Varese, rifiutano il medico perche’ ha le pelle nera
Ennesimo caso di razzismo. Lui: "Pronto ad andarmene”. Ma il sindaco lo convince a restare
di Odoardo Di santo
Il dott. Enock Rodrigue Emvolo, camerunense,e’ medico di base a Fagnano Olona, nel varesotto, dove ha sostituito il collega Giacomo Navarra, neo-pensionato.
In un paese civile o semplicemente normale per accoglierlo, gli avrebbero steso il tappeto rosso, data la situazione critica in cui versa l’Italia.
Invece a Fagnano Olona hanno sfogato istinti beceri e belluini scatenando attacchi e insulti razzisti contro il professionista.
Uno dei tanti messaggi rivelatori del livello di cultura degli autori, rivolti sui social a Emvolo andava cosi: "Il medico è africano? Vada a pascolare le pecore".
"Il mio mestiere è curare le persone, se in paese non mi vogliono sono pronto ad andarmene. Parlerò con i miei superiori di Ats e in caso farò le valigie",
“ Si trovino un altro medico, io avevo dato la mia disponibilità perché avevano bisogno: ora lì non metto più piede. Per me questa storia è chiusa" ha commentato amaramente il dott. Emvolo.
“ Sono camerunense, arrivato in Italia nel 2005. Ho studiato qui. Mi sono laureato qui. Lavoro qui. Salvo vite qui - ha aggiunto- Ed è bruttissimo sentirsi insultare dagli stessi di cui ti prendi cura, che sei disposto ad assistere, ad accudire. Non lo dovrei dire, ma sono arrabbiatissimo. Mi occupo di tutti, di chiunque abbia bisogno. Ho visto e sentito di tutto, ma basta insulti razzisti”.
La ferita è grande, quelle che un medico non sa curare: "Salvare le persone, questo facciamo noi dottori...Assurdo che non si impari dai propri errori. Auguro a queste persone e ai loro parenti di stare bene e di non aver bisogno di medici. Così non dovranno sceglierlo".
Ma il sindaco della cittadina Marco Baroffio che è pasticciere non ha mollato: "Gli ho chiesto di restare, gli ho promesso dolci tutti i giorni.” Lo ha convinto che il paese non è un posto razzista e che solo qualche idiota sui social lo è. Cosi il buon dottore ha accettato di restare. E infatti resterà: continuerà i suoi studi di medicina d'urgenza e farà il medico di base. O meglio, il sostituto, il titolare arriverà tra qualche mese. Certo, però è amareggiato”.
Infatti il dottor Emvolo è entusiasta dell'incarico ma ancora avvilito per quello che ha letto e sentito: "Inaccettabile. È imbarazzante che nel 2022 ci si trovi davanti a questo, che si debba parlare di questo. Vuol dire che non abbiamo capito niente”.
Cose che succedono tristemente in Italia, dove secondo le notizie di oggi 15 novembre 2022 quasi tre milioni di italiani sono senza medico di famiglia con la situazione piu’ critica proprio in Lombardia e Veneto.
In appena due anni, quasi 3 milioni di cittadini italiani sono rimasti senza medico di famiglia.
I medici che vanno in pensione sono molti più di quelli che prendono servizio.
Nel 2021 hanno lasciato in 3.337 e sono entrati in 973.
Nei primi sei mesi di quest'anno, a dimostrazione che la tendenza proseguirà, i due dati sono stati 2.173 quelli che hanno lasciato contro i 226 nuovi assunti..
L’episodio di Fagnano Olona non e’ l’unico e non rappresenta l’eccezione anche se certamente non riflette il carattere della generalita’ degli italiani.
La notte del17 agosto scorso un medico di 32 anni Andi Nganso anch’egli di origini camerunensi è stato a sua volta vittima di un gravissimo episodio di razzismo mentre era di turno al Punto di Primo Intervento di Lignano Sabbiadoro.
Il dottor Nganso stava svolgendo il suo lavoro, quando un sessantenne presumibilmente di origini venete, e’ stato trasportato in ospedale da un’ambulanza con presunte lesioni multiple a seguito di una rissa.
Dopo aver rivolto battute sessiste ad un’infermiera ha aggredito il dottore con decine di insulti razziali: “Negro bastardo schifoso, pezzo di m***, che schifo. Preferivo due costole rotte in più piuttosto che un dottore negro. (…) E ancora: “C’è un ne*ro di me***, che schifo, mi viene da vomitare… , se lo sa Zaia… Croce Rossa Lignano, i negri all’arrembaggio. La laurea da voi costa 500 dollari, pezzente. Non toccarmi, che mi attacchi le malattie”.
Il dottor Nganso ha riferito che l’aggressore “ ha spesso citato il Presidente Zaia, suggerendo che il Presidente della sua regione, il Veneto,mi avrebbe ‘eliminato‘; rimozione forzosa di un corpo, di una persona e di un’umanità (la mia) definita più volte sporca e schifosa”.
Il presidente della Regione Veneto, in serata, ha commentato la vicenda: “Si tratta di un episodio vergognoso…. Io ripudio nel modo più totale ogni forma di razzismo e di violenza sia verbale che fisica”.
Non era la prima volta che il dott. Nganso subisse insulti razzisti.
Tre anni fa a Cantù, dove era in servizio una paziente rifiuto’ di farsi visitare da lui.
Il motivo di questa decisione? Il colore della sua pelle non era di gradimento della 70 enne, che subito dopo lascio’ l’ambulatorio spiegando che non si sarebbe mai fatta toccare “da un medico negro”.
Il Dott. Gnanso si sfogo’ su facebook ed in breve tempo il post divento’ virale, con commenti di diversi italiani.
Molti chiesero’ scusa al dottore a nome della paziente razzista, mentre altri fecero notare che “l’ignoranza rimane la peggiore tra le malattie”. Commenti meravigliosi nei confronti del dottore a cui qualcuno volle esprimere di essere “onorato di averla come concittadino in Italia”.
Gli episodi di razzismo che emergono sporadicamente sono frutto di ignoranza e di una cultura basata sul pregiudizio di una supposta superiorita’ che non meraviglia se sara’ rafforzato dalle politiche identitarie e divisive del nuovo governo di destra.
Ne sono un esempio le ignominiose dichiarazioni fatte dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi all’annuncio di non far sbarcare in Italia tutti i naufraghi a bordo delle tre navi delle Ong arrivate sulle nostre coste,da lui definiti "carico residuale".
Per il ministro vergognosamente si tratta di merce imbarcata e non di migranti salvati.
“Linguaggio inaccettabile per scelte ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali", ha detto il leader del Pd Enrico Letta.
Noi in Canada viviamo in una societa’ multiculturale inclusiva, dove la realta’ quotidiana ci confronta con persone di diverse culture, diverse lingue, diverse religioni, diverse professioni con cui conviviamo pacificamente. Sarebbe impensabile ed idiotico discriminare il personale sanitario multietnico che riflette la natura della nostra societa’.
L’Italia ha molto cammino da fare per entrare nel ventunesimo secolo.
Ce la fara?