quanti carusi abbiano fatto il tampone quanti siano risultati positivi.
Omerta' anche sul fronte del numero delle mugghieri che abbiano preso provvedimenti nei confronti del mariti.
Trattandosi di corna, e' chiaro che i panni sporchi si lavano in famiglia.
Il blitz vado, vidi copulo ed infetto, ha allarmato mezza Italia, piu' o meno.
La tizia ha viaggiato da Roma alla Sicilia, poi di nuovo a Roma, quindi a Foligno nelle Marche.
Non si sa se abbia esercitato la sua professione strada facendo, ma avendo viaggiato in treno chissa' quanta gente e' transitata a tiro del suo virus.
Va segnalato - tanto per mettere altro pepe in questo episodio che sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere - che la escort in questione ha piu' di cinquanta anni, 52 secondo un giornale, 54 secondo un altro.
Non e' stata data alcuna descrizione fisica della prostituta in eta' da nonna, ma per continuare a fare quello che fa significa che come minimo sia piu' o meno come Ornella Muti, Barbara D'Urso o Sharon Stone.
Forse, ma questa e' un'ipotesi, vista la quasi totale scomparsa delle lucciole locali, i masculi abbiano fatto ricorso a quel vecchio e salace detto: ogni buco e' pertuso, dove pertuso sta per buca, fessura.
La peripatetica peruviana ha trovato spazio e clienti nel Bel Paese perche' le lavoratrici del sesso italiane sono in emergenza.
Pochissime di loro vanno ancora in strada, visti i rischi di essere denunciate e di contrarre il Covid-19, e in tante non sanno come arrivare a fine mese: non hanno abbastanza soldi per pagare l’affitto o per fare la spesa, e alcune hanno anche dei figli a carico.
Nel Bel Paese chi ha perso il lavoro, per intero oppure parzialmente, riceve un sussidio, piu' o meno 600 euro al mese.
Il sussidio lo hanno intascato anche cinque onorevoli di nome ma ominicchi di fatto che percepiscono 200.000 banane, intese come moneta Ue, all'anno e ne hanno beneficiato tutte le persone di categorie certificate ed accertate.
Le prostitute dallo stato non hanno avuto nulla, niente, zero.
Perche' non sono considerate lavoratrici del sesso come in quasi tutti i paesi civili, dove sono registrate e pagano le tasse.
Per la morale borghese del Bel Paese sono “scognomate” per dirla alla Toto’, soltanto buone per l’uso, come qualsiasi oggetto.
Per il resto meglio far finta che non ci sono.