Zoff a Toronto: Ricordatemi per la parata su Socrates

Dino Zoff e Nicola Sparano al Varsity Stadium prima di Toronto Italia-Lazio

Dino Zoff e Nicola Sparano al Varsity Stadium prima di Toronto Italia-Lazio

Toronto, estate 1992 - “Quei due gol presi dall'Olanda in Argentina non se li scordera' mai nessuno, ma io preferirei essere ricordato per quella parata su colpo di testa di Socrates”.

Dino Zoff, nelle vesti di allenatore della Lazio a Toronto nel 1994, ricorda gli episodi salienti della sua carriera in nazionale.

“Dissero che ero cieco, dopo quella sconfitta con l'Olanda mi misero in croce, dissero che non ero abituato a neutralizzare i tiri da lontano che nel campionato italiano erano sempre rari. Haan calcio' da 40 metri, fu un gol che oggi sarebbe stato definito un eurogol, allora mi misero in croce. Nessuno pero' ricorda che qualche minuto prima mi avevano travolto di brutto dopo un'uscita quando rimediai una botta alla testa. Buttai fuori la palla, loro invece di restituirla all’Italia la diedero a Brands che tiro’ mentre io ero ancora mezzo stordito dalla botta precedente”.

Il pari sarebbe bastato ai tulipani per raggiungere la finale, poi segno’ anche Haan.

Io a quella partita c'ero.

La sala stampa dell'enorme Estadio Monumental di Buenos Aires era a 40 metri di altezza dal terreno di gioco.

Dopo il gol del vantaggio a mezzo servizio tra Roberto Bettega e Brands le cose sembravo essersi messe per il meglio.

Ma i velenosi tulipani la misero giu' dura.

Neeksens tallonava, picchiava e brutalizzava Paolo Rossi soprattutto quando la palla era lontana.

I guardalinee spagnoli non segnalavano le infrazioni all'arbitro Martinez.

Io dall'alto urlavo improperi verso l'arbitro e i picchiatori orange.

Quando un giornalista olandese disse: “Italiani piagnoni e mafiosi”, mi dovettero fermare altrimenti lo scaraventavo giu' dal quarto piano.

Tornando ai ricordi di Zoff:

“Comunque sia, quattro anni dopo mi rifeci in Spagna, dove vincemmo il mondiale. La mia piu' bella parata? Quella su colpo di testa di Socrates dove inchiodai la palla sulla linea bianca. Se fosse entrata ad andare avanti sarebbe stato il Brasile”, conclude il mitico numero uno.

L’amichevole di Toronto fu vinta dalla Lazio, 2-1 sull'Italia allora allenata da Pietro Felicetti.

TORONTO ITALIA: Isacco, Neved, Spadafina, Polsinelli, Manjote, Richards, Chirillo (40' Marcucci), Beaz, Hardly, Titus, Serafini. All. Felicetti.

LAZIO: Fiori (46' Orsi), Corino (46' Bergodi), Sergio, Pin (46' Sclosa), Gregucci (46' Vertova, 60' Prodosmo), Soldà, Neri, Bacci (46' Melchiori), Sosa (46' Capocchiano), Djair, Stroppa. All. Zoff.

Arbitro: Arrowsmith Smith (Toronto).

Marcatori: 10' Stroppa, 17' Sosa, 59' Hardly.

Spettatori: 10.000.

GRAGNOTTI E MARCHIONNE - La tournee' della Lazio era stata voluta dall'allora presidente Sergio Cragnotti che cercava di espandere I suoi business in Ontario. Cragnotti creo' a Toronto una fabbrica di imballaggi e assunse un giovane accountant Italo-canadese, Sergio Marchionne. Quando Cragotti dovette cedere la sua fabbrica torontina per presunte manovre illegali in borsa e torno' in Italia porto' con se Marchionne.

D a Roma Marchionne si trasferi' in una azienda svizzera nella quale la famiglia Agnelli aveva dlle notevolo partecipazioni.

Gianni Agnelli noto' il buon lavoro del giovane chietino-torontino e lo porto' alla Fiat che salvo' dalla bancarotta trasformandola in una azienda mondiale.

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