Pharmacare, ora o mai piu’

Medcine per tutti. Dopo anni di attese e false promesse ultima chance per una legge che aspettiamo da 55 anni. Il sistema attuale penalizza i cittadini e arricchisce le case farmaceutiche: lo dimostra la ricerca di Laureano Leone)

di Odoardo Di Santo

Pharmacare il programma  nazionale universale pubblico di assistenza farmaceutica è parte dell’accordo    di governo tra il  Governo liberale e l’NDP.

 Nel 2022 sembrava finalmente sul punto di vedere la luce seppure tardivamente.

Ancora una volta è stato bloccato da Justin Trudeau e dai liberali i cui voltafaccia non finiscono mai di stupirci.

E pensare che sono passati 55 anni da quando iniziò il dibattito, cioè anche prima dell’introduzione del medicare.

Il patto tra NDP e Liberali prevedeva l’introduzione della legge per il Pharmacare prima della fine del 2023   con attuazione graduale.

Inizialmente prevedeva la legislazione federale con copertura delle medicine essenziali da estendere universalmente  dal 2027  a tutti i farmaci  per tutti i canadesi, senza distinzioni di reddito ,di età, di condizioni fisiche al pari dell’ OHIP che funziona ormai da molti anni.

In Italia l’assistenza farmaceutica copre tutti i cittadini e i residenti legali con finanziamento misto dai datori di lavoro e tramite tasse craccolte dal governo centrale che le distribuisce alla regioni. L’assicurazione sanitaria private in Italia ha un ruolo molto limitato.

La storia del Pharmacare va dietro circa 60 anni cioè dal 1964 quando il Primo Ministro liberale Mike Pearson installò  la Hall Commission che raccomandò l’introduzione di un piano nazionale di assistenza farmaceutica subito dopo il medicare.

Il Canada è l’unico paese nel mondo che ha una sistema di assistenza medica universale ma non un sistema universale di assistenza farmaceutica fuori degli ospedali.

Non è la prima volta che i governi liberali annunciano il sistema pubblico di assistenza farmaceutica.

Lo fece ne 1997 il Primo Ministro Jean Chretien per poi subito scordarsene, dopo aver vinto le elezioni.

Lo ripete’ il Primo Ministro Paul Martin nel 2004 anche allora significativamente a capo di un governo di minoranza.

Sperava di convincere noi che abbiamo avergli dato l’impressione di essere allocchi .

Mal gliene incolse perché il trucco non funzionò anche perché Martin fu travolto dallo scandalo cosidetto “sponsorship” che venne alla luce quando i media iniziarono ad indagare.

Due Auditor General (Revisori Generali)e una inchiesta pubblica del giudice Gomery  rivelarono che il Ministero dei lavori pubblici e dei servizi governativi con a pretesa di combattere il Partito Quebecois fu reo di aver messo  in atto un sistema di corruzione inaudito gratificando  esecutivi di Agenzie pubblicitarie ed sponenti del partito liberale ai quali  fluirono 300 milioni di dollari di cui 100 milioni al partito liberale.    

Fu quindi il turno dell’ineffabile Justin Trudeau che venne a salvare le sorti dei liberali, contando sul nome paterno e secondo i sarcasmi  dei conservatori sulla sua “bella chioma”.

Ripetendo i collaudati trucchi dei sui predecessori, prima delle elezioni del 2015 annunciò di nuovo che avrebbe implementato il sistema pubblico  di assistenza farmaceutica.

Nel 2018 quando i sondaggi riflettevano insistentemente l’insoddisfazione del pubblico per le sue tattiche ricche di foto-op ma senza sostanza di nota Justin Trudeau ricorse al vecchio trucco questa volta per convincere il pubblico della sua  incrollabile  fede  nel sistema pubblico di assistenza farmaceutica.

Nomino’ quindi a capo  dell’Advisory Council on the Implementation of National Pharmacare (Comitato consultivo per l’attuazione del piano pubblico di assistenza farmaceutica)  l’ex Ministro della Sanita` dell’Ontario Eric Hoskin anch’egli liberale .

 Secondo Hoskin il programma avrebbe avuto il costo di 15 miliardi l'anno una somma ritenuta sostenibile se il Canada  eleverà le spese per la sanita’ al livello di paesi come la Germania e l’Olanda.

 

Il bilancio federale canadese nel 2024  prevede entrate per 456,8 miliardi di dollari.

Trudeau  due anni dopo nel 2021 chiamo’ di nuovo il Paese sllr urne nella fatua speranza di ottenere la maggioranza in parlamento che gli fu di nuovo negata.

Due minoranze erano troppo .

