1976, a New York perdemmo con l’Inghilterra ma vedemmo nascere l’Italia campione del mondo nell’82

Italia-Inghilterra del 1976, gli azzurri prima del match: Causio, Pulici, Capello, Antogoni, Zoff, Roggi, Rocca, Bellugi, Graziani, Benetti, Facchetti.

Italia-Inghilterra del 1976, gli azzurri prima del match: Causio, Pulici, Capello, Antogoni, Zoff, Roggi, Rocca, Bellugi, Graziani, Benetti, Facchetti.

Luca Tomanelli ci fece perdere l’aereo del ritorno a Toronto

NEW YORK, 28 maggio 1976 – Gli azzurri avevano il coniglio inglese per la testa, ma se lo lasciarono sfuggire in 45 minuti. Era il 28 maggio del 1976, in America avevano organizzato il torneo del Bicentenario.

Da Toronto partimmo in un bel gruppo per New York convinti di vedere l'Italia battere l'Inghilterra per la prima volta.

In quel gruppo c'era anche un ragazzino di 20 anni o poco piu', Luca Tomanelli, che ho rivisto, con molto piacere, nel corso della cena dei Magnaccioni e che mi ha fatto ricordare quella famosa partita anche perche' fu lui a farci perdere l'ereo di ritorno a casa.

Si giocava nel tempio del baseball, il Giant's Stadium, ma nella Grande Mela era avvivato nientedimeno che Pele' ed era scoppiato l'amore per il calcio.

In America l’Italia ha in panchina Bernardini dt, Bearzot Ct. L’idea di base che Bernardini aveva portato avanti fin dal dopo mondiale 1974 era quella di svecchiare l’Italia non soltanto nel parco giocatori (messi da parte in un solo colpo Mazzola, Rivera e Riva) ma soprattutto nel gioco, alla luce di quanto si andava a vedere in Europa all’epoca, con Ajax e Bayern dominatori in Europa grazie alla loro strabiliante potenza atletica e la predisposizione al gioco totale.

L'Italia comincia rifilando il poker seccon agli Stati Uniti.

Poi si va contro l'Inghilterra.

Pronti, via e Ciccio Graziani gonfia due volte la porta degli inglesi, in tre minuti, 15' e 18'.

Sugli spalti, gremiti con 40.650 paganti, festa grande di noi “paesani”, tutti in brodo di giuggiole in vista di una vittoria che sarebbe stata storica.

Nella ripresa, pero', il patatrac.

Approfittando dello stramaledetto viziaccio italiano di chiudersi a protezione del vantaggio, gli angle' attaccano come vespe imbestialite e fanno tre gol, 46', 48 e 53'.

Ogni gol e' un calcio negli strangugliones italici, sugli spalti ci mangiamo le dita, la vittoria che sfugge e' dura da digerire.

La delusione fu grande, e soltanto con il senno di poi ci siamo resi conto che il quella partita vedemmo nascere quell'Italia di Enzo Bearzot che sei anni dopo, nel 1982, avrebbe vinto il mondiale.

Il compianto vecio Ct quella sera del maggio 1976, schiero': Zoff, Roggi, Rocca, Facchetti, Benetti, Bellugi, Causio, Capello, Graziani, Antognoni, Pulici. Nella ripresa entrarono Maldera, Zaccarelli e Sala.

Di quegli uomini schierati a New York, soltanto quattro diventarono campioni del mondo in Spagna: Zoff, Graziani, Antognoni e Causio.

I primi tre furono titolari, Casio gioco' solanto qualche minuto della finale con la Germania, quando si viceva 3-1. Bearzot fece entrare il Barone tanto per permettergli di entrare nel libro dei record.

Dopo la partita, nel bus dei torontini si santiava a tutto spiano mentre sia spettavano i ritardatari. Dopo una buona ora all'appello manca soltanto Luca, il piu' giovane della combriccola.

Quando rippare sorride mostrando gli autografi degli azzurri che aveva atteso fuori dai cancelli.

Lo coprimmo di male parole perche' sapevamo che probabilmente avremmo perso l'areo per Toronto.

Cosi' fu, tornammo alla spicciolata su voli non diretti.

Un gruppetto di noi fece scalo a Buffalo dove trascorremmo il resto della notte prima di volare a Toronto dove arrivammo con gli strangugliones girati, eccetto Luca ed i suoi autografi.

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