Morto Menotti, vinse il mondiale 1978 a pochi passi da dove anche un giornalista dello Star rischio’ di diventare un “desaparecidos”
di Nicola Sparano
Era un capellone, che chiamavano El Flaco, il magrolino - che fumava come due turchi. Cesar Louis Menotti nel 1978 vinse il primo mondiale dell’Argentina, quello detto della “vergogna” perche’ si disputo’ mentre la giunta militare torturava e uccideva chiunque osasse opporsi al suo potere.
Menotti lo intravidi nella conferenza stampa dello Stadio Monumental dopo che la sua Argentina era stata sconfitta dall’Italia, 1-0 gol di Bettega.
In quella caotica conferenza stampa, dove i cornisti argentini si urlavano addosso, ricordo che lui il Ct disse: “Brava Italia, ci rivedremo in finale”.
Menotti ci ando’ vicino con quella previsione, purtroppo l’Italia perse il treno della finale contro l’Olanda che vinse con due gol da lontano che il mitico Zoff non vide o vide troppo tardi.
In finale l’Argentina, con quale aiutino, batte’ l’Olanda e il dittatore Videla alzo’ la Coppa del mondo nello Estadio Monumental, ameno di un chilometro da una scuola militare di Buenos Aires usata come centro di detenzione e tortura, mentre le feste popolari per le vittorie avvenivano in contemporanea con le manifestazioni delle madri dei desaparecidos, che chiedevano notizie dei propri figli scomparsi.
In quella scuola militare rischio’ di brutto un giornalista dello Star, J. K., che ebbe la pessima idea di baccagliare con due agenti in borghese.
J.K. era un po’ bevutello.
Venivamo dalla Cantina di David, un famoso ristorante di Baires il cui proprietario era cugino di Domenic Matera.
Nella Cantina di David cenava spesso anche la nazionale italiana, ma quella sera non c’era.
Mangiammo gratis con i migliori piatti della cucina italo-argentina, tracannammo Vino Tinto di San Pablo.
Al ritorno in albergo, io andai a dormire, il collega disse che voleva il bicchiere dalla staffa.
Per quel bicchiere stava per essere anche lui un desaparecidos.
Il perche’, me lo racconto’ lui stesso il giorno dopo quando lo rividi con un occhio nero e due denti in meno.
“Volevo una birra, ma dissero che il bar era chiuso. Io non ne ciolevo sapere, cosi’ arrivano due brutti ceffi che mi portarono in una stanzetta (era nella famsoa Scuola Militare) dove mi picchiarno di brutto finche’ non face ,loro vedere il mio pass mondiale, dimeostrando che ero un giornalista straniero. Non dissero un parola, uscironod alla stanza lasciando la ptrta aperta. Dopo un po’ mi feci coraggio, uscii, presi un taxi ed eccomi qui”.
Al ritorno in Canada scoprimmo che se l’era scampata per un pelo.