  Trudeau cerco’ affannosamente una formula per darsi una vernice di credibilità e una parvenza di stabilità  al suo governo, in male arnese anche per la qualità del suo caucus.         

E siccome pensava che una apparenza   progressista nonché   di stabilità sarebbe stata di aiuto si volse a sinistra e chiese soccorso a Jagmeet Singh leader dell’NPD.

Nacque cosi nel 2022 il patto parlamentare di governo inedito in Canada ma comune in Europa dove nessuno si scandalizza se vengono formati governi di coalizione.

Due furono le condizioni poste dall’NDP: l’attuazione dell’assistenza dentistica e l ‘assistenza pubblica farmaceutica universale.

Termine per quest’ultima un progetto di legge da essere presentato al parlamento per la fine del 2023.

Bisogna chiarire che attualmente la gestione dell’assistenza farmaceutica parte privata e parte pubblica è affidata dal governo alle società di assicurazione che , senza rischi. macinano profitti.

All’inizio di dicembre Trudeau  presentò  una proposta di legge che fu respinta da Jagmeet Singh perché a suo dire  il piano del governo T favoriva gli interessi delle società di assicurazione ma non quelli dei canadesi.

E richiese di presentare una proposta di legge rispettosa degli accordi fatti.

I Romani dicevano:”Pacta sunt servanda” .

Trudeau terrorizzato dai sondaggi che lo danno in caduta libera, escogitò   la scusa patetica che ormai non c’era tempo per la fine dell’anno.

Qualcuno ha fatto notare che sono passati otto anni dal 2015 e Trudeau non ha trovato il tempo per mantenere la parola data.

La realta’ canadese e’ semplice: questo parlamento è l’ultima speranza di veder approvata l’attuazione di un programma universale pubblico di assistenza farmaceutica in Canada.

Se i conservatori vincono le elezioni possiamo scordarcene.

Ma soprattutto possono scordarselo sette milioni Canadesi, le fasce più povere della popolazione che spesso rinunciano alle medicine i cui costi sono al di sopra delle loro ristrettezze economiche.

Per non parlare delle persone che soffrono di condizioni mediche catastrofiche che richiedono farmaci di costo impossibile.

Da ultimo non si parla del fatto che il Canada con gli USA spende più di ogni altro paese del mondo, non per la quantità di medicine usate ma per il loro altissimo costo.

Laureano Leone, farmacista di professione di lungo corso, merita ammirazione per aver dedicato molti anni alla ricerca certosina e scrupolosa del sistema farmaceutico al di fuori delle lobby.

Secondo Laureano ”l’industria assume una posizione aggressiva per la garanzia e protezione dei brevetti ed escogita ogni mezzo per evitare di ridurre la durata dei brevetti e quindi dei profitti”.

Secondo le statistiche   citate nella ricerca nel 1998 il governo aumentò il prezzo dei farmaci di due miliardi di dollari, il 66 per cento; nel 2005 del 247 per cento e continuamente di seguito.

Fa specie notare le statistiche citate nella ricerca.

Nel 2018 le spese farmaceutiche globali nel mondo sono state di 1.204 miliardi di cui 374 negli Usa e Canada per 363 milioni di abitanti .

L’Europa spese 295 miliardi di dollari con quasi 500 milioni di abitanti e 498 miliardi furono spesi dai sette miliardi di abitanti nel resto del mondo.

Laureano nota con amarezza che chi paga per gli enormi profitti dell’industria farmaceutica sono i cittadini comuni .

“L’industria - fa notare - durante questi anni è stata coinvolta anche in atti criminali e multata di miliardi e  ,mentre l’erario e governi sono stati risarciti chi pagherà i danni per dolori , sofferenze e  morte di milioni di cittadini? un tribunale di Norimberga?”

 Laureano, forse con sua sorpresa non ha trovato risposta dal governo.

Il critico della Sanita’ dell’NDP Don Davies che conduce il negoziato con il governo liberale, consapevole dell’importanza storica di dare finalmente l’assicurazione farmaceutica ai canadesi vuole portare a buon fine la trattativa, ben più importante degli effimeri piccoli guadagni di pubblicità .

“Ci siamo messi d’accordo di estendere la discussione per produrre la legislazione per il primo marzo” ha dichiarato in un comunicato.

Poco più di due mesi non sono una tragedia.

Ma se il primo marzo Trudeau si presenta con un altro trucchetto allora l’NDP non ha nessuna giustificazione di sostenere un governo che ripudia vergognosamente gli impegni presi .

Inoltre l’NDP  non avrebbe  la  credibilità morale di chiedere la fiducia degli elettori.

 

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