Per la Generazione Z tutto il calcio e’ noia (cominciano a stufarsi anche gli altri)

genrrazionezetazetaaaaaaaaaaaaa.png

Per la generazione Z il calcio annoia

Con Generazione Z, si indica la generazione di ragazzi nati a cavallo tra la seconda metà degli anni novanta (1996) e il primo decennio del nuovo millennio (2010).

Questi sbarbatelli, si fa dire, hanno la capacita' di concentrazione, attention span, sufficiente a far premere un pulsante del marchingeno elettronico che hanno costantemente in mano.

La generazione Z, praticamente, non ha la pazenza di assistere a tutta la partita, o la capacita' di capire chi sta giocando meglio e perche'.

Quindi, zacchete, azioni salienti e gol sono serviti.

Per dirla fuori dai denti, a trovare noioso il calcio non sono soltanto i giovani dell'ultima lettera dell'alfabeto italiano.

Cominciano stufarsi anche anche coloro che sono della generazione L/M (lettere a meta' dell'abbecedario), come a dire le generazioni nate all'incirca alla meta' secolo.

Si resiste alla noia di una gara mediocre soprattutto per il tifo pro o contro una delle due contendenti.

Se non “tieni” per nessuna delle due e se giocano maluccio, uno come il sottoscritto finisce per farsi una pennichella a gara in corsa.

Troppe partite, io a volte ne guardo due contemporaneamente, una sul computer l'altra sulla Tv).

Troppi tuffi, troppi lamenti, troppi errori arbitrali.

La Var poi, quella, e' indecifrabile per come la utilizzano, una volta cosi' l'altra cola'.

Gli allenatori invece di starsene zitti, fermi e attenti a seguire la partita per individuare i punti deboli degli avversari imitano gli scimpaze' in calore: sbraitano, zompicchiano, si strappano i capelli, parlottano con il quarto uomo e hanno sempre un dito puntato ad indicare qualcosa o qualcuno.

Ma chi li ascolta gli urli, chi segue la direzione di quel dito medio puntato in avanti?

Nessuno dei media, a quanto mi e' dato di capire, ha mai fatto un'indagine sugli effetti degli urli del tecnico: aiutano davvero il calciatore, o lo mandano in confusione?

Un'ultima annotazione sui tecnici.

Avete notato che quando piove tutti, o quasi, sono a capo scoperto?

Non e' che un cappello limiti la visuale.

Allora, perche' a capo scoperto?

Lo fanno, ci scommetterei la casa, perche' vogliono dire ai propri calciatori e ai tifosi: Io sono un uomo tosto, un po' d'acqua non mi ferma.

La durezza dei tecnici dipende, a mio modo di vedere, da come sfrutta al meglio la rosa che ha disposizione e di come cambia tattica a gara in corsa quando il suo team e' in difficolta' e per come gestisce lo sppogliatoio mantenendo pace, armonia e rispetto.

La vita calcistica di un tecnico e' di breve durata, breve ma dorata nel senso che tutti hanno il paracadute milionario in caso di esonero.

Capita spesso che un allenatore venga esonerato l'anno dopo una magnifica stagione, o che non sia pronto al salto di qualita' tra un club piccolo ed uno grande.

Giampaolo, per fare un esempio, e' stato cacciato due volte in rapida successione, prima dal Milan poi dal Torino

Il fattore determinante alla caduta di un tecnico e' la pfressione, l'impellenza di vincere subito e comunque.

La pressione e' una cattiva consigliera anche per presidenti, direttori sportivi e compagni bella.

Avere un giocatore inesperto, ma di buone doti mentali e fisiche, e non aspettare maturi e faccia cambiare marcia alla squadra e' un crimine calcistico.

Prendiamo, tanto per fare un esempio, Zapata e Osimehn.

Zapata e' stato nel Napoli per due stagioni, 2013 e 2014, quando Higuain fuoreggiava in azzurro.

Dissero che Zapata era giovane e non adatto al gioco del Napoli, ando' in prestito all'Udinese, e la salvo' dalla retrocessione, poi approdo' all'Atalanta dove e' diventato goleador, leader, uo mo ovunque.

Osimhen e' costato una barca di quattrini, e' giovane, e' talentuso ma deve ancora abituarsi a come lo marcano in Serie A.

Se non ha testa di un Balotelli e gli fanno mettere un po' di muscoli nelle cosce e nel petto, potrebbe diventare un nuovo Zapata.

A patto che De Laufrentiis smetta di scavare il terreno sotto i piedi del suo allenatore, come ha fatto con Gattuso.

Previous
Previous

Hanno spogliato Diletta Tressette senza maschera

Next
Next

Italia, gia’ aleggiano le prime nubi: ce la fara’ il professore?