Palermo come Toronto nel 1960

Dalla tragedia di Hogg’s Hollow condizioni di lavoro  più sicure e più rispettose della vita umana.

In Italia si fa ben poco per fermare le stragi degli operai: in tre mesi ben 191 incidenti mortali

 

 di Odoardo Di Santo

 

Strage del lavoro a Casteldaccia, in provincia di Palermo.  Cinque operai, su un gruppo di sette, hanno perso la vita dopo essere rimasti intrappolati nei cunicoli della struttura sotterranea mentre lavoravano alla riparazione di una pompa sommersa nella rete fognaria dell’impianto Amap. 

Gli operai sarebbero deceduti a causa dell'intossicazione provocata dalle esalazioni. 

Quando è stato lanciato l'allarme sul posto sono arrivate diverse ambulanze  e le squadre dei vigili del fuoco.

 Tre operai sono stati estratti subito dopo l'intervento dei soccorsi.

Un sesto operaio è stato trasportato all'ospedale Policlinico di Palermo, dopo essere stato intubato, è gravissimo. Il settimo dipendente che faceva parte della squadra è riuscito a dare l’allarme e a chiamare i vigili del fuoco.

 Secondo una prima ricostruzione gli uomini di una ditta privata stavano effettuando lavori fognari, per conto dell'Amap, la società che gestisce le condotte idriche e fognarie a Palermo.

Erano però al lavoro sotto una cantina vitivinicola e la tragedia sarebbe stata provocata da esalazioni tossiche. 

Difatti, le vittime erano nei cunicoli dell’impianto di sollevamento delle acque reflue per la manutenzione e sarebbero rimasti soffocati dall’idrogeno solforato.

Il grido straziante della vedova di uno dei cinque operai che hanno perso la vita ha risuonato nel piccolo comune a circa 20 Km da Palermo,  dal coro abituale degli  addetti ai lavori che come sempre in simili occasioni ripetono  contriti le ormai aduse ed inutili espressioni di cordoglio condite di dolore che sempre profondo e sentito e naturalmente con la vicinanza alle famiglie.

Primo fra tutti il Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani che   il 10 maggio dell’anno scorso, con una lettera a Repubblica, aveva formalmente promesso di «mettere personalmente mano» all’annoso problema della mancanza di controlli sui luoghi di lavoro nell’Isola . ”Piu’ controlli in Sicilia sulla sicurezza del lavoro,-aveva dichiarato enfaticamente - ma ne occupero’ io”  . Poi non sucesse  nulla.

Un anno e decine di morti sul lavoro dopo, nulla si è mosso. E ieri altri cinque poveracci.

Ancora una volta, erano tutti impiegati in ditte che mai nessuno ha controllato.

La Sicilia impiega 49 ispettori sul lavoro sui 280 necessari. Da soli dovrebbero controllare 350 mila, aziende siciliane.

La Sicilia è lo specchio della situazione nazionale.

Gli incidenti mortali sul lavoro in Italia sono una tragedia annunciata che si ripete giorno dopo giorno.

Mentre dalle piazze del Primo maggio i sindacati chiedevano di fermare la “carneficina” sui luoghi di lavoro, l’Inail aggiornava i dati sugli incidenti mortali.

Nel primo trimestre 2024 le denunce di infortuni sul lavoro con esito mortale sono state 191 tre incidenti mortali al giorno che per l’ineffabile Ministra  Lavoro Marina Elvira Calderone sembrano non far parte del  suo pianeta .

 Incredibile a dire ha dichiarato che : “Il nostro faro è il lavoro buono, stabile, sicuro, di qualità, che dà dignità alla persona”.

In aprile ha deciso di rinviare a futuri decreti ministeriali l’estensione della patente a punti che entrerà in vigore da ottobre nei cantieri edilizi e altre questioni cruciali.

Solo vacue parole. Le denunce complessive di infortunio presentate all’Inail nei primi tre mesi sono state 145.130..

Gli incidenti mortali sul lavoro accompagnano purtroppo le cronache quotidiane.              

 In Canada gli immigrati italiani hanno vissuto sulla propria pelle gli effetti deleteri di un sistema dedito al profitto.

