Nel Bel Paese lavorare stanca
di Odoardo di Santo
Nicola, tra i suoi enciclopedici ricordi che distilla nel blog per beneficio e sollazzo degli sportivi di ieri e di oggi, di tanto in tanto suggerisce pazientemente di inserire qualche pezzo serioso.
Egli si ispira alle notizie che vengono dai giornali italiani che, a dir il vero si fa fatica a leggere perche' in gran parte sono pro domo sua.
La ragione risiede nel fatto che in Italia non esiste una stampa libera (relativamente parlando) come la intendiamo in Nord America .
Giornali come il New York Times o The Globe and Mail non esistono.
E non parlo di qualita' o di investigative reports.
I giornali sono allineati, secondo i maligni, alla greppia.
I tre maggiori quotidiani nazionali sono sotto il capace ombrello di Fiat Chrysler.
Altri appartengono a gruppi industriali o finanziari che li usano come una clava per difendere i loro interessi.
Le cortesi sollecitazioni di Nicola mi inducono tuttavia ad erudirmi, pur avendo scarsa familiarita' con i mezzi di comunicazione elettronica.
A parte le notizie del giorno spesso tristi e scoraggianti, anche di fronte a una notizia interessante si e' costretti a sospendere il fiato per cercare di capire soggetto, predicato e complemento .
Si pensa anche agli sventurati lettori italiani assoggettati ai voli della favolosa rettorica italiana infiorata di anglicismi che lasciano di stucco.
Nicola ha riferito l'episodio spassoso e triste della visita dei parlamentari Italiani all' ex senatore Verdini in galera a Regina Coeli dove e' ospite per aver portato al fallimento una piccola banca toscana .
La cosa triste e' che i compari, di tutti i partiti, visitavano il carcere il 22 e 23 dicembre quando in Italia si stava consumando un dramma potenzialmente catastrofico .
Renzo Mattei leader di un partitino dell'1% uscito da una costola le PD minacciava la crisi di governo se il Presidente del Consiglio Conte non avesse accettato le sue condizioni su come usare i 232 miliardi di euro dati dalla Unione Europa all'Italia per aiutare a risollevare l'economia.
Molti malignamente hanno pensato che il piatto e' enorme e tutti vogliono metterci le mani anche se dicono, naturalmente, che lo fanno per il bene comune.
Triste fato dell'Italia.
Stanno minacciando di condurre il paese nel caos, mentre il Covid19 imperversa in tutta la penisola, zona rossa ed i cosidetti leader non hanno altro da pensare che andare a visitare un mariolo in carcere.
Ma tornando a bomba, su suggerimento di Nicola ho aperto il giornale Repubblica e,scorrendo tra le pagine ho trovano una notizia curiosa: Agricoltura etica a Partinico: nasce la "food forest".
Prima confessione.
In Canada abbiamo immense foreste ma forse per ignoranza mai si era pensato all'esistenza di una food forest nemmeno quando Monsanto con le culture geneticamente modificate intendeva sfamare la crescente popolazione del mondo, profitti a parte.
Sembra una ottima idea.
Vediamo come funziona.
Innanzitutto c'e' un "crowdfunding svizzero" che raccoglie fondi per la "startup".
Pensiamo ai lavoratori agricoli di Partinico.
Ma andiamo avanti e riassumiamo per nostro beneficio.
L'iniziativa e' una "nuova frontiera di economia di territorio".
E' stata finanziata da consumatori svizzeri e non meglio definiti europei che fanno parte della "community" di "Crowd container".
Su 5 ettari di terreni confiscati dall mafia sorgera' un "food forest" ricca di biodiversita' dove energia, acqua, carbonio e tutti gli elementi necessari alla vita rendono il piccolo ecosistema "areale" sano e produttivo. Si proprio "areale".
La Food Forest è una comunità di piante forestali e produttive a fini alimentari, che intende anche contrastare la povertà economica e culturale .
Facciamo una pausa.
Nel nostro mondo contadino si usava dire :"Pane al pane e vino al vino", percio' non abbiamo mai avuto un crowdfund nostrano e nemmeno una startup.
Anzi era duro lavorare i campi.