Pomodori cercasi, vanno a ruba come la carta igienica
TORONTO, 16 agosto – Pomodori cercasi, disperatamente o quasi.
Non si sa perche', non si sa come, ma quest'anno per fare la salsa bisogna mettersi in fila, sotto il sole e con la museruola sulla faccia davanti ai punti di vendita.
I supernegozi nostrani non fanno a tempo a scaricare pomodori dai camion che gia' sono venduti, spariti.
Sembra sia come la farina in tempo di guerra o come la carta da gabinetto ai primissimi tempi della grande paura virus.
Comunque, la domanda e': di pummarole ne portano poche o le raccolte che sono scarse?
Non sono scarse, il problema e' che non ci sono chi li raccoglie.
Normalmente a lavorare nei campi sono i lavoratori stagionali, per lo piu' poveracci messicani, ai quali il virus ha negato la trasferta in Canada.
Comunque anche nel Bel Paese, a quanto sembra, scarseggiano, o almeno non sono disponibili come una volta.
Qualcuno afferma che anche la terra dei campi ha preso il virus e niente e' come lo era una volta.
Sara' folklore, ma una cosa e' certa: I raccolti di frutta e verdura sono scarsi rispetto a quando la pandemia non c'era.
Tornando in casa nostra, a Toronto, c'e' chi li vende a 30 dollari, chi a 20 a bushel.
Quelli piu' costosi sono migliori, sembrano quasi sammarzano.
Domani, lunedi', arriveranno altre consegne e spariranno subito.
La cosa che trovo divertente e' che le nostre figlie, le ragazze nate acca', non amano troppo cucinare ma alla salsa non rinunciano.
A patto che a farla sia mamma'.