Per decenni hanno ignorato i più elementari diritti umani  calpestando la dignita’ dei lavoratori  e lasciando le famiglie nel  lutto nel dolore e nella miseria.

In Toronto nel 2018 e’ stato inaugurati inaugurato il Monumento ai lavoratori italiani morti per guadagnarsi di che vivere.

E` stata la testimonianza di una comunità che non vuole dimenticare.

Il monumento porta 200 nomi di operai uccisi nel più diversi campi di lavoro.

Per decenni i lavoratori italiani immigrati ignari della  lingua e senza protezione sindacale sono stati spesso  in balia  di datori di lavoro   senza scrupoli.

 La immane sciagura del  17 marzo 1960 fu il punto di non ritorno che cambiò la storia dell’Ontario. 

Cinque operai italiani Pasquale Allegrezza, Giovanni Correglio, Giovanni Fusillo, Alessandro Mantella e Guido Mantella  morirono a Toronto,  intrappolati  in un tunnel che stavano scavando sotto il fiume Don, a Hogg’s Hollow. Scoppiò un incendio. Furono disattivati i compressori. I cunicoli cedettero e gli operai  non ebbero scampo, uccisi dal monossido di carbonio.

Rimasero sepolti per tre lunghi giorni tanti ne occorsero per recuperare le salme.

L’evento scosse l’opinione pubblica e provocò quello che fu definito “immigrant uprising” (la rivolta degli immigrati), un fenomeno sconosciuto in una città dove gli immigrati accettavano sacrifici di ogni ordine per sopravvivere  e spesso incorrendo anche nella morte.

I giornali dettero ampio spazio alla tragedia.

 The Telegram dedicò intere prime pagine all’incidente e sostenne che grazie allo spazio dedicato allo sfruttamento degli italiani impiegati nell’edilizia, le leggi sul lavoro furono rafforzate. Le condizioni di lavoro di migliaia di lavoratori italiani, autori del boom suburbano  erano tutt’altro che ideali. 

Mentre le unioni nella città si battevano per ottenere la pausa pranzo e misure di sicurezza, nelle periferie le condizioni di lavoro erano orribili, per mancanza di elementari servizi igienici, controlli sulla sicurezza, trattenute illegali del compenso per le ferie, straordinario non pagato, assegni scoperti e perfino minacce di deportazione.

Per paura di non poter più lavorare e incapaci di sostenere le famiglie in Canada ed in Italia, i lavoratori erano forzati a tollerare lo sfruttamento.  Leggi inefficaci, di epoca edwardiana, non offrivano alcuna protezione.

I minatori (sandhogs) che lavoravano sottoterra, erano esposti a crolli, a fughe di gas, a scosse elettriche, incendi, danni alla salute causati da decompressione dell’aria come le embolie.

Prima o poi un incidente era inevitabile. 

The “immigrant uprising” fu anche l’inizio dell’impegno civile  per avviare il lungo e faticoso cammino verso condizioni di lavoro  più sicure e più rispettose della vita umana.

Il ministro del lavoro Charles Daley dopo il disastro di Hogg’s Hollow, aveva cercato inizialmente di giustificare la tragedia,  dicendo che i regolamenti erano stati rispettati. Ma il Coroner dissentì:  l’incidente era colpa del  management cinico, di capisquadra incompetenti, di operai senza esperienza, di  soccorso disorganizzato e di  inefficienza del Ministero del Lavoro. Il Premier dell’Ontario Leslie Frost capì che era necessario agire  per uscire dal sistema medioevale. Nominò una Royal Commission che produsse le prime di numerose riforme, portando progressivamente l’Ontario ad avere il più basso numero di incidenti sul lavoro del Nord America.

        La tragedia di Casteldaccio  segnera’ l’inizio di una svolta anche in Italia o tutto seguitera’ come prima con incidenti quotidiani, con morti, con famiglia distrutte nel dolore e coro delle dichiarazioni  false e  ipocrite cui nessuno piu’ crede.

Previous
Previous

Diego, Menotti e gli altri fantasmi

Next
Next

Morto Menotti, vinse il mondiale 1978 a pochi passi da dove anche un giornalista dello Star rischio’ di diventare un “desaparecidos”