Una nuova pandemia. Salvarci? Mission impossible o quasi

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Le epidemie mortali si sono susseguite nel corso dei secoli, e’ una guerra che per ora conosce solo pause piu’ o meno lunghe

di Gino Bucchino (medico/chirurgo ex parlamentare)

Dobbiamo speventarci?

No, niente affatto. 

Riusciremo a uscire da questa pandemia.

Ma non ce ne libereremo per sempre.

Esattamente come succede da tanti secoli, segnati, a scadenza quasi ripetuta, da epidemie e pandemie di ogni genere.

Dalla “Peste Antonina” del secondo secolo dopo cristo, non si sa bene se di vaiolo o morbillo che tra prima e seconda ondata fece fuori almeno 5 milioni di persone, alla “peste bubbonica di Giustiniano” a metà del VI eccolo che uccise quasi un quarto della popolazione del mediterraneo, alla “peste nera” del 1300 che a partire dalla Sicilia si diffuse rapidamente in tutta Europa uccidendo almeno 20 milioni di persone (un terzo di tutta la popolazione di allora).

E se solo recentemente si è capita la necessità di rigide norme igieniche, la contagiosità di alcune malattie è invece nota da millenni.

L’isolamento dei malati per prevenire la diffusione del contagio è praticato da secoli fino a prendere forma e nome di “quarantena” a partire dalle seconda meta del XIV secolo quando i Veneziani imposero la quarantena contro la peste, basandosi sulla intuizione/osservazione che la malattia, prima di manifestarsi, aveva un tempo di incubazione.

Quindi bisognava isolare per un certo periodo (40 giorni) le persone a rischio e stare a guardare. Isolamento che terminava se alla fine di questo periodo non compariva la malattia. Anche la mascherina non è niente di nuovo nella storia delle pandemie.

Ce lo testimonia lo stesso Manzoni nei suoi Promessi Sposi, nella descrizione della peste di Milano del 1600 e le più recenti foto della pandemia “spagnola” del 1918.

Il nome “spagnola” non fa giustizia dell’origine di questa pandemia che non ha niente a che fare con la Spagna se non per il fatto che eravamo in piena guerra mondiale e i paesi in guerra per non creare ulteriori motivi di preoccupazione decisero di non divulgare la notizia.

La Spagna invece non essendo paese belligerante non adottò nessuna censura con il risultato che il mondo associò, e continua ad associare, il nome della malattia alla Spagna.

Anche la Spagnola ha fatto un numero incredibile di morti.

In un mondo che contava allora un miliardo e ottocento milioni di abitanti, ne ha uccisi, nel giro di soli due anni, in quattro ondate successive, almeno 70-80 milioni, forse anche 100.

Nonostante non esisteva nessun vaccino e, come nel caso di tutti i virus, nessuna cura, la pandemia finí, quando tutti i paesi svilupparono una sorta di immunità collettiva, quella che oggi si preferisce chiamare “immunità di gregge”.

Il virus ovviamente non è scomparso del tutto, prova a resistere e, alleandosi a fattori ambientali come il freddo e camuffandosi nella forma di  “variante” per non farsi riconoscere, prova sempre ad infrangere e superare le difese organizzate del nostro sistema immunitario, attrezzandosi ogni anno in modo diverso fino a che, ogni 10-20 anni circa, mutato quasi del tutto , non viene più riconosciuto e combattuto adeguatamente dagli anticorpi, e si verifica una nuova “piccola” e non molto grave epidemia.

Il virus che stiamo affrontando adesso, parente alla lontana di altri virus che ci hanno afflitto in questi ultimi decenni, è un nemico del tutto nuovo per il nostro sistema immunitario.

E questo lo rende particolarmente pericoloso.

Cosa succederà con la pandemia Covid?

Probabilmente tutto si ripeterà come allora.

In qualche modo, anche con l’aiuto non indifferente dei vaccini, nell’indifferenza e impreparazione diffusa  della classe politica, con la colpevole complicità della gente che abbasserà il livello di preoccupazione, con una pausa notevole della crescita demografica e la solita indifferenza verso gli ultimi del mondo (che sono però l’80%), andremo avanti comunque, in attesa che i nostri nipoti, ma più probabilmente bisnipoti, vivranno una nuova solita endemica pandemia.


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