Sapore di sale, sapore di mare: il cielo sopra le palme
di Nicola Sparano
Il mare e' bagnato e salato...come e' sempre stato.
Le onde sono pigre, avanzano lemme lemme accompagnate da un filo di schiuma che promette delizie rinfrescanti e vagamente sensuali.
A prima vista il mare non sembra quello dei depliant pubblicitari.
Ma e' solo un'illusione, la sabbia, risucchiata dalle onde, dopo un metro o due, si riadagia sul fondo rilasciando i vividi colori dei Caraibi.
Nel vento galleggia un pellicano.
L'uccellone con il becco extra large vola per tirare a campare.
Si tuffa come una freccia da almeno dieci metri.
Riemerge in un attimo.
Se ha centrato il pesciolino se lo gusta come se fosse la prima forchettata di un spaghetto al pomodoro e basilico.
Se e' andata buca, si alza di nuovo e di nuovo scende in picchiata, perche' lui e' uscito dall'uovo per guadagnarsi il pane - pardon, il pesce – laddove i cristiani umani vanno a lussureggiare.
Quando il mare arriva al petto e' il momento di nuotare.
Le bracciate non sono piu' potenti come una volta, ma si raggiunge senza problemi il limite... stop, no more.
Piu' in la', molto lontano ci deve essere un qualcosa contro la quale le onde ruggiscono, incazzate per non poter andare oltre.
Non deve essere una barriera corallina creata dalla natura.
Altrimenti sulla riva ci sarebbero conchiglie, granchi, stelle marine e pezzetti di corallo.
Invece la spiaggia si allonta per chilometri, bianca ed immacolata se si escludono le impronte dei cristiani in fuga dal freddo.
In mare c'e' qualche cocco, non quello di mamma ma della palma.
Dalle loro caravelle i portoghesi confusero il frutto tropicale per un teschio, e lo battezzaro cocco, testa di morto nella loro lingua.
Il cocco in mare puo' galleggiare due mesi, poi , nella prima isola che trova, germoglia nella sabbia e mette radici.
Ecco perche' nelle terre calde ce ne sono a bizzeffe.
La palma di cocco si alza fino a quasi toccare il sole.
Il tronco di colore scuro e' sottile, spesso contorto come le dita di chi e' nato nel millennio scorso.
La pianta tropicale termina con un ciuffetto di palme che sfrondano regolarmente, il contrasto tra il nero del tronco ed il bianco della corteccia tagliata richiama alle mente una matita appuntita di fresco.
La spiaggia e' il regno degli swow bird, adoratori del sole in fuga dal... brrr.
Ce ne sono di tutte le razze, nyet russi: di questi tempi hanno ben altre gatte da pelare.
Quebecchesi e americani sono i piu' rumorosi, non sputano mai per terra, inoltre sono i soli a fumare e a tracannare birra dalle nove del mattino.
Per fortuna lo spazio non manca, quindi facile starne alla larga.
Sulle spiagge del Bel Paese gli ombrelloni sono disposti come come un accampamento militare, inammovibili per ragioni di spazio.
Nei Caraibi le sedie sdraio sono...peripatetiche nel senso che possono essere posizionate seguendo la rotta del sole, o dell'ombra.
Sul bagnasciuga si corre una specie di mini maratona.
Coloro che hanno qualche anno e qualche chilo in piu', marciano alla bersagliera inseguendo il fisico perduto.
La terza eta' procede come se camminasse sulla uova, pian pianino, poggiando bene sulla sabbia tutta la pianta del piede prima di poggiarvi il peso del corpo.
Poi ci sono le adolescenti vere e quelle fasulle.
Sfilano al rallentatore come modelle che avanzano diritte dalla testa ai piedi riuscendo a molleggiare dalle anche ai seni.
La sabbia per loro e' una pedana diversa, in un certo senso magica.
Il piede affonda, le ginocchia si piegano coinvolgendo l'anca: l'effetto sotto il dental floss bikini e' un turbinio di chiappe vietato ai minori, ammesso che gli stessi minori non siano gia' sgamati al riguardo.
Dental floss bikini sarebbe piu' o meno la traduzione di bikini microscopici, dal nome di quel filo di nailon utilizzato per pulire l'intercapedine tra un dente e l'altro.
Il dental floss bikini, che copre poco o niente, e' d'obbligo per chi ha un corpo piacente da mettere in mostra a...miracol mostrare.
Ne fa uso anche chi dovrebbe non farlo.
Ma oggi e' diventato normale quello che per millenni e' stato anormale.
Il sommo Dante ha lasciato scritto:
“benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare”.
Umilta' vestita, un concetto strapassato.
Oggi si dovrebbe dire: nuda sfrontattezza.
Ai Caraibi di questi tempi il sole si alza alle sette.
Cafe' negro, no leche.
La giornata si apre col caffe' senza latte.
La bevanda non somiglia al nostro benedetto e sempre sia lodato espresso, ma almeno non e' quelle specie di brodaglia made in Canada.
Due uova fritte e una fetta di toast.
E' la colazione della minoranza.
La maggioranza costruisce torri di Pisa sui piatti.
I consumatori all'ingrosso hanno eccellente metabolismo, oppure contano di perdere le calorie sulla spiaggia.
Intanto flirtano con l'infarto.
Sui buffet c'e' di tutto e di piu'.
Non solo a colazione, ma anche a pranzo e cena: tre volte al giorno, roba da diventare lottatori di sumo.
Qualita' e quantita' sono la norma nelle resort a cinque stelle.
Il vino offerto, pero', e' meglio non berlo, quello “a la carte” comincia dai 35 dollari per un Pinot Grigio, per un Brunello di Montalcino dieci volte tanto.
Le migliori pietanze di pesce sono disponibili a cena.
Polpo arrosto, red snapper (dentice rosso) al forno, gamberoni fritti.
La prima sera, di gamberoni lunghi nove centimetri e larghi uno e mezzo - lo giuro, li ho misurati - me sono pappati otto.
Sbucciarli con coltello e forchetta e' mission impossible, meglio usare le dita, non e' elegante ma si fa piu' in fretta, inoltre cosi' sono piu' gustosi.
Per contorno una bella insalata di radicchio ed arugola.
Si, vero radicchio rosso, l'argugola e' di razza extra large ma il gusto amarognolo e' identico a quello che cresce nell'orto di casa.
Frutta, dolci e gelati sono perennemente disponibili.
Per finire, un sicilianissimo Averna.
Il digestivo della Triancria fa bella mostra nella rastrelliera del bar che serve anche grappa, sambuca e superalcolici di tutte le razze, paesi e religione.
La sorridente barista versa una dose generosa e vi aggiunge una fetta di lime che sarebbe la versione caraibica del limone.
Al nostro grazie, le risponde: siempre, ossia sempre, bello no?
Al teatro della resort c'e' Micheal Jackson Live.
Il poveraccio e' andato a cantare nell'aldila' nel 2009, ma i suoi imitatori lo tengono in vita ancora oggi.
Il clou della serata e' il famoso Moonwalk, la caratteristica passeggiata lunare, apprezza da tutti, eccetto dai cristiani dal pelo grigio/bianco che si sono sciroppati lo stesso show vacanza dopo vacanza.
Lo spettacolo chiude un altro fantastico, rilassante giorno speso sulla rotta del sole.
La passeggiata verso la camera – con jacuzzi sul balcone che da' sul mare – e' a cielo aperto.
Di stelle ce ne sono poche.
Anche la luna sembra piccola e triste.
Triste ed in fase calante, come la vacanza ormai agli sgoccioli.
Adios mare.
Ci vediamo l'anno che viene, Dio volendo.