Mexico 70: Italia-Germania 4-3, la partita della rinascita azzurra

Rivera, alle spalle di Beckenbauer, esulta con Gigi Riva dopo il gol del 4-3

Rivera, alle spalle di Beckenbauer, esulta con Gigi Riva dopo il gol del 4-3


TORONTO – Mezzo secolo fa, il 17 giugno 1970, la nazionale azzurra si rifece della umiliante sconfitta patita quattro anni prima in Inghilterra per mano della Corea.

Quell'Italia-Germania e' una delle gare piu' epiche della storia del calcio mondiale, la prima delle quattro gare leggendarie della nazionale azzurra: 4-3 ai tedeschi (Mexico 70); 3-2 al Brasile (Spagna 82), 3-1 alla Germania (finale mondiale Spagna 82); vittoria ai rigori 5-3 sulla Francia (finale mondiali Germania 2006).

Chi ha i capelli bianchi e non era fisicamente a quella partita la sente comunque sua.

Perche' non importa se eri incollato al divano o se avevi spento la tv al gol del 3-3 tedesco, i fonogrammi di quel match resteranno per sempre nel cuore e nella mente.

Io dovevo esserci in Messico, avevo anche l'accredito, poi dovetti rinunciare per non far restare la redazione a corto di uomini.

Nel 1970 le partite in tv erano soltanto a circuito chiuso, ma la cronache dell'immenso Carosio ci raggiungevano via radio a onde corte.

Quel pomeriggio del 17 giugno ero al Corriere Canadese tutto lindo e pinto – allora non si andava al lavoro in jeans e magliette stracciate – e scrivevo la cronaca dal vivo.

Si era sul 3-2 per noi, le mani mi tremavano per l'emozione, la vescica reclamava il rilascio, ma stringendo i denti, e le gambe, dicevo: “Io me la faccio sotto ma aspetto il fischio del trionfo”.

Male feci, Gianni Rivera lascia passare un innocuo pallone di Muler che segna il 3-3.

Albertosi copre di insulti il Golden Boy che era appostato sul palo, io dico di peggio e corro nel bagno per evitare il peggio.

Cambiare l'acqua ai lupini si stava esaurendo lentamente quando udii un boato.

L'Italia aveva segnato, Gianni Rivera era passato dalla stalla alle stelle realizzando la rete dello storico 4-3 che porto’ gli azzurri alla terza finale mondiale, quella contro il Brasile che avremmo perso, purtroppo, per 4-1.

Ancora incredulo, nel riprendere posto davanti alla “sputaparole” feci quel gesto che Pino Spaziani immortalo' nella foto che campeggia nella prima pagina di questo sito web.

*Da notare che quell'Italia-Germania e poi Brasile-Italia venne trasmessa in diretta, a circuito chiuso al Maple Leaf Gardens, sempre pieno come un uovo.

Tre anni prima, ancora al Gardens, era stato proitettato, in diretta, il match mondiale tra Nino Benventuti ed Emile Griffith.

Quelle trasmissioni a circuito chiuso aprirono gli occhi a tv e media inglesi sul potenziale del calcio in tv.

I mondiali dell'82 furono trasmessi dalla Cbc canadese inizialmente in differita di mezz'ora, poi in diretta vedemmo gli Azzurri rifilare tre schiaffi (ad 1) alla Germania.

Dal mondiale spagnolo in poi, il calcio in tv e' cresciuto come la gramigna al punto che quasi ogni giorno ci sono partite, nel week end c'e' l'imbarazzo della scelta.

Tornando alla partita del 4-3, a quello storico match assistettero dal vivo una cinquantina di “matti” del pallone partiti da Toronto per tifare Italia. Tra questi matti il mio compare Franco D'Angicco, i compianti Vincenzo Cappadocia e Pino Cangelosi.

Molti tornarono con ricordi piccanti di pallone e non, qualcuno partito scapolo torno' sposato.

Un mio amico chiamo' Gianni il suo primo figlio, in onore di quel Rivera che gli permise di sfottere per anni il suo vicino di casa tedesco.

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