To be or not to be: Complotto pro Juve? Il problema e’ gestione Var
di Nicola Sparano
Grande casino a San Siro per come e' venuto il gol della Juve.
Premetto che io non ascolto le varie trasmissioni sportive delle tv italiane, li' ognuno e' di parte, tira l'acqua al suo mulino, spacca il pelo in quattrocento parti e la racconta pro domo sua, cioe' a favore della squadra per cui tiene.
Dal vivo, ho avuto l'impressione che il tocco di mano ci sia stato.
Non ho notato se prima ci fosse stato qualcosa altro di irregolare.
Braccio o non braccio?
To be or not to be?, si chiedeva Amleto.
Essere o non essere?
Si vuole la Juve piu' in alto possibile, oppure sprofondata e magari in B?
Le correnti di pensiero fanno a cazzotti tra di loro.
Il destino della Signora attualmente balla al suono dei fischi degli arbitri e del martello dei giudici.
Come sara' il The End dei due percorsi, posto Champions e penalizzazione?
Sul campo le cose promettono benino, in tribunale non si sa.
Resta il fatto che la Signora e' sempre al centro di immense bufere medianiche come l'ultima del caso Rabiot.
La Juve sta avendo aiutini?
Se si, da chi?
Dal palazzo, non credo.
Perche' nella stanza dei bottoni se la sono legata al dito per l'idea di Agnelli della Superlega che avrebbe minacciato le loro poltrone.
Aiutini dagli arbitri?
Qui, qualcosa di vero c'e'.
No, non e' una specie di complotto pro-Juve.
Il complotto, se c'e' ed io ne sono convinto, e' della categoria degli arbitri che hanno dichiarato guerra al Var, sistema che usano NON PER CHIARIRE episodi sospetti ma PER COMPLICARLI.
Perche'?
Perche' non si uniformano sulle interpretazioni dei falli/non falli?
Perche' in alcune circostanze non “trovano” le immagini per giustificare o meno un episodio controverso?
Occorre, e' chiaro, che il VAR sia usato al di sopra di ogni sospetto.
Per questo occorrerebbe un protocollo semplice, chiaro e inequivocabile a livello infantile su come, quando, come e dove intervenire.
Poi, e qui casca l'asino, occorrerebbe – arbitro e addetti Var – si spogliassero della rispettriva personalita' di giudice infallibile a priori e prendessero la decisione prevista dal regolameno.
Quando abitro e addetto Var la pensano in maniera diversa su un fallo/non falo la decisione finale la prende chi dei due ha piu' prestigio e peronalita', a prescindere se ha ragione o meno.
Quindi, per concludere questo discorso, gli episodi che decidono le partite spesso sono figli delle prosopopea di uno dei due personaggi chiave: Io sono io, e decido io.
E loro decidono il destino del campionato, spesso dello scudetto.
No, quest'anno no.
Lo scudetto questo Napoli stratosferico se lo sta cucendo sul petto a suon di gol.
Notate, per credere, quanti gol ha segnato il Napoli
64 gol realizzati, 16 subiti.
48 la differenza reti.
Chi sta dietro ha mediamente segnato una ventina di gol in meno.
La Lazio, seconda in classifica ha realizzato 42 gol – 22 in meno del Napoli – e ne ha subiti 19 – 3 in piu' dei partenopei.
Lo spumeggiante gioco della banda Spalletti che ora va al vaglio dei top team d'Europa, ha fatto il vuoto in Italia soprattutto per meriti proprio, ma anche per i demeriti della concorrenza, milanesi e Juventus in primis.
Inter, Milan e Juve hanno un gioco sparagnino, vanno avanti, quando ci vanno, con il golletto e poco piu'. Anche i piu' talentuosi di queste tre formazioni sono di rendimento altalenante e spesso si perdono in giocate elementari, approssimative.
Nel Napoli, almeno fino a questo punto, anche il meno dotato tecnicamente non stona nella grande orchestra che Spalletti ha assemblato tra la sorpresa ed il godimento del popolo partenopeo.
La ciliegina sulla torta sarebbe brindare nella Coppa con le Orecchie, ma questo e' un discorso a lungo termine. Prima ci sarebbe il derby con il Milan, avversario molto tosto che di Champions ne ha vinte piu' di ogni altra squadra italiana: sette.