Toronto 1976, Altafini si sentiva solo: “Mister Pagliuso dica al presidente di farmi raggiungere da mia moglie”
Toronto, estate 1976 – Quando Fiorigi Pagliuso nacque in Calabria (1942), Jose' Altafini aveva quattro anni e gia' prendeva a calci palloni di stracci.
Nel 1976, dopo una stratosferica carriera nel Milan, nel Napoli e nella Juve, Alfafini venne a predersi l'ultimo ingaggio nella Toronto Italia di Gino Ventresca sulla cui panchina sedeva Pagliuso.
Fiorigi, divenuto nel tempo il tecnico italocanadase piu' vincente di sempre, a botta calda penso': “Altafini ha avuto allenatori del calibro Nereo Rocco, Pesaola e Vycpalek, come accettera' le mie direttive?”.
Timori infondati. Altafini non guardo' mai Fiorigi dall'alto in basso (nessun riferimento alla disuguagliana di altezza e di eta'), si comporto' da vero professionista e lo apostrofo' sempre con l'appellativo di Mister.
In quell'Italia del 1976 il miglior giocatore era il portoghese Testas, il quale, essendo geloso di Altafini, non gli dava mai palle giocabili.
Fiorigi ricorda quello che gli disse Jose: “Mister, questo dribbla, dribbla, dribbla. Ma quale Testa, lui e' un testone. Crede di essere un grande, invece e' soltanto un pequeno (piccolo)”.
In un'altra circostanza Altafini cerco' l'aiuto del Mister per spingere il presidente Ventresca a far venire sua moglie a Toronto.
“Qui mi trovo bene, ma la notte mi sento solo. Sarebbe bello se il presidente facesse venire mia moglie”, ricorda Pagliuso.
La moglie non venne, perche' il problema si risolse con qualche incontro a luci rosse sponsorizzato dal presidente.
Pagliuso ha ricordato anche un altro episodio protagonista il presidente Ventresca dopo un match con la squadra portoghese dove avevano riempito di botte Altafini.
Il presidente furioso accuso' il marcatore di Jose, tale Martin, di essere un “macellaio” .
Il giocatore si difese dicendo: “Guardi che io sono un nazionale”.
Ventresca ribatte' prontissimo: “Ma quale nazionale e nazionale, lei al massimo e' un'alfa”.
Il riferimento e' alla marca delle sigarette meno costose allora in Italia.
Altafini alloggiava in albergo e consumava i pasti al ristorante San Marco di St. Clair, ora Corso Italia.
Dovendo badare alla linea perche' il suo fisico tendeva a diventare cicciotello Jose si teneva a stecchetto.
Al mattino un espresso e una brioche; a pranzo un'insalatina; a cena un bisteccone con due uova sopra
A bere non beveva, nemmeno acqua sino alla sera.
“L'acqua fa ingrassare – diceva – di notte mi faccio una bottiglia di San Pellegrino perche' e' diuretica”.
“Jose' ha continuato a telefonarmi per molti anni. Non lo sento da quando, un paio di anni or sono, si seppe che era sul lastrico e di vivere solo con la pensione minima. Strano per uno come lui che ho conosciuto come una persona che badava al centesimo e che nella sua carriera avra’ avuto ingaggi favolosi”, conlude Pagliuso.